Lo scout che scoprì B. Fernandes: «Non sembrava un calciatore, ora è da Pallone d’Oro»

by Redazione Cronache

Non è facile scoprire talenti al giorno d’oggi, ancor meno dieci anni fa, quando Mauro Borghetti, all’epoca responsabile del settore giovanile del Novara, partì per il Portogallo per osservare un certo Bruno Fernandes, che non ha di certo bisogno di presentazioni. Questo un estratto dell’intervista da La Gazzetta dello Sport.

SCOPERTA – «Il suo nome uscì in una riunione con Cristiano Giaretta e Javier Ribalta, osservatore del club che lo vide per primo (oggi è il d.s. dello Zenit, ndr). All’epoca ero il responsabile del settore giovanile, quindi partii da Novara e andai a vederlo giocare col Boavista U19. Rischiai di perdere l’aereo per il Portogallo, salii all’ultimo secondo.. Era un sabato pomeriggio. […]. Ricordo personalità e spregiudicatezza. Giocò una gara normale con ragazzi più grandi di lui. Bruno è un ’94, gli altri ’93».

INCONTRO CON L’AGENTE E L’ACCORDO – «So che c’erano altre squadre, ma non credo sia piaciuto. Forse siamo stati più incoscienti di altri, chissà, così lo acquistammo per 40mila euro. Era un investimento per la Primavera, quindi si trattava di una grande responsabilità».

L’ARRIVO A NOVARA – «Non sembrava neanche un calciatore: pantaloni larghi, camicia a quadri, maglioncino. . Imparò la lingua in due mesi. Aveva la camera tappezzata di post-it con le frasi in italiano, camminava per la stanza e ripeteva. Ricordo la prima gara in casa contro la Primavera della Samp, apriti cielo. Tunnel, lanci d’esterno, tacchi, perfino una rabona. Ti aspettavi sempre qualcosa di eccezionale, tant’è che dopo sei mesi tra i giovani passò in prima squadra in Serie B. Segnò 4 gol nel girone di ritorno».

ORA È A 23 GOAL E 11 ASSIST IN 41 PARTITE – «Potenzialmente è da Pallone d’oro, ma deve vincere con lo United o con il Portogallo».

CON UDINESE E SAMP POCHI GOAL – «È maturato tardi, ma non ho mai avuto dubbi».

LEGAME CON NOVARA – «Tuttora si sente con gli autisti, i ragazzi del convitto, gli ex compagni. Anche per questo è diventato un campione. Era molto amico di un ragazzino del settore giovanile, ma dopo il passaggio all’Udinese vedersi era più complicato. All’altro dispiaceva, così gli feci una promessa. Se fosse andato bene a scuola, l’avrei portato a trovare Bruno. Così fu. Partimmo in macchina e arrivammo al campo, tornammo con la sua maglia».

RUOLO – «È un fantasista di quantità, un atleta pazzesco che in mezzo gioca ovunque: mediano, mezzala, trequartista. E poi segna in tutti i modi».

RIGORI – «Da noi ne ha tirato solo uno… e l’ha sbagliato! Tra l’altro proprio contro il Milan, in un’amichevole vinta 6-1».

RITORNO IN ITALIA, CONTRO IL MILAN – «Prima della partita gli manderò un messaggio, non vorrei disturbarlo».