Kebab, basket e Balo style: Pogba e Torino, dov’eravamo rimasti?

by Francesco Pietrella
Pogba

Dieci anni fa si postava ancora su Facebook, e il ventenne Paul Pogba non perdeva tempo per far sapere dove fosse. In una delle prime foto torinesi del francese c’è scritto «pizza time». Paul indossa due occhiali tondi alla Harry Potter, una camicetta a quadri rossa e nera e ha uno zaino beige dietro le spalle. Davanti a lui, a scattare il selfie, un paio di ragazzi increduli nel servire il giovane ‘polpo’ davanti al bancone, soprannome storico mai intaccato dagli anni.  

«Olimpico Pizza Kebab»

Pogba sta per tornare a Torino dopo sei anni di alti e bassi al Manchester United, e all’ombra della Mole, «il posto in cui sono diventato uomo», troverà il fido «Olimpico Pizza Kebab», dove si riforniva ogni tanto dopo le partite.  Se cercate su Google troverete un paio di foto con i gestori del posto, tra cui quella con lo zaino in cui sembra uno studente fuori sede. Nell’altra, la seconda tra i risultati, sembra addirittura Mario Balotelli: maglietta bianca, occhiale sul colletto, crestino, tuta, due orecchini di brillante grossi così appoggiati sui lobi. Stile da ventenne torinese. 

Bentley nera e Maserati

Quand’era alla Juve aveva due/tre posti del cuore: oltre all’Olimpico Kebab, la churrascaria Copacabana e il bowling di via Monginevro. Ogni tanto si faceva qualche serata al One Apple di Antonio Conte. Girava con una Bentley nera e si fermava dagli amici per il kebab. Prima ancora, nel 2016, sfrecciava con una Maserati Coupé blu elettrico. «Veniva quasi tutti i giorni – hanno raccontato – anche solo per un saluto. Prendeva per sé e per gli ospiti. A casa sua c’era sempre il pienone, e poi portava su. Adorava il piatto kebab con tanta carne, pomodoro, insalata, cipolle, patatine e salsa piccante». Abbondante. 

Cos’è stato Pogba a Manchester

Torino ha visto arrivare Pogba da ragazzino, l’ha salutato da uomo e oggi lo riaccoglie da piccola star, campione del mondo con la Francia e stella offuscata di Old Trafford, dove forse non è mai stato felice per davvero. Dieci anni fa fu scartato da Ferguson e sbolognato alla Juve, negli ultimi sei anni ha dispensato magie a tratti, 39 gol e due trofei (Coppa di Lega ed Europa League). Attore mai protagonista di un Manchester non più come quello di Sir Alex, bello e vincente, osannato e temuto, ma timido e inquieto, «fantastique» solamente a tratti, proprio come Paul: 16 gol nel 2018/19, uno la stagione successiva, esattamente come nel 2021/22. Incomprensioni, musi lunghi, qualche lite. Una di queste con Mourinho. «Ero infortunato. A Miami un paparazzo mi ha fotografato insieme a mia moglie. Mou ha mandato la foto a Raiola». Apriti cielo: «Sei serio?, gli ho scritto. ‘Non sono come gli altri, mi alleno tre volte al giorno». 

Max Allegri e le porticine

Pogback è di rientro a Torino. Si allenerà alla Continassa e non a Vinovo. Ritroverà alcuni vecchi amici e soprattutto Allegri, con cui giocava a basket tra un allenamento e l’altro, salvo poi sfidarlo nei tiri nelle porticine. In un’intervista su Dazn, Max ha dribblato l’argomento con astuzia e ironia. Ha detto che Paul se n’è andato perché «perdeva sempre, sia con i piedi che con le mani», e che per questo «difficilmente tornerà». Ovviamente ha lasciato andare lì la cosa con la sua solita parlantina, ma ormai il rientro del francese è cosa nota. Con un piccolo record: Pogba abbraccerà la Juve per la seconda volta a parametro zero. Il tutto dopo un addio da cento milioni nel 2016. Forse potrebbe anche tornare ad abitare nel suo attico in Via Filadelfia 106, la somma dei numeri di maglia avuti alla Juventus, trecento metri quadri di casa con vista sull’Olimpico… di Torino. Come il kebab di fiducia. Destino. Sempre e comunque con i colori bianconeri.