Stanotte Filipe Luís può vincere il 5° titolo. E sì, allena solo da 15 mesi

by Alessandro Lunari

Kasmirski è un cognome che ha poco a che fare col Brasile, ma se sei nato a Jaraguá do Sul non è così insolito. Questa cittadina nello Stato di Santa Catarina è piena di ungheresi, tedeschi, polacchi. Perfino italiani. Ed è qui che Filipe Luís Kasmirski ha iniziato a scrivere la sua storia. Con tutti e 4 i nonni europei.

15 mesi da predestinato

«Mi piace leggere e guardare documentari sulla storia di questi Paesi per fare ricerche sul mio albero genealogico». Non a caso, poi, ha trascorso una vita in Europa: Ajax, Real Madrid Castilla, ma soprattutto Atlético e Chelsea. La Nazionale? Il Brasile, dove è tornato per poi chiudere la carriera al Flamengo nel 2023. Risultato: 4 titoli in poco più di un anno da allenatore. Da settembre 2024 in poi.

Sabato sera grazie a un gol di Danilo, il suo Flamengo ha vinto la quarta Libertadores della sua storia. Nessun altro club brasiliano ne ha vinte di più. 4, come i trofei vinti nei 15 mesi da allenatore: Campionato Carioca, Coppa di Brasile e Supercoppa. La Rosa è un all-star team ‘europeo’ di tutto rispetto con Danilo, Alex Sandro, Jorginho, Saúl Ñíguez, Pulgar, Samuel Lino ed Emerson Royal.

 

«Ho avuto paura di non farcela»

A Filipe Luís va dato il merito di aver saputo integrare tutti questi campioni fino a renderli dominanti, spettacolari e squadra vera nello spirito: «Lo vedi che sono campioni: giocano una finale come fosse una partita normale, con calma e serenità». Ma comunque mai dare nulla per scontato: «Quando ho appeso gli scarpini al chiodo, molti davano per naturale il mio passaggio in panchina. Nessuno però ha visto le ore che ho passato a interrogarmi, a fare analisi delle partite fino al mattino. O quella paura di non essere abbastanza». Non serve altro.

Il palmarès da giocatore recita 22 trofei. Dalla panchina però hanno un sapore differente: «Ho vinto la Libertadores per dimostrare a me stesso di potercela fare. Conoscevo già la sensazione di essere campione, ma non avevo mai visto nessuno diventarlo grazie al mio lavoro: è una vittoria diversa. Forse la più importante della mia vita. Anche perché da giocatore non sono mai riuscito a godermi le finali».

 

Tennis, Cubo di Rubik e non solo: il personaggio fuori dal campo

Di fatto è un mancato tennista: da bambino il tennis era il suo sport preferito. Suo padre, Moisés, ex portiere mai arrivato fra i pro, lo ha poi convinto a passare al calcio. Inoltre, sin da bambino è appassionato di scacchi: ha partecipato anche a diversi tornei. E… sa risolvere il cubo di Rubik in pochissimo tempo: «So farlo solo perché qualcuno più intelligente di me mi ha insegnato i trucchi».

Da quando è bambino coltiva la passione dell’astrofisica e del cinema: «Sono affascinato dalla scienza. Anche le menti più brillanti non rispondono a tutte le domande. Io ho bisogno di capire: dopo ogni risposta ne compaiono altre 10». Per imparare l’inglese ha usato il ‘suo’ cinema: «Ho imparato tutte le battute del mio film preferito ‘Le ali della libertà’. In casa ho creato una stanza per guardarmi i film in pace».

L’ultima: i cimiteri. «Adoro andarci. Mi piace pregare e trascorrerci del tempo per meditare. Da piccolo ci giocavo a nascondino, ora vengo spesso con mio padre per i miei cari».

 

Fra Mou e il Cholo: a 90 minuti dal record

Al netto di un calcio aggressivo, propositivo, a tratti spettacolare, Filipe Luís non ha mai dimenticato i suoi maestri. Da Mourinho ha ‘rubato’ l’attenzione ai dettagli e la gestione del gruppo. Dal Cholo Simeone l’organizzazione della difesa, la mentalità, la disciplina: «Non solo mi ha migliorato come giocatore, ma ha cambiato il mio modo di pensare. Se sono qui, è grazie a lui». Il giusto mix tra fisicità e tecnica lo ha portato sul tetto del Sudamerica: «Ho imparato anche da allenatori che non ho mai avuto. Dopotutto, tutti copiamo gli uni dagli altri».

Dopo i debiti e anni difficili, il club è ripartito con ambizione: «Vogliamo essere il Real Madrid del Sudamerica». Parola del presidente Baptista. E i risultati, per ora, gli danno ragione. Con una vittoria stanotte contro il Ceará potrebbero prendersi anche il Brasileirão: il 5° titolo in 15 mesi per Filipe Luís che sarebbe il 1° a vincere campionato, Coppa, Supercoppa e Libertadores sia da giocatore che da allenatore in Brasile. Gli servono solo altri 90 minuti.