Conosciamo meglio Okafor, il nuovo attaccante del Milan

by Lorenzo Lombardi
Noah Okafor

Noah Okafor è uno dei giovani talenti che provano a farsi spazio nel panorama europeo. Dopo una lunga trafila tra giovanili e prima squadra al Basilea, nel gennaio del 2020 approda al Salisburgo, compagine austriaca della galassia Red Bull. Fin da subito titolare, inizialmente ha faticato a lasciare il segno a livello realizzativo ma da due anni a questa parte ha decisamente cambiato marcia: numeri alla mano, lo svizzero classe 2000, nelle ultime due stagioni ha collezionato complessivamente 66 partite, 24 gol e 16 assist.

Numeri importanti, perché 6 di questi gol sono arrivati in Champions League. Proprio contro i rossoneri, nella partita di andata del girone di Champions, Okafor aveva offerto una delle sue miglior prestazioni stagionali, con tanto di rete del momentaneo vantaggio del Salisburgo. Considerando la valutazione iniziale del club austriaco, circa 35 milioni di euro, la nuova dirigenza rossonera ha messo a segno un altro colpo dei suoi. Per una cifra che si aggira attorno ai 15 milioni il Milan si è assicurato una pedina importante, che si sposa bene con la nuova filosofia del club, e che potrà agire in varie posizioni.

Chi è Okafor e cosa può dare al Milan

All’interno del sistema di Pioli, con buona probabilità un 4-3-3, Okafor può inserirsi alla perfezione. Ala destra molto duttile, può essere impiegato in un tridente offensivo oppure come esterno di centrocampo in un 4-4-2 o 4-2-3-1. Giocatore veloce e dotato di una buona struttura fisica, come testimoniano i suoi 185 centimetri. Al Milan potrà coesistere e imparare da uno dei migliori interpreti attuali del ruolo, come Rafael Leao, e allo stesso tempo potrà essere una valida alternativa all’esperto Giroud, anche se ha caratteristiche differenti, visto che può essere schierato anche come punta. Sarà interessante vedere all’opera il nuovo reparto offensivo, che con l’aggiunta di Pulisic, promette di essere ‘frizzante ed esplosivo’.

Le origini e i primi passi nel mondo del calcio

Per capire davvero Noah Okafor, come uomo prima che calciatore, è necessario tornare ai suoi genitori. Siamo nei primi anni Novanta, quando suo padre Christian fugge dall’Africa per la Svizzera. Cresciuto in condizioni di estrema povertà, abituato a dormire in una stanza su stuoie di cartone, è fuggito per costruirsi un futuro. Atterra a Vienna, poi si trasferisce a Monaco prima di far visita a un amico a Basilea. Lì incontra Nicole, ed è amore a prima vista; insieme hanno avuto cinque figli, quattro maschi e una femmina.

«Tutti i bambini sono ambiziosi», dice sua madre Nicole, ma Noah «odia perdere. Che si tratti di calcio, carte o Playstation non fa differenza». Cresciuto insieme ai quattro fratelli, ha vissuto da sempre queste sfide in famiglia. Nonostante ciò, anche grazie all’educazione della madre, il nuovo attaccante del Milan ha un rapporto fantastico con i suoi fratelli.

Noah Okafor fino a nove anni ha giocato solo coi compagni di classe; dopo averne notato le qualità, superiori alla media, sono stati loro a consigliargli di entrare a far parte dell’Arisdorf, squadra dell’omonimo comune svizzero. Le prime scarpette e la quota d’iscrizione al club sono stati i primi investimenti della famiglia nel talento di Noah. Poi gli sono bastati quattro mesi per dimostrare il proprio valore e trasferirsi al Basilea. Nel sud della capitale, ha completato gli studi liceali e, soprattutto, firmato il suo primo contratto da professionista a 17.

Piedi per terra, tra pulizie e cuoricini

La crescente popolarità, dovuta agli esordi con il Basilea e con la nazionale Svizzera, è stata bilanciata abilmente dalla madre, figura di riferimento in grado di mantenere i figli coi piedi per terra. Una volta alla settimana, fin quando è stato possibile, anche Noah ha partecipato al giorno delle pulizie in famiglia, in cui ognuno aveva il suo compito: aspirare, spolverare, pulire il bagno, estrarre i rifiuti. La madre poi distribuiva piccoli cuori appiccicosi, premi per l’impegno dei figli. Quando questi ne collezionavano cinque, si guadagnavano una sorpresa. Se invece disobbedivano o facevano arrabbiare i genitori, venivano dati loro dei punti negativi, che li allontanavano dai tanto attesi regali. Cosa ha ricevuto Okafor grazie ai suoi primi cinque cuoricini? Uno zainetto che desiderava da tempo.

Okafor, il talento nel sangue

Ora Noah Okafor è pronto ad affermarsi in un club storico come il Milan. Entrerà a contatto con una realtà di primo livello e sarà aiutato dai campioni rossoneri, per migliorare ulteriormente. Allo stesso tempo anche i suoi due fratelli minori stanno provando a farsi un nome, tra le fila del Basilea: Elijah (18) negli U21 e Isaiah (16) negli U18. Solo il tempo dirà se saranno in grado di seguire le orme del più grande. Giocano in ruoli diversi: Elijah è un terzino molto veloce, mentre Isaiah fa della tecnica la sua qualità principale ed è un centrocampista centrale.

Una famiglia che si vuole bene, unita da un grande sogno: vedere i fratelli Okafor giocare insieme, sui principali palcoscenici europei. Tutto è possibile e chissà, magari un giorno, li vedremo tutti in maglia rossonera.