Dallo sbarco alla Serie A: quella di Musa Juwara è una storia emozionante

by Giacomo Brunetti

di Giacomo Brunetti

Un cuore che trabocca e un’onda che nessuno può fermare. La resilienza alla vita di Musa Juwara parte da lontano. Non da Tujereng, dov’è nato il 25 dicembre 2001, bensì da Banjul e nel decennio precedente, quando Yahya Jammeh prende il potere in Gambia con un golpe all’età di 29 anni. Una delle dittature instauratesi in Africa negli anni Novanta composta da soprusi, crimini umani e storie tragiche.

Lo sbarco in Sicilia e una nuova famiglia

Il Gambia è la terza nazionalità con il maggior numero di frequenza d’arrivo in Italia. E Musa rientra tra quei ragazzi – oltre venticinquemila ogni anno – che sbarcano nel nostro Paese con lo status di minori non accompagnati. Lasciati al loro destino. È il 10 giugno 2016 il giorno in cui tocca le coste nostrane vicino Messina a bordo della nave tedesca ‘Fgs Frankfurt’, che aveva soccorso il suo barcone nel Canale di Sicilia alcune ore prima. Le fotosegnaletiche, la registrazione e lo smistamento: per Musa Juwara viene scelto un centro d’accoglienza a Ruoti, in provincia di Potenza. Lì dove riprende a vivere.

In Basilicata incrocia una seconda possibilità. Intraprende alcuni lavoretti e inizia a giocare a calcio nella Virtus Avigliano. Musa, però, non riesce a iscriversi a scuola. Colpa di quella burocrazia che proverà a fermarlo più volte nel corso della sua vita. Agli allenamenti conosce Vitantonio Summa, un uomo che, oltre a essere il tecnico che dirige le sedute al campo, prende quota nell’economia di un ragazzo proiettato in una nuova dimensione. La moglie del mister, infatti, è avvocatessa: si chiama Loredana Bruno e quando Juwara le chiede un aiuto per superare i vincoli legislativi e frequentare le superiori.

Vitantonio e Loredana si battono per quel gambiano conosciuto sull’erba e, oltre ad affiancarlo, ne diventano dapprima tutori e successivamente genitori adottivi. Il nonno di Musa gli ripeteva sempre: «Prima la cultura». E in modo ostinato, riesce finalmente a entrare in una classe.

La legge è composta

Se da una parte il corso degli eventi sembra prendere una piega decisa, in campo le sue doti non passano inosservate. Le società professionistiche puntano gli occhi su Juwara e la famiglia reputa l’offerta del Chievo la più convincente, sotto due punti di vista: sportivo ed educativo.

Gli ostacoli non sono finiti. La voglia di emergere oltre ogni difficoltà è forte, ma si scontra con cavilli e vincoli che tarpano le ali. La FIGC annulla il tesseramento con i veneti a causa di una norma che impedisce il tesseramento dei minori non accompagnati, al fine di proteggerli dagli interessi di procuratori senza scrupoli. Ma non è il caso di Musa. I suoi genitori non si danno per vinti. Non può e non deve finire così. Quel sedicenne ha già sconfitto una volta il destino, quello più infame. Non sarà questo a fermarlo. Loredana Bruno impugna il caso e fa ricorso d’urgenza al Tribunale di Potenza. Niente. Così, la famiglia si avvale della consulenza dell’avvocato Rigo, già attivo nel mondo del calcio al fianco di Donnarumma e Balotelli. Vince Musa.

Musa Juwara, sono io

Il calcio diventa un elemento preponderante nella sua vita. Firma con il Chievo e dimostra subito le proprie qualità, tanto che la sua ascesa non sembra fermarsi. A marzo 2019, il Torino lo tessera in prestito per la ‘Viareggio Cup’ – nella quale segna 3 reti – insieme a Luca Moro del Padova. I granata si riservano un diritto di prelazione per acquistare il calciatore dopo la competizione. Nel frattempo, Musa è ormai entrato nel giro della Prima Squadra.

Il weekend del 25 maggio 2019, Juwara non parte con la Primavera gialloblù. Sale sul pullman dei grandi verso Frosinone. A poco più di dieci minuti dalla fine, Domenico Di Carlo osserva i calciatori che si stanno scaldando: «Entra Juwara». Manuel Pucciarelli abbandona il campo e, tre anni dopo lo sbarco sulle coste siciliane, Musa esordisce in Serie A. Sì, in Serie A. «Una giornata indimenticabile nella mia vita – scrive su Instagram – e vorrei ringraziare per tutto il supporto la mia famiglia, il Chievo e tutti quelli che mi hanno aiutato nel mio percorso..È un sogno che è diventato realtà e questo deve servire per continuare a divertirsi e lavorare sempre», è una storia sensazionale.

In estate, complice anche la retrocessione dei clivensi in Serie B, è il Bologna a strapparlo alla concorrenza. Per 500mila euro viaggia verso il Dall’Ara, dove si impone subito: sono 7 reti in 8 partite con la Primavera, più 6 panchine con i grandi. E l’esordio, stavolta in Coppa Italia. nella sconfitta contro l’Udinese. Musa è risorto dal dramma. Ma aveva già vinto lui. Mihajlovic crede in lui e nel pomeriggio di San Siro scrive la storia: prima rete in Serie A, la favola è completata.