Quando lo switch non funziona: i 5 sfortunati doppi ex di Inter-Milan

by Redazione Cronache

di Giovanni Benvenuto

Inter-Milan non è soltanto il derby pittoresco dalle mille coreografie sugli spalti della Nord e della Sud e dai tanti gol sotto i riflettori di San Siro ma è anche la curiosa girandola di trasferimenti tra le due squadre. Tra i più celebri ricordiamo Seedorf, Pirlo, Pazzini e molti altri ma per alcuni il cosiddetto switch di maglia non ha poi creato così tanti benefici rivelandosi un vero e proprio autogol per il proseguimento della carriera. Per i più smemorati e nostalgici abbiamo preso in considerazione cinque calciatori che non sono stati proprio fortunati in entrambi i club.

Andrea Poli

Uscito dalla fucina di talenti blucerchiata della Samp, con un’annata da protagonista nel 2009-2010, Andrea Poli è uno dei tanti centrocampisti che ha indossato sia la maglia rossonera che quella nerazzurra. Dal club ligure passa in prestito all’Inter ma l’esperienza ad Appiano Gentile e a San Siro non convince il club ambrosiano a riscattare il calciatore. Nel 2012 approda a Milanello e dopo un avvio a fari spenti diventa il giocatore più utilizzato nella stagione 2014-2015. La beffa? La stagione da non protagonista sotto la guida di Montella tanto da non scendere in campo manco nella finale di Supercoppa Italiana vinta a Doha contro la Juventus. Inevitabile il trasferimento: nello stesso anno viene ceduto al Bologna con i felsinei che gli affidano le chiavi della mediana.

Matias Silvestre

Un altro profilo proveniente da una vera e propria fabbrica di campioni come quella del Palermo è Matias Silvestre. Gli anni d’oro al Barbera convincono l’allora presidente Moratti a strapparlo in prestito con diritto di riscatto fissato a 6 milioni. Esordisce contro l’Hajduk Spalato in Europa League ma non riesce a ritagliarsi uno spazio fondamentale nel mosaico tattico nerazzurro. Nella gara in trasferta proprio contro i rosanero nel 2013 subisce un infortunio che gli fa chiudere in anticipo la stagione. Triste epilogo per l’argentino che dopo aver recuperato dal ko subito contro la sua ex squadra viene completamente snobbato da Walter Mazzarri che lo fa passare dall’altra parte della barricata a titolo temporaneo. Magra consolazione? Un gol siglato col Milan nella gara persa al Tardini col Parma nella stagione 2013-2014, utile però solo ai fini delle statistiche (l’incontro fini 3-2 per i ducali).

Francesco Coco

Molti tifosi del Milan lo ricorderanno per essere stato la pedina di scambio nell’affare Seedorf. Francesco Coco non ha poi brillato nell’Inter: in tre anni colleziona solo 26 presenze e coi rossoneri viene sempre in prestito (Vicenza, Torino e Barcellona le altre squadre coinvolte nella cosiddetta «escalation del prestito»). Dopo il ritiro? Un’esperienza come responsabile delle pubbliche relazioni al Billionaire (discoteca di Flavio Briatore) e una partecipazione all’Isola dei Famosi.

Drazen Brncic

Come Francesco Coco anche Drazen Brncic è stato utilizzato come cartellino utile per addolcire un accordo che ha fatto poi la fortuna dei rossoneri, ovvero la trattativa per Andrea Pirlo. Il trasferimento del belga si rivela un vero flop per l’Inter con Hector Cuper che lo spedisce in Serie B – precisamente all’Ancona – dopo soltanto una stagione in cui il calciatore non impressiona il tecnico.

Cyril Domoraud

Per concludere non si può non citare Cyril Domoraud: il difensore ivoriano rientra anche lui in uno scambio per portare il danese Helveg al Milan. E con l’Inter? Solo sei presenze e nessun gol messo a segno. L’anno successivo ritorna in rossonero ma nonostante soltanto una presenza in un match pre-campionato finisce nel dimenticatoio, situazione che poi lo spingerà a trasferirsi al Monaco.