Perché gli allenatori guardano spesso i tablet in panchina

by Giacomo Brunetti

E se vi dicessi che in Italia guardare le partite dall’alto come fa Luis Enrique dalla tribuna sarebbe inutile? Ho estremizzato il concetto, ma sono gli stessi protagonisti in campo ad ammetterlo. Né in Inghilterra, né in Spagna e nemmeno in Francia c’è una tecnologia come quella sviluppata dalla Serie A in Italia. Uno degli assistenti di Mourinho, una volta arrivato alla Roma, ha detto: “Non ho mai visto niente di simile”.

Quando vedete gli allenatori voltarsi verso la panchina oppure andare accanto a un tablet (o computer) presente nei paraggi, è grazie a una tecnologia unica nel suo genere. Sostanzialmente, grazie a software avanzatissimi e a una serie di telecamere agganciate alle coperture delle tribune degli stadi, gli algoritmi forniscono in tempo reale agli staff tecnici del nostro campionato analisi dettagliatissime di ciò che sta accadendo in campo.

Vi spiego. Le telecamere riprendono grazie alla visione zenitale, una prospettiva di osservazione dall’alto verso il basso, come se si guardasse da un punto situato direttamente sopra di esso (dallo “zenit”, cioè il punto più alto nel cielo rispetto all’osservatore). A questo punto, il servizio arriva direttamente in panchina o in tribuna, dipende dal flusso di lavoro della squadra e da dove si trova il responsabile dello staff. La produzione è affidata alla stessa azienda che cura anche VAR e Goal Line Technology. Direttamente allo stadio le camere di tracking identificano la posizione esatta di ogni giocatore (e 29 punti articolari per analisi biomeccanica) che viaggiano 50 volte al secondo, via cavo al data hub di Lissone, dove sono sincronizzati coi dati evento (tiro passaggi, dribbling, ecc.). Il viaggio è solo a metà strada. Da qui i dati sono sparati con un’antenna 5G su una piattaforma cloud dove incontrano degli algoritmi di intelligenza artificiale che processano ed elaborano indicatori di performance che vengono poi esposte a terzi: dai siti alle app, e pubblicati sull’IM Coach, un app tablet  o web, che è messa appunto a disposizione delle squadre, che accedono a in tribuna o direttamente in panchina.

 

 

Il ritardo o delay dell’immagine è praticamente nullo: 200millisecondi, un battito di ciglia. Guardate l’immagine qui sopra: Maignan sta per rinviare e anche sul tablet, la situazione live è praticamente identica. Questo permette alle squadre di studiare le situazioni anche in tempo reale. La Lega Serie A ha investito moltissimo con l’obiettivo di rendere più competitivo il campionato, fornendo democraticamente questo servizio a tutte le società, essendo molto oneroso, perché probabilmente non tutte potrebbero permettersi software e machine learning di questo livello.

Vi faccio alcuni esempi: c’è una funzione “replay” con cui lo staff può tornare indietro e utilizzare le ricostruzioni 2D come lavagna tattica (ad esempio durante l’intervallo, un cooling break o una pausa per revisione VAR). Ci sono indicatori di performance calcolato negli ultimi 10 minuti per vedere gli andamenti e cosa sta accadendo live in campo, quali sono le tendenze della squadra. Ci sono anche notifiche fornite dall’AI che analizzano i dati e tirano fuori le killer information con degli alert scritti in linguaggio naturale. L’app IM COACH segue i movimenti dei giocatori in ogni zona del campo e misura le sue prestazioni sia con la palla sia senza, riuscendo a far emergere tutte le sue caratteristiche invisibili ad occhio nudo. Permette anche di studiare i pattern ricorrenti della squadra avversaria, al di là di quello che si può vedere nel cono visivo della ripresa televisiva.

Non c’è una figura specifica negli staff che se ne occupa, ogni allenatore ha il suo uomo di fiducia ma servono comunque competenze data-driven per questi Lega organizza 2 volte l’anno delle giornate di formazione per i match e data analyist delle squadre.