Roma, De Rossi si racconta: «Quel mese di silenzio con Totti…»

by Redazione Cronache

Daniele De Rossi si è raccontato a 360° al magazine GQ, tra l’addio alla Roma, quello al calcio e le litigate con Totti e Spalletti.

RITIRO«Il mio vero ritiro è stato l’ultimo giorno a Trigoria. Uscendo dalla mia camera per andare allo stadio Olimpico ho pensato: è l’ultima volta che chiudi questa porta. E lì mi è parso di tremare. Devastante».

MERCATO«Di offerte per continuare a giocare in serie A ne avevo parecchie, ma non ho voluto aggiungere un’altra maglia italiana a quella della Roma, mi pareva di sprecare una storia bellissima.

ADDIO AL CALCIO«Se stessi bene, sarei ancora in grado di giocare nella Roma o nel Boca, ma non succede quasi mai. Ho 36 anni, il fisico è logoro, di soldi ne ho abbastanza».

LA FIGLIA – «Si è parlato di gravi problemi di mia figlia Gaia. Non c’è nulla di particolare. Semplicemente ha 14 anni ed è normale che abbia bisogno di avere il papà vicino. Siccome si sa che il rapporto fra me e sua madre ha vissuto momenti faticosi, qualcuno si è immaginato chissà che”.

TOTTI«Abbiamo giocato vent’anni insieme, ci siamo abbracciati dopo i gol, ci siamo frequentati fuori dal campo, abbiamo avuto anche delle sonore litigate. E’ capitato di non parlarci per un mese, pure l’anno scorso, ma poi è sempre finita a risate. Vita vera, non recitata».

SPALLETTI«È un periodo che ricordo come un incubo. Mi sentivo come il bambino che assiste ai litigi tra mamma e papà. Mi infastidiva l’assurdità della situazione: la squadra vinceva eppure Spalletti veniva fischiato, dall’altro lato qualcuno si azzardava a dire che Totti non volesse il bene della Roma».

FUTURO«Al termine del corso che intendo fare potrò allenare in terza serie oppure una Primavera, vediamo. Un futuro da allenatore in prima squadra? Devi prima dimostrare di saperlo fare, se perdi tre partite di fila la gente si dimentica che eri il suo Capitan Futuro e pretende che tu ottenga risultati nel presente. E poi l’ultima cosa che voglio è creare problemi a Fonseca. I miei modelli? Luis Enrique e Antonio Conte: all’Europeo mi ha letteralmente conquistato».