Roma, Spinazzola: «Dopo il Genoa ho svoltato mentalmente»

by Redazione Cronache
spinazzola

Il terzino della Roma, Leonardo Spinazzola, si è raccontato nella diretta sul profilo Instagram della società. Ecco le sue parole.

AUTOGOL – «Contro il Genoa è stata una partita in cui volevo dimostrare. Mi si può dire che sono scarso, ma non che sono infortunato per finta. Dopo quella gara sono cambiato mentalmente. Prima mi buttavo giù facilmente, ora mi sono ricreduto dei miei mezzi e mi sono ritrovato».

SOGNO – «Se fosse possibile, mi piacerebbe giocare con Ronaldo il fenomeno, ovviamente in squadra con me. Ci sono cresciuto. A cinque anni vedevo le videocassette: per me è il più grande di tutti i tempi.

ALLENAMENTI – «Devo dire la verità: allenarmi a casa mi piace. Faccio sempre delle videochiamate con miei amici e mi diverto un sacco, anche perché loro si stancano subito e io rido».

ESORDIO – «Giocare all’Olimpico, già gli anni scorsi, è sempre stato bello. I tifosi cantano dal primo al novantesimo, si sente il loro calore. Il debutto è stato emozionante, soprattutto vedere la curva che canta per te e non contro di te».

TERZINO – «Per me i più forti di sempre sono stati Roberto Carlos a sinistra e Maicon o Dani Alves a destra».

SERIE TV – «L’ultima stagione de La Casa di Carta è stata incredibile: Nairobi è il mio personaggio preferito. Poi mi piacciono anche Vis à Vis, Prison Break, diciamo che svario molto».

KOLAROV – «Ha una qualità imbarazzante e una visione di gioco che in pochi hanno. Non sta a me dire quanto sia forte».

NUMERO di MAGLIA – «Ho il 37 perché all’Atalanta non erano disponibili nè il 3 e nè il 7. Poi alla fine 3 sta per il mese di marzo, ovvero quello in cui sono nato, 7 è sempre stato il mio numero fortunato. E 3+7 fa 10 che è il giorno in cui è nato mio figlio».

PLAY STATION – «Due anni fa giocavo molto a Fifa. Dopo che è nato mio figlio ho staccato. Ho iniziato di nuovo quest’anno e mi sono dato a Call of Duty. In squadra ci sono anche Pellegrini, Santon e Mancini. In più anche Toloi è rimasto nel giro e gioca sempre con noi».

MKHITARYAN – «Oltre che essere un grande giocatore, è una persona bellissima. A tavola siamo sempre seduti uno di fronte all’altro e c’è un grande rapporto. Mi ha anche insegnato qualche parola di inglese».