In USA lo chiamano il ‘Lebron del Soccer’, ma non è mai esploso davvero

by Cosimo Bartoloni

Partiamo dalla pronuncia di Pulisic, perché lo abbiamo sentito chiamare in due modi: Pulisi-k e Puli-sci-tch. Lo spiega lui il perché: «In USA tutti mi hanno sempre chiamato Pulisi-k, quindi ormai sono Pulisi-k. Puli-sci-tch però la pronuncia in croato, lingua di origine della famiglia di mio padre. Mi vanno bene entrambe». Ok, ora passiamo al ruolo.

Dove gioca Pulisic?

Pulisic, giocatore che piace molto al Milan, è un trequartista perfetto per il 4-2-3-1 che ha in mente Pioli perché può giocare dovunque nella linea della trequarti, essendo ambidestro. Nella scorsa stagione ha giocato 20 volte a sinistra, 10 a destra, 6 da trequartista e all’occorrenza anche da punta (4 volte). Ma non è il suo: ha segnato un solo gol.

La storia di Pulisic

Christian nasce a Hershey, Pennsylvania, da madre calciatrice e padre calciatore. Questione di DNA. Il suo idolo sin da bambino è LuÍs Figo: se provate a cercarlo su Twitch (è un grande appassionato di gaming) vi verrà fuori questo nickname: ‘nuttyfigo10’. È lui.

Sin da ragazzino si specializza nel dribbling e nella tecnica, per compensare alla statura, da sempre un suo limite. “I genitori dei bambini avversari passavano da dire ‘Hanno portato il fratello minore’ a ‘Oh, chi è questo qui che segna sempre?‘”. Oggi è alto 177 cm e le sue migliori skill sono quelle tipiche di un trequartista: velocità, visione di gioco, qualità di passaggio.

Perché è stato soprannominato il ‘Lebron del calcio’

Arriviamo a Lebron James. Christian Pulisic ha sempre bruciato le tappe. Sin dalle giovanili del Borussia (giocatore più giovane a segnare due gol in una stagione in Bundes) fino alla Nazionale USA (più giovane giocatore a indossare la fascia da capitano), ha fatto vedere cose straordinarie che gli sono valse soprannomi e paragoni importanti. A dargli del ‘Lebron James’ del calcio furono i protagonisti del seguitissimo programma ‘Pawn Stars’. Da quel momento nacque un trend, tanto che l’account ufficiale della Nazionale USA scherzò proprio con Lebron James dopo che la star NBA si era complimentata con i connazionali dopo la vittoria ai Mondiali contro l’Iran, decisa proprio da Pulisic che ha spedito i suoi agli ottavi.

 

Lebron-Pulisic: stima reciproca

Lebron tra l’altro è davvero fan di Pulisic. Una volta ha messo una foto sul suo profilo Instagram con la sua maglia. Christian poi ha dato grande prova di umiltà: «Purtroppo non lo conosco, la maglia gliel’avevo spedita io. Spero di incontrarlo un giorno perché è una fonte di ispirazione per noi atleti».

Ha sconfitto la depressione

A 15 anni Pulisic aveva già pressioni e occhi addosso dai migliori club europei, oltre alle attenzioni di tutti gli Stati Uniti: non era considerato nient’altro che il più grande talento e la più grande speranza degli USA del calcio. Per un teenager non è scontato reggere certe pressioni. Infatti Christian ha raccontato di aver sofferto di depressione. Sentire un peso importante sulle spalle e non essere preparati per gestirlo. Una roba non banale: «Onestamente, senza l’aiuto di famiglia e della cerchia stretta di amici, non so come ne sarei potuto uscire». Invece ce l’ha fatta.

26 gol e 21 assist in 145 partite al Chelsea. Parliamoci chiaro: Pulisic è quel talento che non è mai esploso per davvero. È ancora un Re senza corona. Chissà se sarà proprio Pioli a portarlo al trono.