Il portiere gioca il primo tempo in attacco, fa tripletta e vincono il derby

by Alessandro Lunari
tripletta portiere

Gioca il primo tempo in attacco e segna tre gol, il secondo lo passa tra i pali e senza subire niente trascina la sua squadra alla vittoria. È la favola di Domenico Palombi, calciatore del Sutri, squadra della Seconda categoria del Lazio. Ma non è andata come credete: Palombi non è il classico giocatore di movimento che si ricicla in porta quando c’è un’emergenza. Al contrario: è un portiere con un passato da attaccante che non ha mai perso il vizio del gol.

Quella rete in Eccellenza col fratello

Domenico compirà 26 anni a novembre, di lavoro fa il giardiniere e da una vita si diverte tra i pali, oggi in Seconda categoria. Ma torniamo indietro più o meno di tre stagioni, quando giocava in Eccellenza. «In squadra – racconta – c’era anche mio fratello, che è un esterno e ha fatto pure la Serie D. Insieme eravamo saliti dalla Promozione, io però giocavo poco. Allora parlando con il mister gli ho raccontato che da ragazzino, visto che ero più alto degli altri, mi facevano giocare davanti e che all’occorrenza potevo dare una mano pure lì».

La squadra è il Ronciglione United, al tempo in Eccellenza laziale, e l’allenatore lo prende in parola. «Un giorno perdevamo 2-0 e lui decide davvero di buttarmi nella mischia come attaccante – prosegue Palombi -. Incredibile ma vero, segno. Mio fratello ne salta un paio, tira e io mi faccio trovare pronto sulla ribattuta».

La tripletta, poi di nuovo portiere

Adesso che è tornato a giocare nella squadra del paese tutti conoscono questa storia, che è diventata una sorta di leggenda. «Dentro di me mi sento un portiere – confessa – ma fare qualche partita a stagione da attaccante è qualcosa a cui non posso rinunciare». Inizialmente, però, il tecnico non ne vuol sapere. Il Sutri sta andando bene e con un bel girone di ritorno chiuderà il campionato al quinto posto. Anche se tra Covid e infortuni qualche carenza in organico c’è stata, eppure niente. I compagni insistono: «Mister metti Domenico in attacco e fai giocare il secondo portiere, così ci risparmiamo un cambio. Ha pure segnato in Eccellenza!».

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Alla fine l’occasione arriva alla penultima partita della stagione, contro la Vejanese, ma c’è un nuovo intoppo: «Il secondo portiere ci dice che deve andarsene a fine primo tempo perché ha una Cresima. Ho fatto di tutto per convincerlo: ‘Non mi rovinare questo sogno’ gli ho detto, ma non c’è stato niente da fare». Allora Domenico inizia a trattare con l’allenatore: «Gioco il primo tempo in attacco, poi nel secondo torno in porta».

Va davvero a finire così, con la 9 sulle spalle e la fascia da capitano al braccio. «‘Non te ne pentirai’ gli ho assicurato, e ho mantenuto la promessa. Ho segnato subito due gol, il secondo con un ‘tiraccio’ da fuori, poi è andato in gol un mio compagno, ma abbiamo subito 3 reti in 10 minuti». Insomma, al 45′ stavano 3-3 e l’arbitro concede 3 minuti di recupero. «È la mia occasione, ho pensato». Si getta in avanti e in qualche modo insacca il pallone del 4-3. «Quello decisivo – conclude – visto che il secondo tempo è finito 0-0». Chi ha vissuto una giornata del genere, è probabile che non la dimenticherà mai.