Perché la Copa del Rey è il trofeo più ambito (e curioso) in Spagna

by Redazione Cronache

di Leonardo Maldini

Questa edizione della Copa del Rey 2020-21 è iniziata senza conoscere il campione dell’edizione precedente. Poiché la finale tra Athletic Bilbao e Real Sociedad, prevista per aprile 2020, è stata rinviata di un anno causa covid, si è verificata un’assurda circostanza: nessuno, in questa edizione, ha difeso la corona.
La finale dell’edizione 20192020 si è giocata il 4 aprile 2021. Il Derby basco tra Real Sociedad e Athletic Bilbao è stato vinto dai cugini biancoblu; la finale sui social è stata ricordata anche per il gesto di Muniain che, sciaguratamente, toccò la coppa prima di entrare in campo, perdendo poi la finale.
Ieri sera, nella stessa città e nello stesso stadio, a Siviglia, c’è stata la finale dell’edizione 2020-21 tra Barcellona e gli stessi cugini del Bilbao, che ha visto trionfare i blaugrana per 4-0.

Ma questa delle due finali a poche settimane di distanza è solo un esempio di quanto curiosa sia la Copa del Rey.

Storia

La Copa del Rey è il più antico torneo tenuto in Spagna. La prima edizione si è tenuta nel 1903; molto prima della prima divisione spagnola, che inizia nel 1929.
Sebbene ci siano trofei di Coppa più antichi come quello inglese (1871) o scozzese (1874), la Coppa di Spagna è uno dei classici dell’Europa continentale, davanti a paesi come Francia (1917), Italia (1922) e Germania (1934).
La prima edizione della Coppa si giocò nel 1903 all’Hipódromo de la Castellana di Madrid. Consisteva in un triangolare tra l’Espanyol, il Madrid FC e l’Athletic, il tutto alla presenza del monarca Alfonso XIII. Il Re si affezionò parecchio alla competizione, tanto che volle pagare di tasca sua ospedale e servizi alle tre squadre partecipanti. I biancorossi furono i primi campioni del torneo, dopo aver battuto prima i catalani e poi il Madrid nella terza partita. Curiosamente, l’ippodromo di Castellana è stato anche il primo luogo in cui si è giocato il primo classico del calcio spagnolo tra il Madrid.
Non c’è torneo in Spagna che possa vantarsi di avere così tanti vincitori, attualmente quattordici. Tra i campioni che hanno scritto il proprio nome sull’albo d’oro, le prime 3 squadre, che dominano la classifica, sono Barcellona a quota 31, Athletic Bilbao a quota 24 e Real Madrid a quota 19.

Vincere la Coppa non significa portarla a casa

Il trofeo, secondo la tradizione, diventa proprietà del club solo se questo si proclama campione per tre anni consecutivi, o cinque alternati. Ecco perché non tutti i club che hanno vinto la Coppa del Re hanno il trofeo in bacheca. Questo privilegio coinvolge al momento solo quattro squadre: il Barcelona, l’Athletic Club, il Real Madrid e l’Atlético di Madrid. Il resto delle squadre che hanno vinto la competizione espongono in bacheca solo una replica del trofeo più piccolo dell’originale, che possono ritirare dieci mesi più tardi dalla premiazione stessa. C’è stata solamente un’eccezione al regolamento: nel 2010, quando il Siviglia vinse la coppa, la Federazione Spagnola concesse al club la totale proprietà del titolo, per festeggiare la vittoria del Mondiale della Spagna.
La coppa, dal valore di 10.000 euro, viene commissionata dalla federazione ogni qual volta un club ottiene questo diritto di proprietà. Questa pesa 15 chili; il corpo è composto d’argento, mentre buona parte dei dettagli è fregiato in oro. Il trofeo è stato progettato e prodotto per più di mezzo secolo dalla gioielleria Alegre di Madrid, vicino a Puerta del Sol. Per coincidenza, questa stessa gioielleria si occupa anche di ritoccare lo scudetto.

Uomini simbolo della Coppa

Due leggende dell’Athletic Bilbao sono state, e sono ancora, protagoniste della Copa del Rey. L’attaccante spagnolo Gainza realizzò otto gol nella stessa partita in uno spareggio contro il Celta nel 1947 che finì  12-1 a San Mamés, un record assoluto in una partita. Gainza è anche il giocatore con più Coppe in bacheca (8). Nonostante tutto questo, non è lui il capocannoniere della competizione. Onore che spetta a Zarra, autore di 81 gol in 74 partite con l’Athletic Club, dal 1940 al 1955. Messi, per fare un esempio, è a quota 55. Andoni Zubizarreta, ex portiere di Barcellona, Bilbao e Valencia, è invece il giocatore con più presenze nella competizione (104).

Perché la Copa del Rey è il trofeo più ambito in Spagna?

