Parigini: «Vi racconto il Como, Fabregas e De Zerbi»

by Redazione Cronache
Parigini

«Quando mi hanno proposto di andare a Como, ho sposato a pieno il progetto. Oltre al nuovo centro sportivo che sta per terminare, c’è un progetto sportivo ambizioso e importante. L’anno scorso è stato di transizione, la Serie B è un campionato difficile ma questa stagione abbiamo traguardi ancora più alti. Ci credo e sono felice di aver sposato il progetto Como». A dirlo è Vittorio Parigini, trequartista o ala di 26 anni in forza al club lombardo intervistato sul canale Twitch di Cronache di Spogliatoio.

Il Como, la squadra che in estate ha accolto pure Fabregas. «Oltre ad essere un calciatore top, è una persona fantastica che ci da tanti consigli, anche sulle piccole cose, è un riferimento per noi. Specie in campo, vede prima le giocate, ci supporta, ci dà la carica, per noi è un valore aggiunto. A volte non ci rendiamo conto di chi abbiamo accanto» dice Parigini.

Poi aggiunge: «Fabregas è un idolo: fa il fantacalcio di Serie A, lasciando a casa moglie e figli per stare, anche 8 ore di fila, coi compagni conosciuti da poco. Ha preso tutti i suoi ex compagni, tipo Pedro della Lazio, non sta benissimo in classifica ma non gli importa, si diverte».

«Da quando è nata mia figlia – continua tornando alla sua carriera – a livello fisico, mentale, totale, mi sento una persona diversa: più matura, più responsabile, più consapevole dei miei mezzi, consapevole che deve ancora dimostrali appieno. Sono un ragazzo cambiato. La vita fuori dal calcio è l’80%, se non stai bene fuori, te lo porti in campo, negli allenamenti, nel quotidiano. Non sei sereno e non metti il tuo talento a disposizione della squadra. La mia vita ‘fuori’ per me è fondamentale».

Con Parigini, poi, abbiamo parlato anche un po’ del suo passato: «Nella mi under 21 c’erano giocatori fortissimi. Zaniolo aveva un fisico mostruoso, e c’erano tanti talenti come Chiesa, Cerri, Calabria, Bastoni e altri. Il più pazzo era Barella. Bussava forte alle porte e scappava, tirava acqua addosso…».

Passando ai tecnici, «De Zerbi è uno degli allenatori più forti per ciò che ho vissuto, poi Mazzari a livello personale mi ha dato la spinta per esordire con il Torino. De Zerbi vive di calcio tutti i giorni ed è una persona vera». «Cosa cambierei della mia carriera? Vorrei essere più determinante sotto porta e fare più gol. Il sogno? Giocare 5 minuti con Messi».