«Vi racconto i miei gol dall’Albania al Chiasso. All’estero mi sento più sicuro»

by Francesco Pietrella
matteo ortolani

L’Italia è a duemila passi dallo stadio in cui giocherà, ma il più bel rifugio di Matteo Ortolani, attaccante giramondo, resta l’estero: «Mi sento più sicuro». Quindi via, di nuovo oltre confine: dopo la Grecia e l’Albania ha scelto la Svizzera, Chiasso, in seconda serie.

Matteo Ortolani, da Roma a Chiasso

Arriva in prestito dalla Ternana dopo una stagione passata in panchina: «Avevo bisogno di giocare, e qui lo farò». In Canton Ticino si parla italiano, in rosa c’è l’ex Palermo Michel Morganella, il progetto è ambizioso, l’ambiente stimolante. Matteo, romano e romanista doc, 21 anni, un poster di Totti in camera e un presente da punta piena di sogni, ci ha raccontato il suo piccolo giro d’Europa, partito dalla Capitale: «Ho iniziato a giocare al Santa Maria delle Mole, squadra affiliata alla Lazio, e dopo un torneo estivo chiuso alla grande vengo notato dal Milan. Lo scout va da mio padre, ci parla, gli dice che sono interessati e tempo due settimane sono già al Vismara, a Milano». Un sogno. «Ho giocato un paio d’anni nei Giovanissimi e due negli Allievi. Per tre stagioni di fila sono stato il capocannoniere, in una di queste ho messo a segno 38 reti in 27 partite. Sono un classe Duemila, in una rappresentativa regionale ho incrociato anche Gigio Donnarumma». 

L’esordio tra i pro’ sfiorato

Sliding doors: «Facevo il raccattapalle a San Siro. Insomma, vivevo un sogno». Interrotto dal passaggio di proprietà del 2017, da Silvio Berlusconi a Li Yonghong: «La società rifonda il settore giovanile e io resto fuori, così vado prima a Fondi e poi alla Ternana, in Primavera. Nel 2018 scelgo Cuneo e va alla grande: 18 gol con la Berretti, uno di questi contro il Torino in amichevole. La Primavera granata mi voleva, avevano contattato il presidente, ma lui disse “no, Ortolani resta qui”, e allora scelgo di rimanere. Avevo 17 anni, stavo per esordire in Serie C, ma la squadra è fallita. Non era male: quell’anno lì, il 2018-19, nonostante la retrocessione, vincemmo 2-1 contro la Juventus U23 e 2-0 contro la Carrarese di Maccarone e Tavano». 

«Pronto? Sono Inzaghi…»

Nel 2019 la prima scelta di vita: sei mesi all’Acharnaikos, in Grecia, città dell’Attica a due ore e mezza di macchina da Atene: «Dopo sei mesi mi ha chiamato la Dinamo Tirana e ho firmato subito. L’allenatore era Fabrizio Cammarata, ex punta del Verona, oggi vice al Melbourne Victory in Australia». Due stagioni da protagonista: «Nel 2020 segno il gol decisivo nello spareggio salvezza. In un’intervista dico che il mio idolo è Filippo Inzaghi e che mi piacerebbe conoscerlo. Tramite Cammarata, suo amico, Pippo mi trova su Instagram e mi videochiama. Io ero nel letto con gli occhi socchiusi, stanco morto dopo l’allenamento, leggo il display e vedo ‘Inzaghi’. Non ci potevo credere, davvero. Un’emozione incredibile». 

«Il mio sogno è la Roma»

L’anno successivo Matteo conquista la promozione in Serie A albanese. Un altro gol fondamentale a referto: «Era destino – racconta – Dopo aver siglato la rete-salvezza, segno anche quella che vale la promozione». A giugno 2021 torna in Italia con la Ternana, ma non gioca mai: «Davanti a me c’era Alfredo Donnarumma, è stato difficile». Ora il Chiasso, anche se il sogno resta uno: «Segnare con la Roma. Quando giocavo nel Milan ogni tanto le ho fatto gol, ma stavo male dentro. Il mio obiettivo è vestire la maglia giallorossa, punto, poi posso anche smettere. Gli esempi di Gatti e Messias mi danno la forza di crederci. Il primo faceva il muratore, il brasiliano consegnava frigoriferi. Oggi sono in Serie A. Tra l’altro in Albania giocavo nello stesso stadio in cui la Roma ha vinto la Conference, l’Arena Kombetare. Purtroppo non ero lì, quel giorno avevo la cena di fine anno con la Ternana, ma sono partito di notte per godermi i festeggiamenti al Circo Massimo. Dietro il mio letto, a casa dei miei, c’è ancora la foto della curva Sud in festa. Te l’ho detto, io ci credo». E quindi mai dire mai.