Chi è Nguyễn Quang Hải. Il «Messi vietnamita» che faceva l’agricoltore

by Redazione Cronache
Nguyễn Quang Hải

Fioriranno ciliegi a Sài Gòn. In giapponese esiste un’arte apposita, l’Hanami, ovvero “ammirare i fiori”. Simbolo della rinascita, la vita che va comunque avanti. È il motto di Nguyễn Quang Hải, 25 anni, trequartista, che dal Vietnam s’è appena trasferito in Francia, Ligue 2. Lo chiamano sóc con, “piccolo scoiattolo“. Ma lo chiamano pure Messi vietnamita. La somiglianza con la Pulce tocca sia la statura – Hải è alto 168 cm, uno in meno di Messi – che i Palloni d’oro. Nguyễn arriva infatti da Hanoi, capitale del Vietnam, e nel 2018 ha vinto il Pallone d’oro vietnamita mentre Luka Modrić in Europa rompeva il decennale duopolio Messi-Cristiano Ronaldo (5 Palloni d’oro a testa). Ora lo aspetta il Pau. Serie B francese, come detto. Il suo prossimo allenatore è Didier Tholot, che al Bordeaux ha giocato con Pierre Papin e Zidane. Ma andiamo per punti: chi è Nguyễn Quang Hải?

Nguyễn Quang Hải, dai campi ad Hanoi

Nguyễn Quang Hải nasce il 12 aprile 1996 a Đông Anh, che è un distretto di Hanoi, la capitale del Vietnam. Hanoi vuol dire “città tra i fiumi”, tra cui il Sài Gòn, che è pure il nome vietnamita di Ho Chi Minh, città più popolosa del Paese. Qui ad Hanoi, tra il lago della Spada restituita e il Tempio della Letteratura, tra pagode buddiste e la torre Keangnam, cresce Nguyễn Quang Hải. Il nome è regale: i Nguyễn sono l’ultima dinastia imperiale vietnamita, 13 sovrani che regnano dal 1802 al 1945. Ma niente di tutto questo. Hải ha un’infanzia difficile: i suoi genitori sono agricoltori e lui li aiuta nei campi. La sorte però lo premia: in un torneo amatoriale sponsorizzato da Yamaha, fa più gol di tutti. È il 2007, Nguyễn ha 9 anni e nella capitale Hanoi è nata da un anno una squadra di calcio, l’Hanoi FC. Che fortuna. Lui si allena e cresce in fretta: nel 2013 debutta nel campionato vietnamita Under19, che vince nel 2014 e nel 2016. E che succede in mezzo, nel 2015?

Record, Francia e Facebook

Nel 2015 l’Hanoi FC finisce secondo, pure perché Nguyễn Quang Hải non c’è. È andato in prestito annuale al Saigon FC, dove gioca tra centrocampo e attacco. A questo punto fa ritorno ad Hanoi e riprende dove ha cominciato. Vince tre campionati del Vietnam: nel 2016, nel 2018 e nel 2019. In sei stagioni da professionista, 126 partite e 35 gol. Il 12 aprile scorso infine gli scade il contratto e Nguyễn prova il grande salto. Non rinnova e rifiuta un’offerta del Bali United. Indonesia? No, grazie. Sbarca in Europa, in Francia. Firma un biennale col Pau, club di Ligue 2, e diventa il primo calciatore vietnamita a giocare per un club professionistico francese. Tra i Pirenei, a circa 800 km da Parigi. Ha 25 anni, sceglie il numero 19. Immediatamente dopo l’ufficialità, i suoi connazionali prendono d’assalto i social network del Pau. Chiamatelo effetto Nguyễn: da 24mila a 60mila like su Facebook, da 22mila a 26mila su Instagram. Tutto questo in soli cinque giorni, mentre Hải palleggia tranquillamente. E oggi? La pagina Facebook del Pau ha 240mila like. Wow.

«Mi rende felice»

Nel 2017, il Vietnam partecipa per la prima volta nella storia al Mondiale Under20. Ultimo nel girone, un solo punto e zero gol fatti: non benissimo. Quella formazione entra però nella hall of fame dello sport vietnamita e il capitano è Nguyễn Quang Hải. Il suo 2017 è magico: debutta in Nazionale maggiore e arriva secondo nella graduatoria del Pallone d’oro vietnamita. Poco male. Si rifà con gli interessi l’anno dopo, quando vince. Prende il premio dalle mani di Phạm Thành Lương, una leggenda da queste parti, che gli porge il Pallone d’oro ed esclama: «Vederlo crescere mi rende felice, gioca un calcio moderno. È impressionante». Un’investitura, insomma. Come nel 2019, quando il Vietnam raggiunge i quarti di finale in Coppa d’Asia. Altro record. Diverso quello che invece Ibou Kebe, ex compagno di Nguyễn, ha raccontato a So Foot: «I calciatori asiatici sognano di giocare in Europa. Vogliono giocare con Messi e Neymar. Ti stimolano a raggiungerli. Però gli asiatici sono attaccati alle origini, in molti restano in Asia pur di non allontanarsi dalla loro gente». È la comfort zone, bellezza. Nguyễn Quang Hải l’ha superata. Next step? Pau.