Rumori Calcio, la storia del club italiano in Estonia: «Tutto per amore…»

by Redazione Cronache

Oggi esiste Cronache di Spogliatoio. Esisteva, fino a qualche anno fa, pure Rumori di Spogliatoio: «Sì, è il mio blog. Ho fatto per anni il giornalista freelance, mi occupavo di calcio estero. Un giorno però abbiamo giocato un torneo e ci hanno regalato delle magliette. Sopra c’è scritto Rumori Calcio. Tutto inizia qui. Oggi, dopo il lavoro e dopo i figli, c’è il Rumori Calcio». Entusiasmo coinvolgente. Parla Angelo Palmeri, 47 anni. Fratello del giornalista sportivo Tancredi, ha fondato un suo club e si è quasi sentito chiamato in causa, qualche settimana fa: «Ho letto la vostra intervista con Oreste, degli Azzurri Stockholm. Noi siamo simili a loro. Siamo una squadra di italiani a Tallinn, abbiamo almeno 15 nazionalità, in due squadre. Stoccolma non è distante da qui, magari grazie a Cronache organizziamo un’amichevole…». Risate: «A volte mi chiedo “ma chi me lo ha fatto fare?”. Poi comincia la nuova stagione, c’è adrenalina, si gioca. Mi sono rimesso in forma apposta!».

 

«Quando si mette di mezzo l’amore…»

Angelo Palmeri è fondatore, presidente e d.s. del Rumori Calcio. One man show: «Fondo il club nel 2015, ma già da agosto 2014 siamo attivi. Io nasco a Palermo, i miei genitori sono siciliani, ma si trasferiscono presto a Bari. Arrivo in Estonia nel 2004 per lavoro, ho quasi trent’anni. La mia idea non è di restare. Poi però sai, quando si mette di mezzo l’amore…». Angelo cancella il ritorno in Italia. Seguono il matrimonio, i figli e… Rumori: «Siamo un gruppo di amici – racconta a Cronache –. Finito quel torneo di cui ti ho parlato, mettiamo su la squadra per un campionato a 8 nella Federazione estone, la Raffa Liga. L’anno dopo siamo in IV Liga, la Nelias Liga, “quarta lega”, ma in realtà è il sesto livello. Iniziamo col calcio a undici nel 2016 e giochiamo in Coppa nazionale. Somiglia alla FA Cup, partecipano tutti. È questo il bello, escono fuori spesso risultati assurdi, anche dei 24-0…». Ma il piccolo Rumori fa un figurone. Raggiunge gli ottavi di finale sia nel 2016 che nel 2017: «Eppure l’inizio è stato catastrofico. Qui la stagione dura da primavera all’autunno, come in Svezia o Finlandia. Però, se hai fortuna al sorteggio…».

 

Il Rumori Calcio e la Rimini d’Estonia

Oggi il Rumori Calcio ha due squadre, in III e IV Liga, rispettivamente quinta e sesta serie nella piramide estone: «Siamo stati promossi nel quinto livello nel 2016, ci abbiamo giocato dal 2017 al 2020, poi siamo retrocessi. Abbiam giocato nel Gruppo Nord di Tallinn, la capitale. L’anno scorso abbiamo sfiorato la promozione, poi a una giornata dalla fine hanno interrotto il campionato. Abbiamo detto alla Federazione estone “se qualcuno rinuncia, noi ci siamo“. Così da quest’anno torneremo nel quinto livello, Gruppo Ovest». In concreto? «Ci aspettano trasferte interessanti – continua Angelo a Cronache – ne cito una: Pärnu, è la terza città estone dopo Tallinn e Tartu. La chiamano “la Rimini d’Estonia“, tutti sperano di giocarci in estate. Sai che bello approfittarne per un weekend lungo, al mare, con fidanzate e famiglie?». Pubblicità. Come quella che di solito arriva dalla copertura stampa: «È già successo che qualcuno ci intervistasse e ci scrivessero poi in direct, “ho letto l’articolo su di voi, sono venuto in Estonia e vorrei giocare con voi“».

 

Flora, Juventus, Gazzetta dello Sport

Che dire del calcio in Estonia? «Il Flora è sicuramente il club più popolare, ma c’è un conflitto di interessi perché il presidente del Flora è figlio del presidente della Federcalcio estone. Si parla di favoritismi, eccetera, però sono i più forti [13 campionati estoni, N.d.A.]. Faccio un paragone, sono la Juventus d’Estonia. E lo dico da interista…», spiega a Cronache. Ma restiamo in Italia: «Ci chiamiamo Rumori perché il mio blog nasce dopo il Triplete, in onore dei “rumori” sentiti da Mourinho nello spogliatoio», ride Angelo. Mistero svelato: «Volevo fare da guida agli italiani che arrivassero qui per studio o per lavoro e volessero giocare a calcio in Estonia. Un mio amico mi ha detto “perché non fai articoli sul calcio estone, tipo come fossi La Gazzetta dello Sport?”. Ho seguito il suo consiglio». Con una chicca: «Ho iniziato a dare voti ai giocatori e fare la moviola. Un giorno il capo degli arbitri, dopo una partita, mi prende da parte e mi fa: “L’unico che poteva esportare la moviola in Estonia non poteva che essere un italiano…“». Proprio vero.