Quanto è diventato difficile arrivare in Champions League

by Redazione Cronache

È stata la protagonista della ultime tre stagioni di Serie A. Mai come quest’anno , però, la lotta per la qualificazione in Champions League è incerta ed esprime la crescita del livello medio del campionato. Lo sviluppo di un movimento calcistico non si misura, infatti, solo con il confronto internazionale. Le italiane nelle coppe europee hanno faticato, raggiungendo solo la semifinale di Europa League con la Roma. Per raggiungerle, quelle coppe europee, si fa sempre più fatica. La quota di punti da fare per andare in Champions League non è mai stata così alta dal 2018, da quando l’UEFA ha concesso quattro posti per le prime quattro federazioni europee Germania, Inghilterra e Italia, e Spagna.

Trend in ascesa

Considerando lo scontro diretto all’ultima giornata tra Atalanta e Milan, per essere di sicuri di arrivare nelle prime quattro bisognerà avere 79 punti. Nelle ultime dieci stagioni solo la Roma nel 2016 e il Napoli nel 2017 hanno fatto meglio conquistando l’ultimo piazzamento utile per la Champions. Gli azzurri, però, allora guidati da Maurizio Sarri, hanno finito il campionato terzi, distanziando la quarta, l’Atalanta, di ben 14 punti. Gli 86 del Napoli erano stati quindi la manifestazione di una spaccatura nei valori tecnici. L’accesso alla più importante competizione europea per club era decisamente segnato, di fatto non c’è mai stata concorrenza. L’anno precedente la differenza tra la Roma terza e l’Inter, quarta, era stata di 13 punti, segno  di un torneo diviso in due tra le prime tre e tutte le altre.

Spaccatura

Nella scorsa stagione la corsa la Lazio ha chiuso a 78, non rischiando mai di rimanere fuori, anzi, fino a febbraio sembrava potesse lottare fino alla fine con Inter e Juve per lo scudetto. Quando la Champions si è decisa all’ultima giornata, nel 2017/18 e nel 2018/19, i punti erano decisamente di meno. Certo, c’era un posto in più, ma l’Inter, quarta in entrambi i campionati, ha messo insieme rispettivamente 72 e 69 punti, a discapito di Lazio e Milan che hanno chiuso alla stessa cifra ma con lo scontro diretto a sfavore. Di solito la quota Champions si aggirava intorno ai 70 punti. La necessità di doverne fare ora una decina di più manifesta la tendenza delle ultime annate. Guardando alle classifiche finali delle ultime dieci Serie A, infatti, si può notare un trend diverso. Se prima, fin quando si qualificavano in Champions tre squadre, si notava una certa divisione, di punti e vittorie, tra le prime tre e tutte le altre,  dall’allargamento del 2018 in poi questa forbice ha coinvolto più club. In tanti, soprattutto durante questo campionato, hanno parlato del ritorno delle “Sette Sorelle”. Un revival anni ’90 con l’Atalanta a prendere il posto del Parma.

 

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Il paradosso

Eppure si dovrebbe parlare di otto o sei sorelle. La graduatoria di questa Serie A, infatti, sarà identica a quella della scorsa, con Atalanta, Juventus, Inter, Lazio, Milan, Napoli, Roma e Sassuolo a spartirsi i primi otto post. Una novità, però, riguarda proprio i neroverdi, che per la prima volta dal 2016 potrebbe tornare in Europa. Allora era l’Europa League, oggi si tratterebbe della neonata Conference League. Cinque anni fa la squadra di Eusebio Di Francesco aveva concluso al sesto posto, stabilendo il record di punti in Serie A della sua storia 61. Un primato che i ragazzi di De Zerbi in queste ultime due gare potrebbero eguagliare. Il paradosso è questo: fare gli stessi punti e arrivare due posizioni più indietro, rimanendo fuori dall’Europa.

Giudizi

Il rendimento di Berardi e compagni si è decisamente alzato post lockdown. Ma un anno solare da 21 vittorie potrebbe non bastare, proprio perché ormai le prime sette viaggiano a un altro ritmo. La Serie A sta esprimendo un concetto molto chiaro: se si esclude chi vince lo scudetto, in alto c’è grande equilibrio. Il valore delle rose è aumentato, come dimostrano gli elevati stipendi e il consistente indebitamento di diverse società, come Juventus, Inter e Roma. La crisi economica dovuta alla pandemia ha colpito tutti e il ridimensionamento coinvolgerà tutti i club della A. La concorrenza, quindi, è sempre più forte. Per questo dovrebbero cambiare anche i giudizi, non si può bollare come positiva o negativa una stagione solo dall’accesso alla Champions o all’Europa League. Perché se è vero che per introiti e visibilità andare o non andare in Champions fa tutta la differenza del mondo, è altresì vero che una volta con 79 punti si sfioravano gli scudetti e adesso si fa fatica ad arrivare nelle prime quattro.