Sassuolo, la città delle ceramiche compie 10 anni di Serie A

by Redazione Cronache
Sassuolo

La ceramica rende grandi. Mica solo il Villarreal, tra lo sponsor dell’azienda Pamesa e – mica a caso – l’Estadio de la Cerámica. In Italia, si stima che l’80% delle piastrelle provenga dal distretto di Sassuolo. Giro d’affari di 4 miliardi di euro, il 75% del quale dall’export. Eccellenza. E poi c’è l’Unione Sportiva Sassuolo. Che non avrà vinto l’Europa League come il Sottomarino Giallo di Unai Emery, ma ci ha giocato. Una bella storia tutta italiana: con la prossima stagione, saranno 10 anni di neroverdi in Serie A. Riassunta nell’elenco degli attaccanti passati in Emilia nell’ultimo decennio. Berardi e Zaza, il romeno Marius Alexe e Floccari. Pavoletti e Floro Flores, il greco Donis, poi Defrel, Falcinelli e Trotta. Matri, Politano e Iemmello. Babacar e Boateng. Ciccio Caputo e Boga. Gli ultimi due sono Gianluca Scamacca, 16 gol nell’ultima Serie A, e Giacomo Raspadori. Lui campione d’Europa a 21 anni, in una Nazionale coi compagni Berardi e Locatelli.

Sassuolo, Mapei e fusioni

Il Sassuolo FC nasce il 17 luglio 1920 e cresce in fretta. Dal dilettantismo arriva in Promozione, incontra le altre squadre emiliane, poi le toscane e le genovesi. Ha una storia di fusioni. Nel 1966 si unisce con la Sassuolo Sportiva e dà vita al Sassuolo SFC sommando i due nomi. Nel 1974 il SFC si unisce a un’altra squadra della città, il San Giorgio, detta anche Giofil: nasce l’Unione Sportiva Sassuolo Calcio. Soltanto nel 1984 il Sassuolo arriva nel professionismo: Serie C2. È negli ultimi vent’anni che la storia si fa interessante. Nel 2002, il gruppo Mapei di Giorgio Squinzi diventa sponsor del Sassuolo, l’anno dopo ne è proprietario. La favola non spicca il volo: nel 2002/03 il Sassuolo finisce 17° nel girone B della Serie C2, retrocede, viene ripescato. L’anno dopo si salva e nel 2005/06 – finalmente – viene promosso in Serie C1. Sembra un dettaglio da poco, non è così e per poco non riesce una seconda promozione, stavolta in Serie B. Ma il paradiso può attendere.

Allegri, Di Francesco e 11 innesti

La Serie B arriva nella primavera del 2008, con Massimiliano Allegri in panchina. C’è da mettere le basi. In attacco Riccardo Zampagna, in panchina prima Andrea Mandorlini e poi Stefano Pioli. Nel 2012 il Sassuolo ha tutto per sognare la Serie A, ma in semifinale playoff c’è la Sampdoria che vince a Genova e pareggia in Emilia. Ma poco male. Il colpo grosso lo fa Eusebio Di Francesco, il 18 maggio 2013: primo posto assoluto in Serie B e Sassuolo diventa la città più piccola – 40mila abitanti – a raggiungere la Serie A dal dopoguerra. Rampa di lancio: i neroverdi si salvano, pure con l’esonero di Di Francesco (a favore di Malesani) poi richiamato. Emozioni. In inverno fanno la rivoluzione e arriva un nuovo undici: Ariaudo, Cannavaro, Manfredini, Pedro Mendes, Rosi, Biondini, Brighi, Floccari, Sanabria e Sansone. E come dimenticare il poker al Milan di Berardi?

Europa League e la numero 4

Epopea. Nel 2015 il Sassuolo è dodicesimo, l’anno dopo è sesto con 61 punti. Spalancate le porte dell’Europa League. Nel 2016/17, il Sassuolo finisce 12° in classifica ma assapora l’Europa. Batte Lucerna e Stella Rossa ai preliminari, out al girone con Athletic Bilbao, Genk e Rapid Vienna. Che Peccato. Il 3-0 coi baschi all’esordio promette bene, ma il k.o. coi belgi e due pari con gli austriaci sono decisivo. Il canto del cigno è una sconfitta 3-2 al San Mamés, dove due anni prima il Torino di Ventura era corsaro. Ma l’ingranaggio neroverde riparte. Il Sassuolo è 11° in Serie A nel 2018, con Bucchi e Iachini, e nel 2019 sotto De Zerbi. Nel 2020, anno del centenario, scompare Giorgio Squinzi. Due ottavi posti di fila, undicesimo nella stagione passata. Filotto. Il prossimo anno sarà il decimo di fila in Serie A. Senza però Francesco Magnanelli. Storia da raccontare, la sua. Arriva nel 2005 al Sassuolo, si piazza a centrocampo a far legna e resta lì. Gioca 520 partite, dalla Serie C2 alla Serie A con tanto di Europa League. Al Sassuolo dedica 17 stagioni. S’è ritirato a fine anno a 37 anni e il Sassuolo ha ritirato la “sua” maglia numero 4. «Sono arrivato bambino, me ne vado da uomo e con un legame costruito giorno dopo giorno con la città», dice. Colla. Adesivo. Mapei.