Le 500 panchine di Spalletti in Serie A

by Alessandro Lunari

 

Domenica sera un abilissimo sceneggiatore farà coincidere la partita numero 500 di Luciano Spalletti in serie A con due avversari speciali: l’Empoli, ovvero la squadra con cui ha esordito da allenatore di massima serie, e il suo grande amico Aurelio Andreazzoli, compagno di viaggio di entrambe le esperienze alla Roma del tecnico di Certaldo nonché ispiratore del celebre “aurelio”, la giocata tentata e riuscita da Rodrigo Taddei in un Olympiakos-Roma di Champions League dell’ottobre 2006. Ma qui vogliamo parlarvi delle 500 di “Spallettone”, che tra le altre cose è l’unico allenatore della storia della serie A ad arrivare a questo traguardo senz’aver mai vinto lo scudetto né essere mai stato ultimo da solo.

#3 – La prima vittoria

21 settembre 1997 – Empoli-Lazio 1-0

Per i primi tre punti della sua carriera in serie A, ottenuti dopo due sconfitte contro Roma e Napoli, Spalletti sceglie una vittima illustre: la Lazio di Eriksson, piegata 1-0 con un gol dopo dieci minuti di Giovanni Martusciello (attuale vice di Maurizio Sarri proprio sulla panchina biancoceleste). A difendere la vittoria ci pensa il giovane portiere Marco “Batman” Roccati, all’esordio da titolare in serie A, che ipnotizza dal dischetto uno specialista come Beppe Signori. Leggendaria una sua dichiarazione qualche giorno dopo: “Ho visto esposta in un’edicola una foto gigante della mia parata. Non ho resistito e l’ho rubata”.

 

#37 – La sconfitta più pesante

27 settembre 1998 – Cagliari-Sampdoria 5-0

Un anno dopo un’altra terza giornata, ma molto più amara: la Sampdoria crolla 5-0 sotto i colpi del Cagliari di Gian Piero Ventura (alla sua prima vittoria in serie A), che mette in mostra uno scatenato “Mimmo” Kallon e l’estro di Gaetano Vasari, uno dei tanti fuoriclasse di periferia del calcio italiano anni Novanta. Pomeriggio da incubo per Spalletti, che a un certo punto vediamo litigare a muso duro con un componente della sua panchina: i suoi perdono la testa e finiscono in 9 per le espulsioni di Cate e Sakic. Inutile il suo monito finale a favore di telecamera: le parole più lucide provengono dal capitano Moreno Mannini, ma rimarranno inascoltate. È la sconfitta più pesante di Spalletti in serie A, eguagliata solo da un analogo 5-0 in Roma-Venezia del 6 febbraio 2000.

 

#61 – L’unica retrocessione

16 maggio 1999 – Bologna-Sampdoria 2-2

Esonerato per far posto all’inglese David Platt (pessima idea) e richiamato dopo appena sei giornate, Spalletti riesce a rimettere in carreggiata la Samp grazie finalmente al recupero di Montella, mancato per quasi tutto il girone d’andata. Si arriva alla penultima giornata con importanti chance di salvezza che però passano da sei punti nelle ultime due giornate: uno strepitoso Aeroplanino segna una doppietta e porta avanti la Samp 2-1 al Dall’Ara, ma in pieno recupero l’arbitro Trentalange (attuale presidente dell’AIA) fischia al Bologna un rigore molto discutibile per contatto leggerissimo tra Sakic e Simutenkov. L’ex Signori non se la sente di calciare: tocca al freddissimo Ingesson, che al 95′ preme il grilletto sulla retrocessione in B della Sampdoria dopo 17 anni.

#196 – La prima Champions

29 maggio 2005 – Udinese-Milan 1-1

Dopo due esperienze sfortunate a Venezia e in serie B ad Ancona, la carriera di Spalletti riparte di slancio da Udine, dove fa cose magnifiche: salvezza tranquilla nel 2001, sesto posto nel 2003, settimo posto nel 2004 e il capolavoro finale nel 2004-05, con il tridente Iaquinta-Di Natale-Di Michele portato ai preliminari di Champions per la prima volta nella storia del club. All’ultima giornata all’Udinese basta pareggiare contro il Milan, col morale sotto i tacchi per la tragedia sportiva di Istanbul sperimentata quattro giorni prima. Di Michele porta in vantaggio l’Udinese a inizio ripresa, Serginho pareggia a 5′ dalla fine con un cross sbagliato che inganna un giovanissimo Handanovic. Minuti finali col cuore in gola e c’è di sempre in mezzo un Bologna-Sampdoria: partita bloccata sullo 0-0, ma se i blucerchiati segnassero ci sarebbe il sorpasso. Invece l’ex Pagliuca sbarra la strada alla Samp, e Spalletti può esultare per la prima qualificazione in Champions della sua vita.

