Sheraldo Becker, l’eroe mascherato che sta portando l’Union Berlino in Champions

by Matteo Lignelli
Sheraldo Becker chi e

Due gol e due assist nella vittoria per 4-2 contro il Friburgo, una vittoria che potrebbe – anzi, dovrebbe – risultare decisiva per la qualificazione dell’Union Berlino alla Champions League per la prima volta nella storia del club. E a prendersi la scena è stato proprio Sheraldo Becker, attaccante di 28 anni che in questa stagione ha trascinato la squadra di Köpernick, quartiere popolare a sud-est della capitale, con 11 gol e 7 assist. Dopo il primo gol ha esultato tirando fuori e indossando la maschera di Spiderman. Una festa in tutti i sensi, per lui e per i tifosi che ne sono innamorati.

Sheraldo Becker, l’eroe in maschera dell’Union Berlino

Sheraldo Becker è un tipo particolare. Nato ad Amsterdam e cresciuto nelle giovanili dell’Ajax, ha scelto di rappresentare la Nazionale surinamese, il Paese dei suoi genitori. L’Union Berlino l’ha preso a costo zero nel 2019 e l’ha fatto crescere sotto la guida, a volte amichevole a volte scontrosa, del tecnico Urs Fischer fino a farlo diventare uno degli attaccanti migliori della Bundesliga. Prima in coppia con Taiwo Awoniyi, poi hanno lasciato che si prendesse la scena da solo dopo la partenza del compagno verso Nottingham. Nonostante questo, la sua pagina Wikipedia è praticamente vuota, non racconta niente di lui se non le date di nascita e dei trasferimenti. A conferma che l’attenzione del grande pubblico resta lontana. Soprattutto in Italia, dove se lo cerchi su Google digitando solo il cognome non è nemmeno tra i primi risultati.

Sheraldo Becker Union Berlino

Sheraldo Becker in azione con l’Union Berlino

La sua crescita, e quella dell’Union Berlino

«Mi piaceva giocare per strada con gli amici e andare in bicicletta. Avevo solo nove anni quando sono stato scoperto in un provino, ma prima di allora il calcio non era così presente nella mia testa» ha raccontato di sé in una delle rare interviste a media internazionali. Attaccante versatile, l’Ajax ha provato a lanciarlo mandandolo in presto al Pec Zwolle, sempre in Olanda, poi nel 2016 si è trasferito al Den Haag. I numeri sono cresciuti anno dopo anno, fino a lasciare l’Eredivisie dopo 7 reti e 10 assist in 33 gare alla fine del campionato 2018/19. Terminato il contratto col club, si è trasferito a zero in Bundesliga, dove la sua parabola di crescita ha incrociato l’apice della storia dell’Union Berlino. Una società a cui è emotivamente molto legato proprio per via di questa grande chance che gli è stata data.

E che lui ha vissuto nel momento di massimo splendore. Da sempre una squadra ‘operaia’, già dai tempi del Muro quando si contrapponeva alla Dynamo Berlino, la squadra dei corpi di polizia. Da sempre anticonformista, l’Union è diventata il simbolo di un calcio dove i tifosi sono ancora al centro. Il suo presidente, del resto, il costruttore Dirk Zingler, è uno di loro, eletto dai soci.

Sul finire dell’estate del 2019, dopo la promozione, ha giocato la prima partita della sua storia in Bundesliga. Non ha quasi mai lottato per salvarsi, chiudendo undicesima. Da quel momento ha sempre migliorato la sua posizione: un settimo posto nel 2020-21, che è valso una storica qualificazione in Europa, alla Conference, e un quinto posto lo scorso anno, per raggiungere il livello successivo: l’Europa League.

La vittoria contro il Friburgo, ottenuta grazie all’ennesima grande partita di Sheraldo Becker, ha permesso di fare un altro passo verso il quarto posto finale, con il terzo – occupato dal Lipsia- distante un solo punto. Sarebbe lo sviluppo più logico di una bella storia che, pare, abbia ancora molto da raccontare.