a cura di Giacomo Brunetti

Colori e TIP/SS: il metodo con cui la FIGC convoca i giocatori in Nazionale

Due sistemi che si sono uniti per provare a rendere scientifico uno sport che non lo è

Maurizio Viscidi, coordinatore delle nazionali giovanili maschili della FIGC, è colui che ha creato il metodo con cui l’area scouting dell’Italia scova i talenti. È nato con l’esperienza sul campo e i migliaia di rapporti arrivati. «Capii che servivano giudizi non interpretabili. Rendere uno sport non scientifico quasi su base scientifica». E ci spiega l’intuizione con un aneddoto: «Un osservatore mi inviò un rapporto dicendo che c’era un ragazzo ‘interessante’. Lo convocammo, quindi. Fece una partita giocando veramente male. Gli dissi: ‘Ma chi mi hai mandato?’. E lui mi rispose: Beh, te lo avevo detto che era solo ‘interessante’. Quindi, intorno all’interpretazione soggettiva di una parola, cambiava tutto». Non era funzionale.

 

Per schematizzare l’esperienza analitica dei suoi osservatori, Viscidi crea un sistema basato sui colori e spiega al suo team: «Siccome non ci capiamo, diamo un colore. Immaginate di essere un allenatore e dover andare a giocare domani in campo internazionale: se date l’azzurro, vuol dire che a quel giocatore date la maglia e lo mandate titolare. E così via». Nascono l’azzurro, il celeste («Se per loro ci sta tirato, può essere un’ottima riserva o misurarsi con avversari inferiori»), il giallo («Da monitorare la crescita, da lasciar crescere nel club e da rivedere») e il rosso («Non vale la pena né convocarlo, né andare nuovamente a osservarlo»).

 

 

Serviva un altro step: semplificare le voci di valutazione: «Ne avevamo 47, erano troppe». Viscidi andava sempre in Olanda per partecipare a corsi di formazione e lì utilizzavano il TIPS, «con una sola S». La specifica è d’obbligo e ci arriveremo. «Abbiamo iniziato a utilizzare il TIPS dal 2012 al 2014. Le voci erano Tecnica, Intelligenza, Personalità e Speed (velocità, ndr)». Ma c’era qualcosa che non quadrava, ancora: «A parità di valori, c’erano ragazzi alti 160cm e altri che erano 190cm. Quindi ho aggiunto arbitrariamente una ulteriore S, a simboleggiare la Struttura. Per dare anche un senso di immaginazione dell’atleta dal punto di vista fisico».

 

L’incrocio del metodo tra colori e TIPSS nasce quasi per caso: «Chiesi agli allenatori delle Nazionali giovanili di comporre il TIPSS di ogni calciatore, in modo da incrociare i dati. E notai che tutti quelli che totalizzavano il numero 33, corrispondevano alle relazioni degli osservazioni di colore azzurro. Tra il 33 e il 31.5, invece, erano azzurri. Sotto il 31,5 con giallo». Nasce così un sistema che cerca utopicamente di essere infallibile.

 

 

Da qualche anno, «abbiamo diviso in TIP/SS perché la tecnica e la personalità non possono mischiarsi con i valori fisici». SS è la parte fisico-atletica. Il numero magico, invece, è il 33: «Che però può comporsi con 22 di TIP che è elevato, e 11 di SS che è basso. Dividendo le due parti, abbiamo trovato equilibrio». Anche qui, Viscidi fa un esempio per illustrare più chiaramente: «Prendete un patrimonio: posso dire di avere 500mila euro di patrimonio. Però posso averlo grazie a una casa ereditata che vale quella cifra, ma avere zero soldi in banca. Oppure avere una casa da 300mila euro e averne 200mila in banca. La cifra finale è la stessa, ma la sostanza è ben diversa». Così il TIP e l’SS convivono: «Potevi trovare un 33 che fisicamente era gracile, che doveva ancora svilupparsi».

 

Viscidi ci racconta le esperienze e gli aneddoti che ha incontrato negli anni. Chi lo ha fatto riflettere, chi lo ha sorpreso.