Il ct dell’Under 21 Paolo Nicolato ha parlato al Corriere della Sera delle prospettive della sua squadra per l’Europeo di categoria, in programma l’anno prossimo in Ungheria e in Slovenia, e della crescita dei giovani talenti italiani.
EUROPEO – «Ce la giochiamo. E quanto ai favoriti è presto per parlarne, ci sono troppi fattori, compreso l’Europeo dell’Italia di Mancini una settimana dopo. Nell’emergenza abbiamo allargato le conoscenze e seguito giocatori che sono tornati utili, come ad esempio Maleh del Venezia, mezzala mancina. Abbiamo 60 ragazzi tra cui scegliere».
CRESCITA – «Dire che gli italiani sono meno affamati degli altri mi sembra un modo per giustificare le nostre incapacità. Tante volte siamo noi a distruggere le ambizioni dei ragazzi. E poi diciamo che non hanno fame. Intanto siamo di fronte a un c.t. come Mancini, al quale non interessa l’età, ma la qualità dei calciatori. Dovrebbe essere così per tutti, anche nei club. Ma è un tasto dolente. Quello che fa la differenza non sono i picchi di qualità, ma la quantità di giocatori tra i quali poter scegliere: non possiamo parlare di una svolta basandoci sulle eccezioni, dobbiamo guardare al lungo periodo. E oggi rispetto a Inghilterra, Francia, Spagna e Germania, ma anche Olanda e Portogallo, siamo indietro, per noi un giovane ha 20 o 21 anni, ma a quell’età in altri tornei hanno un chilometraggio molto superiore: si comincia a 17-18».
TONALI – «Un momento normale, di un ragazzo di grande qualità arrivato in una società prestigiosa, con compagni molto forti: Sandro saprà ritagliarsi spazio, perché è un ragazzo di grande equilibrio, non si fa condizionare, è serio e capisce i momenti sia sul campo che fuori. Si sa adattare ed è uno che parla poco e pedala tanto».
KEAN – «Ne faccio un discorso di convenienza: più si gioca, meglio è. E mi pare che al Psg stia avendo le sue chance, ad altissimo livello, ritagliandosi spazio e di conseguenza anche considerazione».
SCAMACCA – «Ha grandissime qualità fisiche, e allo stesso tempo è molto coordinato, ha tecnica e un tiro di altissimo livello. All’estero forse avrebbe già giocato di più, ma ripeto: in questo periodo ci stiamo accorgendo che i giocatori buoni ci sono. Però hanno bisogno di uno sbocco».