Omoijuanfo sta vincendo la Scarpa d’oro, e tu non lo conosci

by Costantino Giannattasio
Omoijuanfo molde

Cristiano Ronaldo, Leo Messi, poi Suárez, Immobile e Lewandowski. Dal 2010 a oggi la Scarpa d’oro è stata roba loro, eppure – a guardare la classifica oggi – il primo nome che leggi è quello di Ohikhuaeme “Ohi” Omoijuanfo. C’è il trucco: gioca in Norvegia, dove il campionato sta per finire, ma non per questo è meno degno di nota. Del resto, Omoijuanfo è uno tosto: col Molde segna a raffica (24 gol in 22 gare in questa stagione, 58 negli ultimi tre anni) e avremmo potuto vederlo in Italia. Nel 2017 sembrava interessato a lui il Palermo, più recentemente la Spal. Niente da fare. Nel 2018 ha rifiutato un’offerta milionaria dalla Cina, dal 2022 giocherà a Belgrado: Stella Rossa. E quando era a un passo dal Manchester City…

 

Omoijuanfo, tra Oslo e Lagos

Suo padre è cresciuto per le strade di Mushin, in Nigeria, nello stato di Lagos. Sua madre è nata a Holmlia, il distretto sud-orientale di Oslo. Lui, Ohikhuaeme “Ohi” Omoijuanfo, è il perfetto compromesso: cresciuto a Holmlia come voleva sua madre, sulla stessa erba sintetica calpestata dall’ex Palermo Haitam Aleesami, ma con radici africane forti proprie dell’eredità paterna. A partire dal cibo: semovita e zuppa Egusi, solo cucina nigeriana: «Se mi chiedono da dove vengo, rispondo: “dalla Nigeria”». Curioso come il suo primo allenatore, in Norvegia, fosse nigeriano. E pure il suo migliore amico Fred Friday, conosciuto quando a 16 anni Omoijuanfo si è trasferito al Lillestrøm: «Dopo l’allenamento cucina lui, ma quando abbiamo voglia di cibo norvegese ci pensa la mia ragazza». Logico, allora, che il suo idolo sia Jay-Jay Okocha e che parli perfettamente il dialetto yoruba. Curioso, invece, che il calciatore più talentuoso con cui abbia mai giocato – a suo dire – sia l’ex centrocampista laziale Ogenyi Onazi.

 

Doppietta e sfottò

Il 6-1 alla Roma in Conference League non è stato la partita più sorprendente del Bodø/Glimt negli ultimi 10 giorni. Sì, perché mercoledì c’è stato Glimt-Molde, uno scontro diretto tra due squadre separate da un punto, a 5 giornate dal termine. I gialloneri del Nord sono i campioni di Norvegia in carica – tra rap e spazzolini –, mentre il Molde – ex squadra di Haaland – è in grande ascesa (4 campionati e una Coppa dal 2011 a oggi) e proviene dal sud del Paese. Come detto, la partita l’ha vinta il Bodø, ma l’ultimo precedente parlava chiaro: 24 giugno scorso, vittoria del Molde nel circolo polare artico e prima sconfitta casalinga per il Glimt dopo 767 giorni. Decisiva una doppietta di Omoijuanfo, che in estate era lì lì per cambiar maglia: poi è rimasto a Molde e questo a Bodø non gliel’hanno perdonato. Mercoledì, quando il Glimt ha vinto vendicandosi, sfotterlo su Twitter è stato il minimo che potessero fare.

 

Manchester City e Finlandia

Il 7 novembre 2010, a 16 anni e 300 giorni, Omoijuanfo diventava il più giovane marcatore di sempre della Serie A norvegese, l’Eliteserien. Predestinato? Forse. Quel record gli è stato tolto da Ødegaard nel 2014, mentre per Ohi iniziavano i paragoni scomodi: un po’ con Henry, un po’ con Drogba. Non gli hanno fatto bene. Ha fallito un provino per un club finlandese, il KuPS, è tornato in Norvegia e ha atteso fino al 2017 per riemergere: 17 gol in una stagione. Da qui è passato al Molde, dove il 3 ottobre scorso ha rotto un record non da poco: 22 gol in campionato, mai nessuno come lui. Nemmeno il qui leggendario Ole Gunnar Solskjær (20 reti nel 1995). Ora i gol sono diventati 24 e restano 5 giornate. A Molde lo adorano nonostante a gennaio se ne vada gratis: «Gioco in questo campionato da quando ho 16 anni, ora ne ho 27 e sono padre di due figli, mi piacerebbe provare qualcosa di nuovo». Lo hanno capito, quindi lasciato andare. Come fece il Manchester City dopo un provino: «È stato il momento più brutto della mia vita». Sembrava tutto fatto, poi tanti rinvii e alla fine nulla: «Feci una promessa con me stesso, avrei mostrato loro chi sono veramente».