La leggenda di Memo Ochoa, dalla tequila al Pallone d’oro

by Redazione Cronache
Ochoa

«I giocatori chiedono quesadillas e tacos, si sentono a casa». Ma al Mondiale 2018 non arriva la carne dal Messico. Tutto perché in Gold Cup 2011, ai controlli antidoping, Guillermo Memo Ochoa e quattro compagni risultarono positivi a una sostanza proibita, il clenbuterolo. Sono poi stati scagionati, «ma io stavo per firmare con il PSG». Quando è finita la faccenda, il treno di Ochoa per Parigi era ormai passato. Oggi il riccioluto portiere messicano è al suo suo quinto Mondiale: nel 2006 era il terzo portiere, nel 2010 il secondo (perché il c.t. Aguirre gli preferiva Óscar Pérez), nel 2014 in Brasile è titolare. Qui Ochoa debutta, il Messico batte 1-0 il Camerun e pareggia 0-0 col Brasile grazie alle sue super parate. A fine gara incassa i complimenti del c.t. Scolari e dice a GQ: «È la partita più importante della mia vita, è finita 0-0 a favore di Memo. Al Mondiale contro il Brasile in casa loro… Ero sui giornali di Cina ed Europa, si parlava di quella partita in ogni angolo del mondo e la foto era la stessa: la mia parata. Lì il mondo del calcio ha conosciuto Ochoa».

 

Ochoa, San Siro e Pallone d’oro

Francisco Guillermo Ochoa Magaña nasce il 13 luglio 1985 a Guadalajara, in Messico, nello stato di Jalisco universalmente noto per la tequila (e la città da cui prende il nome, Tequila). Inizia da portiere al Club América nel 2004, quando a 18 anni l’olandese Leo Beenhakker gli dà fiducia. Non il tecnico successivo, Oscar Ruggeri, che però dopo sei gare viene esonerato: il suo posto va a Mario Carrillo e Ochoa torna titolare. Col Club América vince la Prima División messicana (grazie a una striscia di 28 gare senza sconfitte), una Supercoppa Messicana e la Champions League CAF 2006 insieme a Cuauhtémoc Blanco – il cui scopritore è lo stesso dell’ex genoano Johan Vásquez – nel “derby” in finale col Toluca. Nel mentre, il 14 dicembre 2005 Ochoa debutta pure nella Nazionale del c.t. Ricardo La Volpe in amichevole con l’Ungheria di Matthäus, al posto di Jesús Corona. La fama di Ochoa arriva in Europa e a ottobre 2007 finisce anche nei nominati al Pallone d’oro. Tutto vero. Il premio lo vince Cristiano Ronaldo per la prima volta, ma Ochoa è 30° in graduatoria. E l’anno dopo gioca a San Siro una gara di beneficenza per la pace nel mondo, con Nesta e Puyol, Roberto Carlos e Zanetti, Beckham, Ronaldinho e Raúl.

 

Messico, PSG e lo sceicco

Il Messico è una Nazione particolare. Per motivi geografici, gioca la Gold Cup – l’Europeo di Nord e Centro America – ma per tradizione viene invitato alla Copa América. Solitamente, quindi, il c.t. messicano crea due squadre leggermente diverse e la priorità va alla Gold Cup in cui ci sono più chance di vittoria. Ma nel 2007 non è così: Rafa Marquez, Torrado, Guardado e Blanco giocano i due tornei, come Ochoa. Morale? Il Messico perde la Gold Cup in finale con gli USA di Donovan ed è terzo in Copa América, dove batte nella finalina l’Uruguay di Abreu. A tornei finiti, Ochoa torna all’América e ci resta fino al 2011, quando firma per l’Ajaccio neopromosso in Ligue 1. Non male la Corsica, anche se è il portiere più battuto di Francia (59 gol). L’Ajaccio di Andy Delort però si salva e il 19 agosto 2012 Ochoa è protagonista di un pari col PSG in casa, come pure il 18 agosto 2013 al Parco dei Principi (1-1). Nell’estate 2014 poi saluta: va alMalaga dello sceicco Al Thani.

Málaga, cacciatori e numerologia

In Spagna, Ochoa si gioca il posto con Carlos Kameni che è il titolare, così nel 2016 viene prestato al Granada dei Pozzo che però retrocede, ultimo in Liga con 82 gol subiti. Curiosamente, Ochoa è il portiere con più parate (162) nelle top 5 leghe d’Europa. Buffo. Così Ochoa fa due anni allo Standard Liegi, in Belgio, ed è protagonista come detto al Mondiale 2014. Dopo quel (!) pari col Brasile, il Messico batte 3-1 la Croazia ed è un peccato che agli ottavi vinca l’Olanda (2-1) con un rigore al 94’ di Huntelaar. Ochoa è pure titolare nel 2018, in Russia: Messico – con cui Ochoa ha vinto quattro Gold Cup – esce di nuovo agli ottavi, ma in quattro gare Memo effettua 25 parate. Nel mezzo, il 6 agosto 2019 Ochoa trionfalmente a casa al Club América dove tutto è iniziato, di cui oggi ne è il capitano con la maglia numero 13. Così, al suo quinto Mondiale, s’è presentato… parando un rigore a Robert Lewandowski. Al 13’ del secondo tempo, lui nato il 13 del mese, che coincidenza.