Forse è arrivato il momento di Lucas Paquetá

by Alessandro Lunari
Paquetá

 

L’8 gennaio del 2019, a Casa Milan, veniva presentato Lucas Tolentino Coelho de Lima meglio noto come Paquetá. Classe 1997 di Rio de Janeiro, i rossoneri lo avevano prelevato dal Flamengo, club in cui era cresciuto a partire dal 2007. Il colpo portava la firma del direttore sportivo, all’epoca Leonardo, nel periodo in cui il Milan tentava di ripartire e ricostruirsi per l’ennesima volta, dopo il passaggio della società nelle mani della Elliott Management Corporation.

Benedizione e pressioni

«Paquetà ha qualità sia umane che tecniche, ha margini di crescita importanti, nonostante abbia già giocato ad alti livelli in Brasile. Non crediamo sia un investimento rischioso. Poi le scelte sono condivise, tutto è stato scelto e deciso in piena sintonia con la proprietà. È stata una spesa importante, quello sì, ma perché le nostre sono sfide importanti e io mi sento tranquillo. Sappiamo dei paletti che abbiamo. Vogliamo una squadra offensiva, propositiva; poi è chiaro, ci sono momenti e momenti e quello attuale è un momento di ricostruzione. Vogliamo acquistare giocatori offensivi a prescindere dalla nazionalità. Non ho preso Paquetà perché io sono brasiliano, ma perché vogliamo calciatori in grado di scendere in campo in un determinato modo». Queste le parole di Leonardo, proprio durante la conferenza di presentazione di quasi 3 anni fa. Si parlava di ‘investimento importante, ma non rischioso’. Con il senno di poi, alla luce di numeri e risultati individuali, è giusto analizzare il rendimento e il rapporto spesa-resa di Paquetà dal momento del suo arrivo al Milan.

Bilancio e milioni

Come riportato da Calcio e Finanza, il Milan ha acquistato Paquetá a titolo definitivo dal Flamengo per un totale di 38.4 milioni di euro, bonus compresi, firmando un contratto fino al 30 giugno del 2023, con ingaggio di circa 1.7 milioni di euro a stagione. Il giocatore era arrivato nella stessa stagione in cui pure Higuain, Caldara e Piatek transitarono sotto il Duomo. A gennaio fu sostanzialmente rivoluzione, con la cessione del Pipita e l’acquisto del crack polacco dal Genoa, oltre a quello del trequartista brasiliano. Fior di milioni spesi senza però raggiungere l’obiettivo prefissato a inizio annata, ovvero la qualificazione alla Champions League 2019-2020: Gattuso portò i rossoneri al 5° posto finale, mancando il bersaglio grosso per un solo punto di distanza da Atalanta e Inter.

Skippando di qualche mese, si arriva al termine della stagione che ha visto il Milan nuovamente ai piedi dell’Europa che conta, chiudendo 6° con 66 punti, nell’anno più travagliato dell’ultimo mezzo secolo. Nel mercato estivo, ma che potremmo definire autunnale per ovvi motivi di calendario, l’ex Flamengo viene ceduto, per molti un po’ a sorpresa. La nuova destinazione è Lione. Il patron Jean-Michel Aulas si assicura Paquetá pagando circa 20 milioni di euro: ma alla fine, il Milan ci ha perso o ci ha guadagnato?

Sempre secondo quanto calcolato e riportato da Calcio e Finanza, «il valore netto del giocatore al 30 giugno 2019 era di 33.67 milioni di euro. Considerando una quota ammortamento di 8.417 milioni per la stagione 2019-2020, il valore netto residuo al 30 giugno 2020 è sceso pertanto a 25.25 milioni. Se con l’ufficialità dovesse essere confermata una cessione a 21 milioni di euro, il Milan realizzerebbe una minusvalenza di 5.25 milioni di euro nel bilancio 2020-2021 (considerando il valore di carico residuo al 30 giugno 2020), ma l’effetto economico della cessione sarebbe comunque positivo per 5.52 milioni di euro, considerando anche il minore ammortamento e il risparmio dello stipendio lordo nel periodo 1° ottobre 2020 – 30 giugno 2021. L’effetto economico positivo sul bilancio del Milan per l’esercizio 2020-2021 non cambierebbe considerando il valore di carico residuo di Paquetà al 30 settembre 2020 anziché al 30 giugno 2020. In questo caso la minusvalenza scenderebbe a 3.15 milioni, ma a fronte di un minor risparmio di ammortamento (considerato che nei conti 2020-2021 potrebbe essere inserito l’ammortamento del trimestre luglio-settembre 2020)». Questi i numeri forniti dal sito specializzato in data 29 settembre 2020: l’ufficialità del trasferimento è arrivata il giorno successivo.

