Lo storico poker di Cavani, ai tempi del Napoli, contro il Dnipro nel 2012, è rimasto impresso nelle menti di tutti gli appassionati. Nella sfida di Europa League, tra Spartak Mosca e Leicester, un altro giocatore ha seguito le sue orme:
il giovanissimo Patson Daka.
Si può pensare che portarsi sulle spalle il peso di un cartellino pagato 30 milioni non sia semplice, soprattutto a 23 anni. Eppure, per chi è abituato a sopportare la pressione di un popolo intero, cioè di 18 milioni di zambiani, può essere più facile del previsto. “Pressione” sembra essere una parola che non esiste, nel vocabolario di Patson Daka: arrivato a Salisburgo nel 2016, passato attraverso la squadra-satellite del Liefering, quattro anni più tardi ha avuto il compito di sostituire Erling Haaland nell’attacco degli austriaci. Da allora, 44 gol in una stagione e mezza, come se niente fosse, per un totale di 68 in 125 partite con il club austriaco, prima del passaggio al Leicester nell’estate 2021. «Voglio che le madri mi indichino e dicano “voglio diventare come lui”», ha detto in un’intervista poco dopo la sua esplosione in Austria. Un sogno non casuale: intanto perché Daka, a 23 anni, è già unico nel suo genere: lo Zambia infatti, a differenza di altre nazioni africane, non ha mai avuto giocatori – e soprattutto attaccanti – capaci di imporsi a livello europeo. Almeno fino a Patson, che con la sua nazionale ha già vinto un torneo continentale Under-17, e che grazie a quel successo fu notato da Frederic Kanoute, ex bomber maliano del Siviglia ora scout, e segnalato alla Red Bull. E non è casuale nemmeno il riferimento alle madri: Daka gioca per rendere orgogliosa la sua, e per riempire con i suoi successi il vuoto lasciato dalla scomparsa del padre Nathali, ex calciatore che non è mai riuscito a vedere il figlio esplodere tra i pro.
E dire che tutto era iniziato quasi per caso. Un giorno, nella capitale zambiana Lusaka, Patson si iscrive a un provino per l’Airtel Rising Stars, tra i più importanti tornei giovanili africani, convinto da un amico. Ha 14 anni, ma è così forte che gli scout del Celtic di Kafue lo prendono subito. Con lui, viene selezionato anche Enock Mwepu, con cui condivide tutto. Anche il grande salto in Europa: prima tocca a Patson, che il passaggio dallo Zambia all’Austria lo soffre parecchio soprattutto per il freddo (ed è costretto a riscaldare guanti e scarpe prima delle partite, altrimenti non riesce a scendere in campo). Poi a Enock, mediano dai piedi buoni con cui Daka inizia sostanzialmente a vivere in simbiosi. I due, passati attraverso lo screening “scientifico” dei computer Red Bull (lo scouting del gruppo avviene, in una prima fase, soprattutto attraverso una grande raccolta di dati e analisi di video automatizzati), sono giudicati perfetti per il Salisburgo e nel gelo austriaco muovono i primi, grandi passi nel calcio europeo. Insieme, volano anche Oltremanica: Patson al Leicester per 30 milioni, Enock al Brighton per 25.
Prima punta mobile, dalle ottime doti fisiche (184 centimetri per 74 chili) ma capace di svariare su tutto il fronte d’attacco, Daka è dotato di buone qualità tecniche, è imprendibile nelle progressioni palla al piede e sa inserirsi e giocare bene nello stretto. Il suo exploit nel campionato austriaco ha dimostrato che, contro squadre aperte e tatticamente non irresistibili sa essere devastante, tanto da non far rimpiangere troppo Haaland. Un “nuovo” Erling quindi? No, «c’è solo un Haaland, e solo un Daka», ha risposto quando quella domanda è diventata un fastidioso ritornello. Anche perché, a differenza dell’attaccante norvegese, lo zambiano ha faticato molto di più in campo europeo: dei 68 gol segnati con il Salisburgo, solamente cinque sono arrivati tra Champions ed Europa League in 26 gare, mentre in appena sei partite (tra settembre e dicembre 2019) l’attaccante ora al Borussia Dortmund ne aveva fatti otto. Ognuno ha il suo percorso, e con quella risposta Daka lo ha voluto chiarire una volta per tutte.
Anche perché poi le cose sono cambiate rapidamente: in estate, il Salisburgo ha accettato l’offerta del Leicester e Daka è volato in Inghilterra, ennesimo gioiellino preso a niente e rivenduto a tanto dai club Red Bull. Un calcio diverso, più intenso e con difese meno allegre, in cui l’attaccante ha fatto un po’ di fatica ad ambientarsi: nelle prime otto partite di campionato, infatti, ha giocato appena 39 minuti, rimanendo in panchina per tutto il resto del tempo. In controtendenza rispetto al suo passato, invece, ha trovato più spazio e maggiori soddisfazioni in Europa League: tre partite, quattro gol segnati, tutti contro lo Spartak Mosca nella partita giocata mercoledì. Quattro reti che rappresentano al meglio il suo repertorio: capacità di muoversi rapidamente tra le linee e infilare in verticale le difese avversarie, opportunismo, potenza, precisione. Un poker che, già straordinario di suo, ha coronato al meglio i quattro giorni che potrebbero già rappresentare una svolta nella sua esperienza inglese: il sabato precedente, infatti, era arrivato il suo primo gol in Premier League nel 4-2 del Leicester contro il Manchester United. «When the time is right, I the Lord will make it happen», ha scritto su Instagram citando il profeta Isaia dopo il suo capolavoro contro lo Spartak. Tutto succede con i propri tempi, basta solo saper aspettare.