E se la rinascita del Manchester United passasse attraverso i suoi giovani?

by Lorenzo Lombardi

L’esultanza, già diventata iconica, dei tre ragazzini è il manifesto dell’attuale Manchester United: Garnacho (19 anni), Højlund (21) e Mainoo (18) seduti, sorridenti e abbracciati, dopo aver fatto a pezzi il West Ham. Simbolo di come Ten Hag si sia affidato ai suoi giovani talenti, che hanno risposto presente. Dalla ritrovata freddezza del danese, alla magia di Garnacho contro l’Everton, fino allo slalom di Mainoo all’ultimo minuto contro il Wolverhampton. Nell’ultimo periodo sono stati loro 3 a regalare le gioie più grandi ai tifosi dei Red Devils.

Fiducia ai giovani

Il Man United sembra aver trovato, anche secondo Ten Hag, la formula giusta per continuare a vincere: «Ora stiamo costruendo una squadra con una base davvero solida. I giovani hanno portato grande energia e si vede che amano giocare insieme. Inoltre possono crescere al fianco dei giocatori più esperti. Se poi si rispettano e cercano di migliorarsi a vicenda, allora potremo puntare in alto».

Come nel caso di Kobbie Mainoo, ultimo gioiello dell’academy che sta trovando molto spazio in prima squadra, e che può imparare e crescere al fianco di Casemiro. Il classe 2005 sta migliorando di partita in partita e sta mostrando una serenità e un’eleganza fuori dal comune. Ten Hag lo utilizza come numero 6 (un play basso per intenderci), ma Mainoo ha già dimostrato di poter essere molto più che un semplice regista.

Dopo la partita contro il Wolverhampton, in Inghilterra lo avevano definito come ‘la serenità nel mezzo della tempesta’. Perché nel rocambolesco 3-4 del Molineux, ha trovato il suo primo (decisivo) gol in Premier, al 97’ minuto dopo una giocata sensazionale e, nel bel mezzo del delirio generale, ha esultato ‘predicando’ calma, come se fosse la cosa più normale del mondo. Considerando l’età, la personalità e la maturità calcistica che ha già fatto vedere, il centrocampo dello United è in buonissime mani per i prossimi anni.

Lacrime di gioia

Nel giorno del Boxing Day, appuntamento affascinante del calcio inglese, è cambiata anche la stagione di Rasmus Højlund: «In questo momento sono l’uomo più felice del mondo». Un’esultanza rabbiosa, esplosa in lacrime di gioia, dopo il primo gol in Premier. Perché Højlund, capocannoniere del club in Champions, dopo le prime 14 presenze era ancora a quota 0 gol in campionato.

La sua rinascita personale è passata dall’Aston Villa: all’andata, a Old Trafford, segnò il primo gol in Premier, liberandosi e scrollandosi di dosso tutte le critiche ricevute fino a quel momento. Da quel momento l’attaccante danese non si è più fermato e, proprio nella gara di ritorno contro i Villans, ha trovato il suo 5° gol consecutivo in campionato.

La sensazione è che questi ragazzi amino giocare al fianco dei compagni e che trasportino questa unione sia in campo che fuori. Lo ha confermato lo stesso Højlund, dopo la vittoria contro il Wolverhampton: «Ci piace passare del tempo insieme. Con i più giovani abbiamo un gruppo su Whatsapp in cui chiacchieriamo spesso. Speriamo di poter segnare una nuova era per il club. Siamo qui per un motivo».

È proprio grazie a loro, ai giovani, che il Manchester United può guardare con speranza all’imminente futuro: lui, Garnacho e Mainoo stanno portando qualità ed energie alla squadra di Ten Hag che ora viene da 6 risultati utili consecutivi e punta ai piani alti della classifica. E non solo, perché sicuramente Ten Hag, che ama seguire i progressi del settore giovanile, avrà sentito parlare della squadra under-18.

Percorso netto

«Il Manchester United viene da 14 vittorie consecutive».

Potrebbe sembrare una frase che appartiene a un’epoca passata, ma invece si riferisce a un futuro luminoso. La squadra in questione è l’Under 18, che guida la propria classifica con ben 17 punti di vantaggio, grazie a un record perfetto: 42 punti in 14 partite.

Silenziosamente, mentre ai vertici del club e in prima squadra i Red Devils hanno vissuto un periodo altalenante e difficile, il settore giovanile è cresciuto a dismisura. È la filosofia del club e Nick Cox, il direttore dell’academy, l’ha spiegata così: «Il nostro obiettivo non è quello di vincere il campionato, né quello di vincere tutte le coppe, ma quello di sviluppare giocatori che giocheranno in prima squadra. I risultati per noi sono solo un metro per misurare il lavoro di allenatori e giocatori».

Il prossimo traguardo del club è il 250° debutto in prima squadra per un prodotto del settore giovanile, dopo che Omari Forson è diventato il 249° a ricevere gli onori della prima squadra, nella partita di FA Cup contro il Wigan. Lo United ha anche adottato un approccio attivo ai prestiti, concordando uscite temporanee per 10 giocatori a gennaio, e anche alcuni degli Under 18 si trasferiranno in prestito, per fare esperienza importante con altri club, in vista della prossima stagione.

Lo United ha sempre avuto almeno un prodotto dell’academy in campo, negli ultimi 86 anni. Un primato di cui andare fieri e da coltivare negli anni a venire. Si parla spesso della crisi che sta attraversando il club, dovuta all’addio di Sir Alex Ferguson, che finora nessuno, né nuovi allenatori, né nuovi giocatori (spesso strapagati) sono riusciti a risolvere.

E se la rinascita del club passasse proprio attraverso i suoi giovani?