Parlati, il centrocampista del Monterosi che ha parato un rigore al 94′

by Alessandro Lunari
Samuele Parlati portiere monterosi

Tra i sogni più reconditi di alcuni giocatori di movimento ce n’è uno che ricorre spesso: il portiere viene espulso, i cambi sono finiti e serve un eroe. Anche solo per provare il brivido, almeno per una volta nella vita, di indossare i guanti tra i pali. Samuele Parlati, questo sogno, lo ha vissuto davvero. Una vita passata a combattere per affermarsi a centrocampo, e poi la fama che arriva grazie a una parata che segna la domenica del Monterosi in Serie C. Al 92’ della sfida contro il Giugliano, in vantaggio di 1-0 il Monterosi causa un rigore: il portiere Alia viene espulso, i cambi sono finiti. Sgomento.

Parlati, portiere per un giorno al Monterosi

«Si è creato il panico ed è successo tutto al volo. Ognuno diceva all’altro: ‘Vai tu’. ‘No dai, vai tu’. Poi alcuni compagni si girano verso di me: ‘Dai Samu, vai tu’. Mi sono detto: ‘Quello che succede, succede. Al massimo se prendo gol, non è colpa mia’. Così mi sono messo la maglia e i guanti», perché qualcuno in porta la partita deve pure finirla.

Il preparatore dei portieri si avvicina poco prima del penalty: «Mi ha spiegato dove buttarmi, e io ho seguito il suo consiglio». Sul dischetto, per il Giugliano, va Salvemini. Parlati si tuffa alla sua destra, il tiro è forte ma non angolatissimo. Avvinghia il pallone, lo ferma e lo tiene tra le mani. I compagni lo travolgono per esultare e, pochi secondi dopo, raggiungono l’apoteosi con il sigillo di Tolomello al 97’.

Samuele Parlati portiere monterosi

Eroe di giornata grazie – anche – a dei guanti speciali: «Me li ha dati Giacomo Moretti, del 2003, che era in panchina. Quei guanti fanno miracoli. Lui ci ha esordito in Serie C a 20 anni, io ho parato un rigore. Negli spogliatoi gli ho detto: ‘Dai, quanto vuoi per sti guanti? Li appendo sulla parete in camera’». La sua storia è subito salita alla ribalta: «Ho passato la mattinata a rispondere ai messaggi. Non succede spesso. Di solito mi sarei aspettato di riceverli per gol o assist… mica per un rigore parato. È strano».

L’affetto e i sogni: «Arrivare in Serie B»

La chat di Instagram piena, messaggi da «gente che non sentivo da anni: ‘Ma dai, Samuè! Ma che hai fatto? È ora di cambiare ruolo’». D’altronde non capita tutti i giorni: «Non avevo mai parato un rigore. Come mi metto i guanti, si avvicina il nostro preparatore dei portieri: ‘Lo tira forte alla tua destra. Metti tutta la forza che hai sulle gambe e buttati a destra. Spingi quanto puoi’. Era convinto». Al rientro negli spogliatoi,«i miei compagni hanno iniziato: ‘Oooh, finalmente abbiamo trovato un portiere. Un muro’».

Samuele ha sempre fatto il centrocampista: «Magari, da piccolo il terzino, ma non ho mai giocato in porta in prima squadra. Magari sulle spiagge di Gallipoli o nel campetto dietro casa. Giocavamo io e mio cugino: lui faceva l’attaccante, io il portiere. Ci scambiavamo i ruoli. Lui lo è diventato davvero. Era il 3° portiere del Gallipoli salito in Serie B nel 2009/10 col Principe Giannini. Aveva 19 anni, è sempre stato il mio punto di riferimento». Passata l’euforia, è tempo di sognare davvero: «Affermarmi in Serie B. Voglio salire di categoria. Perché no… magari proprio col Monterosi».