L’ex ct della Nigeria: «Osimhen potrebbe vincere il Pallone d’Oro in 2 o 3 anni»

by Lorenzo Cascini
Osimhen

Appena si apre la fotocamera Gernot Rohr – c.t. della Nigeria dal 2016 al 2021 – ci regala subito un titolo. «Il gol contro la Roma descrive Victor alla perfezione. Forza, tecnica e rapidità d’esecuzione. Ha le qualità per diventare il più forte di tutti». Sentenze e racconti di chi lo ha visto crescere. «La prima volta che l’ho convocato in nazionale era ancora minorenne. Vedevo qualcosa di speciale in lui. Non c’è stata volta – infortuni a parte – in cui io non lo abbia chiamato. C’era tanta concorrenza, da Ighalo a Onouchu, ma io l’ho sempre fatto giocare. Era già pronto»Oggi Osimhen è il capocannoniere del campionato, 14 gol senza rigori e principe dell’attacco del Napoli che viaggia spedito verso lo scudetto. «Seguo tutte le sue partite. Quello che sta facendo è straordinario. Non ti nascondo però che me lo aspettavo, ha sempre avuto le carte in regola per arrivare in alto». 

Gernot Rohr e Victor Osimhen

Rohr, 70 anni a giugno, è uno che di talenti se ne intende. È nato a Mannheim in Germania, ma in Africa è un’istituzione, dopo una vita tra Gabon, Niger, Burkina Faso e Nigeria. È uomo rigido che osserva, scova e valorizza. Senza fare sconti a nessuno. Con Osimhen è stato semplice, gli sono bastati un paio di sguardi per essere sicuro del diamante che aveva tra le mani. «Ricorderò per sempre i suoi occhi, sicuri e decisi. Sono gli stessi di oggi. Ripagano gli sforzi di quel ragazzino che vendeva l’acqua nel traffico di Lagos per aiutare la famiglia». Cicatrici che non si dimenticano. Victor ha faticato tanto per emergere, dribblando difficoltà e problemi. «Poi ci si sono messi gli infortuni che gli hanno sempre dato fastidio. Fino a Lille. Li è esploso e ora a Napoli deve arrivare la sua consacrazione, magari già a partire da questa stagione. L’area di rigore è il suo posto nel mondo, può diventare tra i più forti nel ruolo. Anzi ti dirò di più, penso che entro due o tre anni vincerà il Pallone d’Oro». 

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ex c.t. nigeria osimhen

Gernot Rohr

«Non mi sarei aspettato questo exploit da Lookman»

E se ora Osimhen è in testa al classifica dei marcatori del  nostro campionato, lo segue a ruota Lookman, pepita dell’Atalanta esplosa con Gasperini. «Quando allenavo io la nazionale nigeriana lui giocava ancora con l’Inghilterra. Ma devo dire che il suo impatto con l’Italia mi ha sorpreso. Da giovane non era così forte, noi avevamo tanti esterni e non lo abbiamo mai corteggiato o considerato un potenziale titolare. Non mi sarei mai aspettato questo exploit. Credo sia anche una questione di ruolo. È stato sempre visto come un’ala, quando invece è diventato grande da seconda punta. Complimenti a chi ci ha creduto». 

Oggi insieme sarebbero una coppia fenomenale. Qualità diffusa e talento a bizzeffe. In Nazionale però hanno giocato solo quattro partite insieme, le prime nel marzo del 2022 e l’ultima a giugno, nel 10 a 0 contro il Sao Tomé Prìncipe. Gol di Lookman e quattro squilli di Osimhen. «Hanno fame, motivazione e tanto talento. Possono fare veramente la differenza. Mi ricordo bene quella partita, sembrava che giocassero insieme da sempre». Questione d’intesa e classe. Ma attenzione. Le Super Aquile non si fermano a Osimhen e Lookman, anche se probabilmente basterebbero per far impazzire qualunque difesa. Victor il cecchino e “Mola”, una freccia planata all’improvviso sul pianeta Serie A.

Ma non ci sono solo loro. «In Nigeria ci sono tanti giocatori interessanti, soprattutto in attacco. Due nomi? Onouchu e Moffi». Il primo è il centravanti del Genk, capolista in Belgio a più sei sull’Union St Gilloise. È il capocannoniere del torneo, 16 centri da inizio stagione. «Te lo racconto così. Un centravanti alto due metri, padrone dell’area di rigore. Ogni palla alta è sua. Io l’ho scoperto in un torneo in Egitto, già allenamento era dominante, poi alla prima partita…passano dieci secondi e lui punge di testa. Cross in mezzo e palla in cassaforte. Penso possa meritare di più e arrivare in un top campionato» Poi c’è Moffi. Dodici gol in Ligue 1, secondo solo dietro a Mbappe. Uno che a Lorient ha trovato la sua isola felice e che ora segna a raffica. «Un altro che ha lottato tanto per emergere». Storie che sanno di riscatto. E lo si legge oggi nei loro sorrisi. Con sguardi che le raccontano, senza dimenticare difficoltà e origini. Saranno famosi. Garantisce Gernot Rohr.