Con Nketiah il Chelsea potrebbe aver regalato all’Arsenal un possibile uomo-scudetto

by Matteo Lignelli
Eddie Nketiah

Un gol al West Ham il 26 dicembre, un altro al Brighton di De Zerbi cinque giorni più tardi, una doppietta in FA Cup per stendere il più debole Oxford United il 9 gennaio. Infine, il giorno della sua consacrazione: la doppietta rifilata al Manchester United domenica 22 gennaio che al 90’ ha deciso la partita (3-2) e lanciato ancora di più l’Arsenal in testa alla Premier League. Se non fosse fuori per infortunio, potremmo parlare di Gabriel Jesus. Invece, in sua assenza, a Londra è finalmente sbocciato Eddie Nketiah, attaccante di 23 anni arrivato da ragazzo nel 2015 e che finora era partito da titolare in campionato soltanto 24 volte. Ma soprattutto, il suo gennaio da sogno l’ha portato ad essere il capocannoniere della squadra in tutte le competizioni, con 9 centri, uno in più di Ødegaard e Saka.

Eddie Nketiah e quelle promesse finalmente mantenute

Per anni Nketiah è rimasto a sedere in panchina, come se da giovane promessa si fosse improvvisamente trasformato in oggetto misterioso. E quando l’ambiente non abbonda di fiducia, si sa, non è nemmeno facile trovare le forze per nuotare e risalire in superficie. Di fatti, con il contratto in scadenza nell’estate 2022, in molti si aspettavano che fosse arrivato il momento di lasciare l’Arsenal e cercare fortuna altrove. I pochi minuti concessi nello scorso campionato da Mikel Arteta, almeno fino alla primavera, sembravano confermalo.

Poi negli ultimi mesi le cose sono iniziate a cambiare. E così niente West Ham, niente Crystal Palace, nessuna avventura fuori dall’Inghilterra: il ragazzo a giugno ha firmato un nuovo contratto coi Gunners fino al 2027. Nel comunicato ufficiale del club, tra le righe, si può capire il motivo: «Eddie – si legge – ha fatto parte delle squadre che hanno vinto FA Cup e Community Shield nel 2020 e ha terminato l’ultima stagione (2021/22) in ottima forma, partendo titolare nelle nostre ultime otto partite di campionato e segnando cinque gol». Un filo che stavolta, finalmente, non si è interrotto.

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La decisione del Chelsea di lasciarlo andare e uno scalino troppo alto

Quello che si temeva per Eddy Nketiah è che non sarebbe riuscito a colmare la distanza che c’è tra il calcio giovanile e quello dei grandi. A livello under, infatti, non ci sono mai stati dubbi sulle sue qualità da rifinitore. Intanto è il capocannoniere di tutti i tempi dell’Inghilterra U21 con 16 gol in 17 presenze e poi è stato il capitano della squadra che ha vinto gli Europei U21 nel 2021. Nella sua stagione all’Arsenal ha segnato 15 reti in 16 partite per l’U18 e 12 in 26 per quella U23. Ecco, ma c’è arrivato all’Arsenal? Semplice, perché scartato dal Chelsea che ha dubitato non tanto nelle sue potenzialità tecniche, quanto nel suo sviluppo fisico (oggi è quasi 1 metro e 80). Forse perché nel mentre avevano Tammy Abraham nel vivaio che, anche se due anni più grande, cresceva a velocità doppia.

A convincere i Gunners a prenderlo in prova è stato Joe Willock, classe 1999 come lui, che una volta saputo della notizia, ai tempi dell’U14, ha dato dei «pazzi» a quelli del Chelsea: «Quello – ha detto ai responsabili del settore giovanile dell’Arsenal – quando ha giocato contro di noi ha sempre segnato». Anche quando è arrivato in prima squadra, nel 2017, ha ripagato le attese; più tardi, al contrario, mantenerle non è stato così semplice. Prima il debutto in Europa League contro il Bate Borisov il 28 settembre, dando proprio il cambio a Willock, poi la doppietta al Norwich il 24 ottobre, in Efl Cup. Quel giorno, per scherzo, qualcuno modificò il suo nome su Wikipedia in ‘Edward Keddar Pelé Maradona Ronaldinho Kaka Nketiah’.

Ancora dubbi

L’impressione, comunque vada a finire la stagione dell’Arsenal, è che dovrà segnare ancora molto per convincere i più scettici a credere che possa diventare l’attaccante titolare di una grande squadra europea. La provocazione che, ad esempio, ha lanciato il Guardian dopo la sua doppietta allo United, non è banale. Anche perché uno di quei giocatori, Macheda, noi lo conosciamo bene: «Piuttosto – scrive il Guardian – per ora la tentazione è di aggiungerlo alla lista degli improbabili protagonisti che hanno dato slancio nella fase chiave di una stagione vincente: un Federico Macheda o un David Needham; o, da una prospettiva dell’Arsenal, un Christopher Wreh o un Martin Hayes».