 

#223 – Le undici vittorie consecutive

26 febbraio 2006 – Lazio-Roma 0-2

La prima Roma di Spalletti ha il grande merito sociologico di portare nelle curve italiane il coro del “po-po-popopo-po” sull’aria di “Seven Nation Army” dei White Stripes, che spopolerà ai Mondiali 2006. Dopo un inizio molto complicato in cui Spalletti rischia persino l’esonero, è anche la colonna sonora della striscia di undici vittorie consecutive che la Roma macina da dicembre a febbraio, all’epoca record assoluto della storia della serie A: il punto esclamativo arriva in coincidenza del derby di ritorno, la prima partita che la Roma deve affrontare senza Totti, gravemente infortunatosi la settimana prima contro l’Empoli. Fa niente: i giallorossi giocano sulle nuvole e vincono 2-0 con un gol per tempo di Taddei e Aquilani, entrambi assistiti da un Mancini in stato di grazia. Ed esulta anche il capitano, in stampelle a bordo campo.

 

#246 – La vittoria più larga

19 novembre 2006 – Roma-Catania 7-0

Anche se l’Inter tiene un ritmo insostenibile, nel 2006-2007 la Roma perfeziona gli automatismi della stagione precedente e si toglie la soddisfazione di un grande secondo posto, impreziosito da pomeriggi travolgenti come quello del 19 novembre: il Catania di Pasquale Marino viene umiliato 7-0 e il ricordo di quella sconfitta renderà sempre bollenti le trasferte giallorosse al Massimino. Panucci, Mancini, Perrotta, Perrotta, Panucci, Montella, Totti: è il tabellino di una squadra che nelle giornate di grazia diventava ingiocabile per quasi tutte le avversarie (chiedere per informazioni all’Inter, travolta 6-2 nella finale di andata di coppa Italia).

 

#275 – La prima volta in testa da solo

16 settembre 2007 – Reggina-Roma 0-2

Spalletti non ha mai vinto uno scudetto, ma è stato primo in classifica da solo per undici delle sue 500 giornate in serie A. La prima il 16 settembre 2007 dopo questo 0-2 al Granillo firmato da Juan e Totti. Lucianone però non vuol sentir parlare di scudetto e s’infervora al solo sentire la parola. Anzi, nel post-partita litiga su Sky con Mario Sconcerti, che aveva puntualizzato che negli ultimi due anni la Fiorentina aveva fatto tre punti in più della sua Roma: “Lo sanno tutti che lei è della curva Fiesole e che ci tifa contro”.

 

#350 – Le dimissioni

30 agosto 2009 – Roma-Juventus 1-3

All’inizio della quinta stagione consecutiva, il rapporto tra la Roma e Spalletti (corteggiato anche dal Chelsea) è sfilacciato. All’inizio del campionato, dopo due sconfitte contro Genoa e Juve nelle prime due giornate, arrivano le dimissioni. All’Olimpico la Juve domina con la più grande partita in bianconero del brasiliano Diego, e il colorito show di Spalletti in conferenza post-partita fa intuire a che grado di saturazione sia arrivato. “Se non si ha sostanza, si prende gol. È cinque anni che dico gli equilibri… gli equilibri… gli equilibri… il tacco… la punta… il numero… il titolo… il gol… gli equilibri… gli equilibri! Ci vogliono gli equilibri! Bisogna aver forza! Se ‘un si fa i contrasti, un si vincan le partite!”.

 

#445 – La più rocambolesca

20 maggio 2018 – Lazio-Inter 2-3

Dopo l’esperienza allo Zenit San Pietroburgo e la burrascosa seconda parentesi alla Roma, in cui entra ben presto in rotta di collisione con Totti, Spalletti ha il merito di riportare l’Inter in Champions League dopo un lungo purgatorio. L’ultima giornata della stagione 2017-18 è forse la partita più rocambolesca delle sue due stagioni nerazzurre: l’Inter deve solo vincere ma è in svantaggio 2-1 fino a un quarto d’ora dalla fine, finché Icardi e Vecino ribaltano clamorosamente il risultato ai danni proprio della Lazio, che finisce quinta e beffata. L’urlo del telecronista Riccardo Trevisani (“La prende Vecino!”) diventa una frase-cult presso tutto il popolo interista, così come il primo riferimento di Lele Adani alla celeberrima “garra charrùa”.