a cura di Cosimo Bartoloni, Giacomo Brunetti, Andrea Consales, Matteo Lignelli e Francesco Pietrella

Cinque storie della Polonia.

Non stacca il pass per gli ottavi di finale da 36 anni.

 

Bednarek, il difensore centrale che come modello ha un attaccante

 

Se togliete Lewandowski e Zielinski, il giocatore con il valore più alto della Polonia è Jan Bednarek (20 milioni secondo transfermarkt), difensore centrale di 26 anni di proprietà dell’Aston Villa. È in Premier League dal 2017, quando fu acquistato dal Southampton, che a settembre lo ha girato ai Villans. Modelli? Nessun difensore, ma Lewandowski: “Da lui ho capito l’importanza dell’igiene fisica fuori dal campo. Mangia sempre bene, si allena sempre, fa tutto quel che può per essere in forma”. Così ha deciso di imitarlo: dieta ferrea, maté prima di ogni partita e psicologo: “Se si prende un personal trainer per migliorare il proprio corpo, è giusto andare dallo psicologo per migliorare la propria mente”. Uno che ragiona così, sembra già avere un’altra testa.  

 

 

La stellina: Jakub Kaminski, il talento che ha iniziato a giocare a calcio grazie a Ronaldinho

 

C’è chi dice che il futuro della Polonia sia Jakub Kaminski. Ala sinistra, ama rientrare e calciare di destro, suo piede preferito. In estate lo ha preso il Wolfsburg, ma su di lui aveva mostrato interesse anche il Borussia Dortmund. Classe 2002, su transfermartk il suo valore è di circa dieci milioni, tipo Zalewski. Idolo? Ronaldinho: “Lo guardavo su YouTube, mi faceva impazzire. È stato quello che mi ha fatto venire voglia di fare il calciatore”, ha detto. Oggi, però, il suo giocatore preferito è Leo Messi: “Per me è il più forte della storia”. Se lo troverà di fronte il 30 novembre: Argentina-Polonia nel girone dei Mondiali, a cui parteciperà per la prima volta in carriera. Per Kaminski sarà un sogno. Anzi, due.

 

 

«Ma chi è questo? È impressionante»: quando Lewandowski ‘benedì’ Kiwior

 

Parli di Polonia e di mezzo ci va sempre Lewandowski. Stavolta però non c’entrano i gol e l’aneddoto è simpatico. A metà giugno scorso la stagione non era ancora finita. C’era la Nations League. La Polonia stava preparando le partite contro Olanda e Belgio. Kiwior era convocato per la prima volta da CT Michniewicz e così lo spezzino si fece vedere. Non tutti lo conoscevano, nemmeno Lewandowski. Tanto che il bomber, qualche settimana dopo, ha detto: «Non sapevo chi fosse, e quando l’ho visto prima dell’Olanda ho detto ‘Ma chi è questo?’. Poi in partita mi resi conto che era stato straordinario». Una benedizione non da poco, che va ad arricchire la sua reputazione, sempre in crescendo dopo le sue prestazioni in Serie A con lo Spezia. Il Mondiale arriva al momento giusto.

 

 

Cogliere l’attimo: Swiderski, l’uomo in più in attacco che non ti aspetti

 

Lista attaccanti Polonia: Lewandowski, Milik, Piatek. Tutti giocatori noti. Il quarto è Karol Swiderski, che è il meno conosciuto ma il secondo più prolifico nelle ultime uscite. Attaccante classe 1997 di proprietà del Charlotte FC, è stato lanciato in Nazionale da Paulo Sousa e non ha deluso. Al debutto ufficiale ha impiegato 20’ per segnare il primo gol in Nazionale: in totale ne ha messi 8 in 17 partite ufficiali giocate, 4 nel girone di qualificazione, solo uno in meno di bomber Lewa. Quindi decisivo quasi quanto lui. Per la Polonia può essere un’arma in più.

 

 

La sorpresa può essere Frankowski, il ragazzo che non riesce a staccarsi dalle sue origini

 

Esterno destro/sinistro a tutta fascia classe 1995, Przemyslaw Frankowski gioca nel Lens, la squadra 2^ in Ligue 1. Il suo percorso è atipico: dopo 183 presenze in prima divisione polacca, a 23 anni ha gli occhi addosso di qualche club europeo dei Chicago Fire. E alla fine sceglie l’MLS. Di già? Si chiedono in tanti: “Perché Chicago? Per la mia famiglia. Qui c’è una comunità polacca numerosissima, tipo 800mila persone. La mia famiglia starà bene”. Dopo due anni il ritorno in Europa, a Lens. Ancora una volta nel segno della Polonia? In un certo senso, sì: proprio lì, infatti, tanti minatori e operai polacchi si trasferirono per aiutare la Francia a ripartire dopo le macerie della 1^ Guerra Mondiale, e oggi il legame con la Polonia è ancora vivo. Più ‘amore per la patria’ di questo…

 

 

Il ‘dopo-Sousa’ è nelle mani di Michniewicz, l’ex portiere accostato allo scandalo corruzione nel 2004

 

Dopo la fine del ciclo Paulo Sousa, la Polonia ha scelto Czeslaw Michniewicz, ex portiere professionista, ritirato a 30 anni per fare l’allenatore. Aveva da poco vinto il campionato con il Legia Varsavia, ma la sua figura non raccoglie solo consensi dalle sue parti e la sua scelta ha portato polemiche. Il suo nome, infatti, è da anni accostato allo scandalo di corruzione che ha scosso il calcio polacco nel 2004. Secondo alcuni, infatti, Michniewicz avrebbe avuto un rapporto fin troppo confidenziale con Ryszard Forbrich, nonché uno dei principali artefici dei sistemi di corruzione che hanno condizionato i risultati di alcune partite del campionato polacco. Agli atti Michniewicz risulta innocente, ma la sua figura continua a dividere. I Mondiali saranno l’occasione per allargare i consensi.