Segnatelo sulla mappa: il Lussemburgo. Adesso vuole andare all’Europeo

by Giacomo Brunetti

Da qualche mese, sulla mappa del calcio internazionale è apparso un nuovo Paese: il Lussemburgo. Il piccolo Stato incastonato al centro del continente avanza in silenzio da anni e punta concretamente a una possibile qualificazione al prossimo Europeo. Quindi, abbiamo contattato la Federazione lussemburghese e il media locale ‘Letz.Fussnews’ per scoprire come il 7° Stato più piccolo d’Europa sia riuscito a crescere, sbattendo in faccia alle Nazionali più quotate che i confini sono soltanto delle linee tracciate. Il miglior piazzamento nel ranking FIFA è l’82º posto del settembre 2018.

Il lavoro della Federazione negli ultimi anni

Siamo andati alla scoperta della crescita della Nazionale del 7° Paese più piccolo d’Europa, parlando con chi sta contribuendo al miglioramento di un sistema che sta raccogliendo il lavoro iniziano 15/20 anni fa. Un ampio budget è stato destinato all’enorme centro di allenamento di Monnerich e al nuovo stadio, lo Stade de Luxembourg, aperto nel 2021 (9386 posti). Le due campagne positive del Dudelange in Europa League (passò anche in vantaggio a San Siro contro il Milan) hanno poi alzato il livello del campionato locale. Nell’accademia, dall’u-12 all’u-19, ci sono allenamenti ogni giorno: intorno ai 17 anni, i migliori vengono mandati all’estero (soprattutto Bundesliga e Ligue 1). Luc Holtz è il ct dal 2010, ma il fiore all’occhiello è tutto il sistema di tecnici specializzati nelle accademie e nelle giovanili. Ci sono allenatori di livello.

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I calciatori professionisti all’estero sono circa 20, dalla Francia al Belgio, fino a Portogallo e USA. Dieci anni fa erano pochissimi. Il livello della Nazionale si è alzato. I ragazzi, spinti anche dalla FLF, vanno in Bundesliga o in Ligue 1, dove alzano il livello di allenamento e di competizioni disputate con i loro club. Tra i calciatori che hanno seguito questo percorso ci sono: Yvandro Borges (2004, ‘Gladbach), Leandro Barreiro (2000, Mainz) e Mathias Olesen (2001, Colonia). Ci sono sempre più tifosi e anche più squadre: dopo il Covid-19, la Federazione ha aumentato il numero di società di 1a e 2a divisione da 14 a 16 partecipanti.

Ehi, ci siamo anche noi, il Lussemburgo

Tra le squadre di medio rango, il Lussemburgo iniziò a far paura: fece tremare il Portogallo di CR7, che passò 2-1; vinse contro la Macedonia del Nord, pareggiò con l’Irlanda del Nord. Il Paese era in estasi: nel 2014, a Perugia, ottenne un 1-1 contro l’Italia. Nel 2017, a Tolosa, fermò la Francia sullo 0-0 nelle qualificazioni al Mondiale che i transalpini avrebbero vinto. Circa 50 giovani adesso sono all’estero per crescere in squadre competitive. Ma anche il campionato locale ha più appeal: grazie a un accordo con RTL, tutte le partite di 1a e 2a divisione sono trasmesse in streaming e visibili da tutti i tifosi. L’affetto nei confronti della BGL Ligue è in aumento tra i 640mila abitanti del Paese.

Perché sì, Lussemburgo ha un bacino d’utenza e flussi migratori che non sono paragonabili a quelli di altri microstati come San Marino (34mila) o Liechtenstein (38mila). Lussemburgo ha il doppio degli abitanti dell’Islanda che negli scorsi anni ha spaventato le potenze del calcio europeo. Quindi, li vedremo al prossimo Europeo? Dipenderà dai risultati delle 4 capoliste dei gironi del gruppo C di Nations durante le qualificazioni (le osservate sono Turchia, Grecia, Kazakistan e Georgia). Essendo il Lussemburgo la miglior seconda del gruppo C, con una serie di risultati potrebbe giocarsi i play-off. Sarebbe davvero storico.