Platini: «Pirlo era un allenatore già in campo. Mi piace Conte, su Rabiot avevo ragione io»

by Redazione Cronache

L’ex numero 10 della Juventus, Michel Platini, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport alla vigilia del derby d’Italia tra l‘Inter e i bianconeri.

PASSATO E PRESENTE – «Il mio era un calcio di giocatori, oggi contano più gli allenatori. E ce ne sono di bravissimi. Non dico sia meglio o peggio, è diverso. Però i fuoriclasse non possono essere confinati negli schemi: fanno quello che vogliono. Sempre. Pensa che l’allenatore del Barça dica a Messi come giocare? O Pirlo a Ronaldo? Trap non mi ha mai detto niente, ci siamo adeguati reciprocamente. Segnavo tanto e ci voleva più propensione offensiva. Io, Zibì e Paolo eravamo diversi da Causio e Bettega e da Sivori-Charles».

PLATINI OGGI – «Dove giocherei? Difficile dirlo, ai miei tempi c’erano due centrocampisti difensivi, due ali, un centravanti e un regista come me. Già nel 4-4-2 non so dove sarei finito, forse seconda punta. Zidane a Madrid è stato schierato a sinistra perché tutti volevano un centrocampo di marcatura. Anche Ronaldinho è finito in fascia. Tutti gli artisti sono stati spostati lì. Non so neanche se sarei stato un calciatore».

CR7 – «Ronaldo è il numero uno dei ragazzi d’oggi come io lo ero per gli juventini degli anni 80 e Sivori prima. Lui o Messi? Due fenomeni totalmente diversi. Uno piccolo e svelto, l’altro alto e forte. Due giocatori meravigliosi da 15 anni».

PIRLO – «Era già allenatore in campo, perché non dovrebbe esserlo in panchina? Mi pare sia partito con la filosofia giusta, sempre alla ricerca dello spettacolo e del gol. Diamogli tempo, sarà importante la gestione. E lasciamo che ci siano dei romantici in panchina».

IL PARAGONE CON CONTE – «Mi piace Conte. Ha fatto cose grandissime. Grintoso, sempre in movimento. Come lui solo Simeone e Gattuso. Altri sono più tranquilli, come Pirlo, forse tengono tutto dentro. Per loro due c’è un compito difficile e facile allo stesso tempo: devono fare risultato per forza, ma hanno le squadre migliori».

PRONOSTICO – «1-0, gol di CR7. Sarà appassionante. La Juve ha Ronaldo che è fantastico, fenomenale, decisivo dovunque, con quel fisico bestiale, quella testa, quell’atteggiamento professionale che lo fa giocare a 36 anni».

IL DOMINIO DELLA JUVENTUS – «Se mi piace? A me sì, se vince la Juve, perché l’amo. Ma se ami il calcio italiano è bene che ci siano anche altre a vincere. Con il fair play volevo evitare i debiti e ci sono riuscito. Poi potevi comprare Platini, Maradona e Messi assieme, se avevi i soldi. Ma ormai sono fuori e non me ne frega niente».

I DUE PROBLEMI – «Conosco poco Eriksen. Dybala sì e mi piace. Tantissimo. Fa parte della categoria di Maradona, Sivori, Neymar, può darsi abbia un po’ meno talento ma vediamo. Non è Ronaldo, non è Messi e non è un regista, ma un 10 che gioca da punta».

IL TRIDENTE – «L’argentino, CR7 e Morata insieme? Gli attaccanti possono essere anche sei, importante partecipino al gioco. E se due non difendono ce ne sono altri otto».

UNA JUVE TRANSALPINA – «Rafia non lo conosco, in Francia siamo 65 milioni, ma Rabiot sì. Era un bell’acquisto, l’ho detto subito. All’inizio mi avete preso per stupido, ora capite che avevo ragione. Ma sa qual è il problema? Si vedono tutte le gare e si dà un giudizio definitivo ogni 90’. Si può sbagliare».

SCUDETTO – «Attenti al Milan. Fa sempre risultati, è primo e non si fermerà. Questa A è combattuta».

NOTA DI MERITO – «Chi mi piace della Serie A? L’Atalanta. Contro il Psg è stata spettacolare. Ricordo Gasperini da giocatore, forse non era top, ma da tecnico è di prima categoria. E poi è giovanissimo, 62 anni, poco meno di me».