La Liga non è mai stata famosa per essere un campionato competitivo. Lo strapotere del Real Madrid, accompagnato negli ultimi 20 anni anche dal Barcellona e dall’Atletico, “ammazzano” di anno in anno il campionato. Nonostante quest’anno le prime 4 posizioni siano a distanza di pochi punti l’una dall’altra, le grandi squadre hanno un divario tecnico importante con le altre. Per ottemperare a ciò, le squadre della penisola iberica, che partono già sconfitte in campionato e possono ambire al massimo ad un posto in Europa, puntano ad una competizione alternativa: la Copa del Rey. Basti vedere i festeggiamenti della Real Sociedad poche settimane fa, per capire quanto le squadre spagnola tengano alla competizione. Non a caso il trofeo è l’unico in Spagna che vanta almeno 14 vincitori in tutta la storia.

Come funziona la Copa del Rey?

A partire dalla scorsa stagione, la Coppa viene giocata a partita singola fino alle semifinali.

C’è stata anche un’apertura al calcio non professionistico, e il torneo è passato da 80 a 116 partecipanti. Il quadro dei club è composto dalle 20 squadre della Prima, 22 della Seconda, 28 della Seconda B usciti dai primi sette classificati di ciascuno dei quattro gruppi, e 32 della squadra della Terza, di cui 18 saranno i campioni di ogni gruppo e 14 i migliori secondi classificati. Hanno posto nella Coppa del Re anche le quattro squadre che nella Coppa Federazione, disputata da squadre della Seconda e Terza B, arrivano alle semifinali. Una regola recente allarga inoltre la partecipazione alle 10 squadre di categoria regionale, che disputano un’eliminatoria tra le 20 squadre campioni. Nonostante la Copa del Rey sia giocata da tutte le squadre dalla Prima alla Terza divisione, a partire dalla stagione 1990-91 le squadre affiliate hanno cessato di partecipare. Le varie Barcellona B e Real Madrid Castilla sono escluse dalla competizione. La squadra “B” che si è spinta più lontano in un’edizione di Copa fu la Castilla, che raggiunse la finale del 1980 e la disputò davanti allo stesso Real Madrid al Santiago Bernabéu.
Le partite, si tengono a casa della squadra più appartenente alla lega più bassa, e nel caso di sorteggio di due squadre della stessa categoria, si gioca nello stadio del club che è uscito per primo nell’estrazione.
Solo in cinque occasioni, la coppa è stata vinta in finale ai rigori e solo in 17 ai supplementari. Nonostante le parecchie squadre di diverse leghe che partecipano alla competizione, solo 3 squadre di seconda divisione nella storia hanno raggiunto la finale, ma nessuna delle 3 ha mai vinto il titolo. Solo in un’occasione un giocatore di una squadra di seconda divisione si è laureato capocannoniere della competizione. Nel 2012, infatti, Pablo Infante, centrocampista del Mirandes, vinse il titolo di Pichichi della Copa del Reycon 7 gol, portando la squadra in semifinale.
In tutta la storia, il Celta Vigo è la squadra che ha partecipato più volte alla finale e alle semifinale senza vincere il titolo: 4 finali e 8 semifinali non sono bastate per il club di Vigo.
Ci fu poi un caso particolare in cui una squadra venne espulsa dalla competizione. La prima, e fin ora unica, fu il Real Madrid nel 2015 quando, con Benitez in panchina, schierò in campo Cherishev contro il Villarreal. Il giocatore aveva rimediato una squalifica nell’edizione precedente, con la casacca del Valencia, e non avrebbe potuto schierare (nemmeno convocare) il giocatore, che entrò a 20 minuti dalla fine.

Davide contro Golia

La Coppa del Re è sempre stata uno scenario affascinante e teatro di molti scontri Davide contro Golia. Nella storia recente della competizione, infatti, diverse squadre di categorie inferiori hanno avuto la meglio contro squadre della Liga. Non solo il Barcellona contro l’Alaves due anni fa, e il Real quest’anno contro l’Alcoyan, un club di terza divisione. Ci si ricorda ad esempio della goleada dell’Alcorcón contro il Real Madrid nel 2009. Un club di terza serie e con un budget 400 volte più piccolo di quello dei Galacticos. Nell’andata dei sedicesimi la gara finisce addirittura 4-0 (con doppietta del “tifoso” madridista Borja), con un Real sì rimaneggiato ma che in attacco schierava comunque Raul, Van der Vaart e Benzema. L’1-0 per i blancos al ritorno non riesce a cancellare quello che passerà alla storia come “Alcorconazo”.
Anche l’eliminazione dell’Atletico Madrid, capolista della Liga, è stata una grande sorpresa riservata da questa edizione. Quello che sembrava un turno agevole invece si rivela una disfatta e a fare l’impresa è il Cornella, che vinse 1-0 con un gol segnato in avvio da Jimenez (un ex, avendo giocato nella squadra ‘B’ dell’Atletico nel 2018), al quale i colchoneros non sono riusciti a replicare. Non una novità, a voler ben vedere, per l’Atletico, che già nella passata edizione era uscito dalla Coppa battuto da una squadra di terza divisione, nello specifico il Cultural Leonesa, che aveva eliminato Simeone vincendo 2-1 dopo i supplementari, nei sedicesimi di finale.