NON CI CASCO PIÙ.

by Redazione Cronache

 

Sembra passata davvero un’eternità. Ma, del resto, le epoche calcistiche cambiano con una rapidità sorprendente e si discostano da qualsiasi logica “normale” della percezione del tempo. Ricordo perfettamente quel giorno di luglio di (ahimè) qualche anno fa. Quella sera mio padre arrivò a casa con il più bel regalo che un ragazzino innamorato del calcio potesse aspettarsi. Io avevo già capito non appena il mio sguardo si posò sulla busta aggrappata alla mano del mio vecchio: si trattava di una maglietta da calcio. Doveva per forza trattarsi di quello..

Salutai di fretta mio padre, quasi gli saltai addosso con la voracità di uno squalo mentre i miei pensieri cominciavano a correre talmente veloci che in confronto le accelerate di Ronaldo avrebbero potuto sembrare pigre passeggiate sulla spiaggia al tramonto. Saltò fuori il n.3, accompagnato dalla parola più bella: MALDINI. “Abbi cura di questa maglia, dovrà durarti tanto tempo.” E infatti durò in eterno. Sempre con me, la mia seconda pelle. Al campetto con gli amici, davanti alla TV, allo stadio, sotto la felpa nelle occasioni importanti. Mi ha sempre portato fortuna, proprio perché sapevo che non mi avrebbe mai tradito, come del resto io non mi sarei mai sognato di tradire lei.

Ma il tempo passa, incurante dei tuoi stati d’animo. Se ne frega delle migliaia di ore che hai trascorso respirando calcio. Il tempo passa e non ti avvisa. Cancella ciò che è stato e ti presenta ciò che è. E adesso il calcio è diverso, ed è impossibile definirlo peggiore o migliore.

Una volta anche i sogni erano diversi. Totti, Del Piero, Zanetti, un piccolo elenco di giocatori che in me scatenavano un’ammirazione sfuggente, inafferrabile. Perché in cuor mio ero consapevole che mai avrebbero potuto far parte della mia squadra del cuore. Ora posso permettermi di sognare Neymar e Cristiano Ronaldo. Ora è possibile che Bonucci saluti la Juve dopo anni di gloria e approdi al Milan, così. Ora i desideri non hanno limiti, sono semplicemente subordinati al nuovo mondo del calcio che propone opportunità dorate a scadenza limitata. Ora c’è la Cina che sembra un bancomat impazzito, un bancomat che sputa soldi a raffica per chi ha meno scrupoli e ne vuole approfittare. Ora è possibile che ragazzi di 18 anni incassino stipendi più alti del prodotto interno lordo dello Zimbabwe. Bravi loro, per carità. Ora le vie del calciomercato sono davvero infinite. Le società possono affondare e risorgere in pochi mesi, vale praticamente tutto. Concettualmente è proprio sbagliato affezionarsi ad un giocatore, è un ragionamento completamente fuori dal momento storico in cui viviamo. Sarà sempre più importante legarsi alla maglia, consapevoli del fatto che chi la vestirà sarà destinato a salutarci dopo poco tempo. Basta nostalgie, stop ai malinconici ricordi che annegano nel passato. Quelli li porteremo nel cuore, li custodiremo gelosamente, sia chiaro. Ma dobbiamo evolverci.

Mi immagino gli armadi dei ragazzini tra qualche anno confrontati con il mio, nel quale resterà la solita, vecchia, vissuta maglia di Maldini. Ah, come mi sentirò vecchio.