Road to Berlino: Xavi

by Redazione Cronache
xavi

xavi_3_giugno_2015_CDS

La vita di un calciatore è caratterizzata da alti e bassi fisiologici, da momenti magici e periodi sfavorevoli, da una curva con diversi punti di flesso che ogni atleta deve essere in grado di fronteggiare per invertire la tendenza a volte negativa. Ai campioni, quelli veri e quindi rari, tutto questo non succede. Xavi Hernàndez Creus è uno di questi

“Tu mi costringerai al ritiro” gli disse Pep Guardiola non appena vide l’allora giovanissimo centrocampista approdare in prima squadra. Non andò esattamente così, ma la carriera dell’attuale allenatore del Bayern si sarebbe sviluppata in atri lidi da lì a poco.

Una vita per una città, per una maglia, per due colori, per una squadra (“più che una squadra”, direbbero in Catalogna) che gli ha dato tutto e a cui Xavi ha sempre ricambiato il favore. Il Barcellona l’ ha accolto alla tenera età di 11 anni, età in cui misteri e dubbi sull’ esplosione futura di ogni calciatore sono necessariamente presenti. Lui non si è però fermato ai vari “potenzialmente”, “potrebbe fare di più”, “si è perso per strada”, “peccato, era un fenomeno da giovane”: niente di tutto questo sfiorò il pensiero di nessun abitante del globo. Non era impresa poi tanto ardua scommettere e puntare su un giocatore di tale caratura, e in effetti è stato piuttosto semplice per tutti gli allenatori che hanno avuto l’opportunità di lavorare con lui.

xavi_2_giugno_2015_CDS

Pensare che la finale di Champions in programma tra pochi giorni sarà l’ultima apparizione dello storico capitano blaugrana mette i brividi; così come li mette azzardarsi a leggere il suo palmarès: 24 trofei vinti con il club, 2 Campionati Europei e 1 Campionato del Mondo con la Nazionale spagnola, giocatore più vincente della storia del Barcellona e con più presenza nel club, giocatore con più presenza in assoluto nella storia della Champions League e delle Competizioni Uefa, e molto molto altro ancora.

Mai un cedimento fisico, mai uno scandalo fuori dal campo, mai una parola fuori posto, Xavi è stato il cervello di questo meraviglioso meccanismo per 18 lunghissimi anni, adattandosi alla perfezione a qualsiasi tipo di gioco e mentalità fosse imposta dal Mister in questione, e trovando senza dubbio la sua massima realizzazione e ispirazione con l’avvento del tiki-taka. Sempre in crescendo.

E’ forse per questo motivo che la scelta più dolorosa e difficile della sua vita avviene in questo momento. La curva della sua carriera nella squadra che gli ha indelebilmente dipinto il cuore di blu e granata, non può e non deve subire flessioni negative: lasciare quando si è all’ apice? Qualcosa di molto simile ecco.

xavi_4_giugno_2015_CDS

Vuole lasciare da vincente, da Campione, e da protagonista, semplicemente quello che ha fatto per tutta la vita, quindi non sarà un grosso problema preparare il match nel migliore dei modi. L’aria sarà intaccata da un’emozione e un turbamento tangibili per tutti, al pensiero che depositerà la camiseta blaugrana per sempre. Sicuramente, però, lui avvertirà tutto questo solo dopo il fischio finale.