Stankovic avverte il Milan: «Domani il mio derby, la qualificazione non si decide a Belgrado»

by Redazione Cronache

Domani al Marakana di Belgrado affronterà il match clou della stagione. L’allenatore della Stella Rossa ed ex leggenda dell’Inter Dejan Stankovic ha raccontato alla Gazzetta dello Sport come sta vivendo queste ore della vigilia.

MOMENTO – «Siamo reduci da due vittorie in trasferta, su dei campacci e con una temperatura rigidissima. Comunque direi che siamo in forma: i ritiri a Cipro e in Turchia sono serviti per staccare e ricaricarci per la seconda parte di stagione. Abbiamo una rosa con qualche esperto e tanti giovani: tra gli altri cito Katai, Ivanic, Gavric, Milunovic, Degenek e Borjan, il nostro portiere e capitano. E non dimentico Falco e Falcinelli, che si sono inseriti alla grande: Diego, dopo aver riposato in campionato, è pronto per l’Europa. I compagni lo adorano, per noi è fondamentale».

MILAN – «In un cammino lungo è normale sbagliare una partita. Hanno giocato molto, non mi azzardo minimamente a fare il presuntuoso: affrontiamo una squadra tosta e di assoluta qualità, guidata da un ottimo allenatore. Faccio i complimenti a Pioli, sta raccogliendo i frutti di un lavoro iniziato proprio quando sembrava che la proprietà volesse sostituirlo. l loro modo diretto di giocare e certe individualità: penso a Leao, Rebic, Castillejo, Zlatan, Çalhanoğlu, Kessié che è una macchina da guerra, ma soprattutto a Theo, decisivo quanto per noi Maicon nella stagione del Triplete. Da dietro spacca e decide le partite».

QUALIFICAZIONE – «Fatico a pensare che già domani avremo un verdetto, ne riparliamo al 180’. Magari ai supplementari o ai rigori. In ogni caso, che dispiacere un Marakana senza pubblico: mi creda, ci sarebbe stata la bolgia».

ALLENATORE – «Sono all’inizio di un nuovo percorso, ciò che ho vissuto in poco più di un anno mi sembra bellissimo. Allenare è una grande sfida, sto bene e sono motivatissimo. Guido la mia Stella Rossa e sono l’uomo più felice del mondo, sportivamente e non. Mi considero un tipo onesto, pure severo se necessario, sempre diretto. Amo lavorare con il mio staff con il quale gestisco un gruppo fantastico. Poi, come sempre, nel calcio contano i risultati. Che per fortuna stanno arrivando. La prima stagione, oltre a vincere, è servita per impostare il futuro: gli obiettivi di quest’anno erano fare una buona figura nel girone europeo e conquistare un altro campionato, magari anche la Coppa di Serbia. Per ora siamo in linea».

IBRA – «Conoscendolo bene, non sono sorpreso del suo rendimento: è un professionista esemplare, uno che si esalta quando il livello aumenta. E di conseguenza, alza quello dei compagni. Non a caso, a 39 anni, è il numero uno».

INTER – «Ora è padrona del proprio destino, l’assenza delle coppe è un vantaggio. Mi auguro che la Stella Rossa possa consegnarle un Milan stanco. Conte è uno tosto, sempre sul pezzo, che non lascia nulla al caso. Mi piace».

FIGLI – «Sono contento per Filip, che si allena con la Prima Squadra accanto ad Handanovic, il suo idolo. Sta avendo un bel percorso, impara ogni giorno. E c’è anche Aleksandar, di 15 anni. Prima di tutto, devono continuare a essere delle brave persone. Nel calcio, lo sappiamo: serve l’impegno, i regali non esistono».

SOGNO – «Sono un bambino della Stella Rossa, allenarla è un privilegio e un onore. Ora sono qui, darò tutto me stesso fino alla fine. E non faccio previsioni, poi certo: tornare un domani alla Lazio o all’Inter rappresenterebbe la chiusura di un meraviglioso cerchio».