Paquetá rossonero

Il rendimento di Paquetà in rossonero si è rivelato nettamente al di sotto delle aspettative. Inizialmente, era fisiologico un periodo di ambientamento (anche climatico) e una fase di adattamento e ricezione delle nuove idee tattiche del calcio italiano e di Gattuso, con annesse problematiche relative alla collocazione del giocatore nel 4-3-3 del tecnico calabrese. Il ruolo di mezzala, durante l’esperienza in Italia, non è mai stato l’habitat di Paquetá. Con l’arrivo di Marco Giampaolo e il conseguente passaggio al 4-3-1-2 dell’ex Sampdoria, l’idea generale era quella di vedere finalmente il classe ’97 agire dietro alle due punte, ma non sarà così. Tra Calhanoglu, Suso e il brasiliano, in quella manciata di gare, Giampaolo deporrà le armi del suo scacchiere dogmatico, dopo la sconfitta di Udine, per ‘ritornare’ a un 4-3-3 gattusiano, con Suso eletto a fulcro centrale del gioco nel segno della continuità: la mossa non si è rivelata fruttuosa. L’avventura di Paquetà al Milan si è conclusa con 44 presenze (29 da titolare [65,90%] e 15 da subentrato [34,10%]), 2.516 minuti giocati (57,18 a presenza), un gol segnato un assist effettuato.
Ha giocato 5 gare per intero (11,36% delle presenze), mentre da convocato è rimasto in panchina per 6 volte su 58 convocazioni (10,34%).

Paquetá lyonnais

Basterebbe un solo riconoscimento per far capire il cambio di marcia del giocatore dal suo arrivo nel campionato francese. Al termine del 2020-2021, Paquetá è stato inserito nella squadra ideale della stagione direttamente votata dai tifosi. Qualche mese prima, a gennaio del 2021, France Football lo aveva ‘schierato’ nella sua top 11 ideale del girone d’andata. Insomma, un impatto senza dubbio positivo e che soprattutto non si è rivelato essere una breve e intensa fiammata, frutto del cambio di maglia e di aria. Domenica ha realizzato il gol del momentaneo 0-1 al ‘Parco dei Principi’, nel big match poi vinto in rimonta allo scadere dal PSG: il suo nome resterà per sempre il primo di colui che ha trafitto l’ex compagno Gigio Donnarumma nella sua nuova esperienza parigina.
Per di più, come analizzato da Opta, Paquetá è il brasiliano ad aver preso parte a più gol (16), tra i giocatori verde-oro che militano nei top 5 campionati europei nel 2021, con 11 reti e 5 assist.

Un cambio di marcia che in pochi si sarebbero aspettati dopo il rendimento avuto al Milan, ma si sa, nella vita e nelle carriere c’è sempre una seconda chance, prima di venire bollato come ‘eterna promessa’. Il riassunto del paragone, ampiamente congruo ed esaustivo, tra il Lucas Paquetá visto in rossonero e quello che attualmente veste la 10 del Lione, come prima, è tradotto in questi numeri con l’OL: 41 presenze (35 da titolare [85,37%] e 6 da subentrato [14,63%]), 3.113 minuti giocati (75,92 a presenza), 13 gol segnati5 assist effettuati. In sostanza, ha messo lo zampino in un gol ogni 172,94 minuti in campo. Ha giocato 17 gare per intero (41,46% delle presenze), mentre da convocato è rimasto in panchina per una sola volta su 42 convocazioni (2,38%), il 4 ottobre 2020, alla prima chiamata di mister Rudi Garcia.

Ora Lucas sa fare il Paquetá e chissà che quell’accento sulla lettera finale del suo nome non lo abbia aiutato ad ambientarsi meglio.