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a cura di Giacomo Brunetti

Ci siamo fatti raccontare quali sono i segreti degli scout dell’Udinese.

Decenni di colpi di mercato, calciatori scoperti dall’altra parte del mondo e talenti lanciati. Ma da dove arriva questo successo?

Uno dei più classici luoghi comuni del calcio italiano riguarda il lavoro di scouting dell’Udinese. Una lista infinita di talenti scoperti nei luoghi più reconditi del globo, dalle serie inferiori europee e dai campionati meno conosciuti. Ragazzi che sono arrivati a Udine per spiccare il volo. Da Alexis Sánchez a Samir Handanovič, da Mehdi Benatia a Juan Cuadrado, fino a Lazar Samardžić e Beto. Ci siamo chiesti: cosa rende davvero speciale gli scout dei friulani? Ed esiste davvero una formula magica alla Dacia Arena?

 

Siamo stati ospiti del Club e del coordinatore degli osservatori Simone Roia all’interno della sede, per farci raccontare i segreti del metodo Udinese. Abbiamo parlato a fianco della storica sala video, ideata dalla famiglia Pozzo, subentrata nel 1986 alla guida della società e fautrice di grandi innovazioni nel mondo della ricerca calcistica attraverso una serie di introduzioni a partire da metà degli anni ’90. «Hanno rappresentato l’avanguardia di questo settore. Crearono questa sala, la prima sala video in Europa. All’epoca non esistevano le pay tv, non c’erano Sky o DAZN, e venivano trasmesse soltanto poche partite in chiaro in tutto il mondo. Vennero collegate alcune parabole alla sala, che permettevano di registrare in VHS i match. Sudamerica, Europa… dove si riusciva. Successivamente, i video venivano visionati per scovare i migliori talenti. All’epoca, il numero di stranieri era limitato e le operazioni dovevano essere estremamente mirate. Non potevi sbagliare il colpo», così è nata la fabbrica di talenti a Udine.

 

 

La tecnologia, però, si evolve, e inoltre la maggior parte delle società inizia a studiare l’Udinese, fino a imitarla. «Dapprima, i competitor percepirono il vantaggio competitivo ed emularono la stanza di registrazione e analisi video. L’evoluzione ha corso veloce: sono arrivate Stream, TelePiù, Sky. Si passò dai VHS ai DVD. Quando sono arrivato, quasi 15 anni fa, si archiviavano circa 3mila DVD a stagione. La concorrenza aumentava e infine sono arrivate le piattaforme come WyScout, dove pochi minuti dopo il fischio finale puoi reperire qualsiasi video sulla gara. E come noi, ce l’hanno tutti».

 

Sono diventate fondamentali 3 parole: tempismo, intuizione, copertura. Potremmo riassumere così i diktat che Roia ci trasmette. «Ogni domenica, nella maggior parte dei campi c’è l’occhio dell’Udinese. Monitoriamo capillarmente l’Europa e il Sudamerica. In Italia, teniamo sotto copertura A, B, C, Primavera e fino ai più giovani. I risultati sono frutto della nostra attività quotidiana in giro per il mondo», e i calciatori esplosi negli ultimi 25 anni rappresentano al meglio questa equazione. Vogliamo scendere nel dettaglio per saperne ancora di più.

 

 

«Gli osservatori hanno una zona di competenza – prosegue Roia – come ad esempio la Scandinavia o i Balcani, e cerchiamo di farli girare, per incrociare competenze e reportistica. Abbiamo una copertura intensiva di 50 campionati tra Europa e Sudamerica con un’attività quotidiana 7 su 7. Una ricerca mondiale ma con base a Udine, dove sono presenti due figure con grande esperienza come Andrea Carnevale (responsabile dello scouting) e Pierpaolo Marino (direttore sportivo), punti di riferimento per tutta la rete.

 

Fuori, sui campi e davanti al video, almeno 20 osservatori. Abbiamo contatti giornalieri con ognuno di loro, riunioni periodiche e summit per focalizzarci sui profili su cui concentrarsi». Ma l’Udinese arriva davvero ovunque: «Andiamo anche in Africa, o in Asia, dove ci attiviamo sulle competizioni nazionali, anche giovanili, come la Coppa d’Africa u-17. Partiamo da una naturale scrematura da parte delle selezioni locali». Talvolta osservare dal vivo porta grandi complicazioni: ad esempio, adesso sarebbe difficile andare in Ucraina.

 

 

La geografia gioca un ruolo importante: «La scelta dell’osservatore cerca anche di ottimizzare i costi: se notiamo un ragazzo in Spagna, il primo a osservarlo sarà colui che è già sul territorio. Si tratta di una rete creata da diversi anni, consolidata e in cui devi guadagnarti la fiducia piano piano». Ognuno segue un piano consolidato. «La prima fase dell’osservazione avviene tramite i video. Una prima scrematura da cui emergono circa 15mila giocatori. Successivamente, si raccolgono più informazioni possibili: minutaggio, infortuni, presenze, scadenza del contratto. Dopo un altro taglio, si va sul posto, per vedere ciò che solo l’occhio può carpire. L’osservatore è l’occhio dell’Udinese. Ha il compito di dipingere l’atleta nel modo più completo possibile, dalle caratteristiche fisiche a quelle caratteriali. Deve percepire come reagisce sotto pressione, notarne la gestione delle situazioni», e al fine di avere il quadro completo, «nella relazione deve disporre le squadre in campo, mostrare il modulo, ed è libero di relazionare secondo i suoi criteri». Il target? «Si cerca di andare sui giovani, ma niente vieta di trovare un’occasione con un giocatore più esperto».

 

Il parere finale è un incrocio di più punti di vista: «Sul campo, per cercare conferma, scandagliamo posizione per posizione, facendo confronti tra ruoli e presupposti di prospettiva. Guardiamo i colpi, l’estro, la disciplina. Una serie di caratteristiche, anche in base alla necessità della rosa. Certo, se capita il talento puro, “il nuovo Cuadrado”, lo devi prendere. Il talento puro non puoi fartelo scappare».

 

Quindi, tornando alle 3 regole dell’Udinese. Il tempismo serve a competere con i grandi club, non abbiamo il loro budget e quindi è fondamentale arrivare prima di tutti. Da qui nasce l’intuizione: esperienza, capacità di riconoscere il talento, capire il potenziale del ragazzo prima che diventi un calciatore. Questa è la dote che ci fa anticipare gli altri. Per fare questo, i Pozzo hanno investito nelle più moderne attrezzature, e soprattutto in una rete consolidata di osservatori che ci proiettano nella copertura». Il successo è di gruppo: «Tutti gli acquisti nascono da più pareri positivi. Per confermare l’interesse, l’ultima revisione è di uno scout esperto, se possibile Andrea Carnevale che ne è responsabile».

 

Simone Roia ci ha raccontato anche diversi esempi tangibili. Dal giorno in cui hanno scoperto Handanovič fino alle recenti intuizioni