Paulo Sousa: «Bernardeschi è un campione. Un giorno mi piacerebbe…»

by Redazione Cronache

Paulo Sousa, attuale allenatore del Bordeaux, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport. Ecco le parole del tecnico portoghese anche in merito alle ex squadre in cui ha giocato e allenato in Italia.

JUVENTUS – «Ho sempre sognato una squadra che mi consentisse di allenare campioni e di provare a vincere. E la Juventus lo è senza dubbio. Ma non vorrei, mai e poi mai, arrivare alla Juventus per la mia amicizia con Andrea (Agnelli, ndr). So che in certi casi funziona così, non per me. Mi piacerebbe un giorno meritare quella panchina perché credo che io possa dare qualcosa».

CHIESA – «Avevo notato fin dalle partite di allenamento contro la Primavera il suo modo di giocare. E mi aveva colpito. Non solo per le qualità tecniche e fisiche, ma per come, nonostante la giovane età, avesse la forza di volontà di crescere e di alzare sempre il suo livello. Oltretutto è uno che spinge a chiedere lo stesso al gruppo, è un trascinatore insomma. E mi è piaciuto anche il modo con cui ha affrontato il passaggio in prima squadra. Sono convinto che diventerà un campione, ne ha tutte le qualità e le caratteristiche, e se dovesse approdare in un grande club come la Juventus, ne trarrebbe ancora più vantaggio perché amplierebbe il suo raggio di ispirazione e, a contatto con altri campioni di alto livello, potrebbe ispirarsi e imparare. Lui è un tipo che ama imparare, lo vedrei bene in un grande club».

BERNARDESCHI – «Federico, credi in te stesso come io credo in te! Lui è un grande giocatore e si esprimerà ad alto livello. Ha una bella personalità, è un ragazzo molto sensibile e ha qualità immense. Alla Fiorentina lo misi sulla fascia perché secondo me da quella posizione può allargare la sua visione del campo. Fede, credici, sei un grande campione».

SARRI – «Una scelta coraggiosa da parte della Juventus, ma un’ottima scelta. Maurizio è un eccellente allenatore, che secondo me ha già lasciato una sua impronta nel calcio: per il gioco che propone e per il suo modo di essere. Personalmente è sempre stato bello affrontarlo, perché è un allenatore che ti stimola un pensiero calcistico superiore. Credo che sia anche un vincente, come ha dimostrato al Chelsea».