Le Statistiche Inutili della 37° giornata di Serie A

by Giuseppe Pastore
Statistiche Inutili

La prima delle Statistiche Inutili della Serie A è che lo scudetto tornerà a essere assegnato all’ultima giornata: non capita dal 2010, quando l’Inter di Mourinho centrò il secondo anello del Triplete passando 1-0 a Siena mentre la Roma di Ranieri vinceva inutilmente 2-0 a Verona. Poi era successo nel 2008, anno dell’unica vittoria di un tricolore in Emilia-Romagna nel dopoguerra: ci riuscì l’Inter di Ibrahimovic vincendo 2-0 a Parma. L’ultima volta che l’Inter ha festeggiato uno scudetto a San Siro risale al 1989 e a occhio non dovrebbe succedere nemmeno stavolta, anche se il maledetto Sassuolo ha già avvelenato parecchie stagioni della storia recente milanista. Nel dubbio, che ci farà compagnia per un’altra settimana, procediamo con le penultime Statistiche Inutili stagionali.

Le Statistiche Inutili della 37° giornata di Serie A

Buon appetito!

Partiamo proprio dal babau milanista per eccellenza, quel Mimmo Berardi che promette di scaricare sulla capolista tutto l’interismo di cui è capace. Nel frattempo si è scaldato con un gran gol in rovesciata al Bologna, il suo 101° in serie A e il quindicesimo nei lunch match alle 12:30, orario di cui il Sassuolo è habitué fin dalla sua prima stagione in serie A. Berardi ha così staccato Ciro Immobile fermo a quota 14. E allora via di compilation!

La barricata del 46

Roma-Venezia si candida come una delle partite più surreali degli ultimi vent’anni di serie A. Il dato più eclatante è quello dei tiri totali: i giallorossi hanno tentato la fortuna per 46 volte, di cui 33 solo nel secondo tempo tutto condotto in superiorità numerica – record assoluto in una singola frazione di gioco. Una sola squadra è riuscita a tirare più volte in una partita di serie A, pure lei senza riuscire a vincere: si tratta dell’Atalanta che il 15 aprile 2019 tempestò di 47 tiri la porta dell’Empoli non andando oltre lo 0-0, con i 9 a Dragowski che fioccarono copiosi sui quotidiani del giorno dopo. Sul terzo gradino del podio delle squadre che hanno tirato più spesso senza vincere, ecco i 39 tiri del Milan, due volte: il 23 novembre 2013 contro il Genoa (1-1) e il 1° luglio 2020 a Ferrara contro la SPAL (2-2). Parente stretta è anche la statistica sulle quattro traverse della Roma, che a memoria d’uomo non aveva mai colpito così tanti legni in una sola partita: li aveva semmai subiti, in un Lazio-Roma 1-1 del 1° settembre 2019, un celebre derby da sei pali totali (Lucas Leiva, Immobile, Correa e Parolo per la Lazio, “doppietta” di Zaniolo per la Roma).

Mai retrocesse in B

Lo Spezia festeggia la salvezza con una giornata d’anticipo come lo scorso anno, mantenendo il suo posticino nell’esclusivissimo club delle tre squadre che non sono mai retrocesse in serie B: com’è noto, le altre due sono l’Inter e il Sassuolo che da quando è approdato in serie A (nel 2013) non è mai tornato al piano di sotto. Ovviamente molti di voi saranno al corrente di quella famosa storia dell’Inter che era arrivata ultima nel campionato 1921-22 e poi si salvò dopo un doppio spareggio contro i concittadini dello Sport Club Italia (che allo spareggio non si presentarono nemmeno) e la Libertas Firenze. A riguardo lasciateci dire che a) essendosi salvata dopo gli spareggi, l’Inter per definizione scampò alla retrocessione; b) la Serie A e la Serie B a girone unico avrebbero visto la luce solo nel 1929, quindi questa Statistica Inutile non ha alcun motivo per essere confutata.

Cinquanta per cinque

In Germania il campionato è già finito e tra i fatti minori che squisitamente confluiscono nelle Statistiche Inutili si segnala il 50° gol di Daniel Caligiuri, centrocampista 34enne dell’Augusta di origini calabresi che fu anche convocato in uno stage in Nazionale dal ct Antonio Conte nel 2015. Questo fa di lui il primo italiano ad aver segnato 50 gol in Bundesliga e rende l’Italia il quinto Paese europeo capace di avere un suo rappresentante da almeno 50 gol in ognuno dei cinque principali tornei del continente. Nel dettaglio: Caligiuri in Bundesliga, Giuseppe Rossi in Liga, Paolo Di Canio e Gianfranco Zola in Premier League, Marco Simone in Ligue 1 oltre alla caterva di italiani che hanno segnato 50 gol in serie A. Gli altri Paesi sono la Francia (Trezeguet, Ribery, Henry, Benzema…), l’Olanda (Van Basten, Van Persie, Kluivert, Depay, Robben…), il Portogallo (non solo Cristiano Ronaldo, ma anche Pauleta e André Silva) e a sorpresa la Bosnia, per cui va fatta una postilla. Oltre ovviamente a Dzeko e a Meho Kodro, stella della Liga anni Novanta che giocò una stagione anche con il Barcellona, vanno messi a referto come bosniaci anche Safet Susic e Vahid Halilhodzic, nati a Zavidovici e Jablanica (Bosnia), rispettivamente 66 e 52 gol nel campionato francese anni Ottanta, quando il loro Paese natale era però ancora appartenente alla Jugoslavia.

So’ Diego, non mi spiego

El Monito Diego Perotti si è costruito negli anni una solidissima fama di rigorista impeccabile: senza tenere conto della carriera giovanile, l’argentino ha segnato 27 rigori su 30, per una lusinghiera percentuale del 90% (certo, i tifosi della Salernitana potrebbero intendere queste righe come vagamente canzonatorie). Gli unici tre errori sono arrivati tutti in serie A: prima quello di Empoli, gli altri due erano stati commessi con la Roma nel 2017, contro Cagliari e Udinese. Contro i friulani Perotti colpì il palo, il che vuol dire che solo due portieri hanno avuto l’onore di parare un rigore a Perotti in carriera: prima di Guglielmo Vicario, c’era riuscito solo Alessio Cragno in Roma-Cagliari del 16 dicembre 2017. Insomma, dove vogliamo andare a parare? Che oggi gli unici due portieri che hanno parato un rigore a Perotti sono entrambi stipendiati dal Cagliari.

Se n’è andata la Befana

Nel calcio una maledizione può essere dura a morire, ma che dire di due maledizioni contemporanee risalenti peraltro allo stesso giorno? Battendo a San Siro 2-0 l’Atalanta, il Milan si è scrollato dalla schiena ben due brutte strisce negative: era da 8 anni (6 gennaio 2014) che i rossoneri non battevano in casa la Dea – era stato un 3-0, doppietta di Kakà e primo gol in serie A di Bryan Cristante. Era da 12 anni (6 gennaio 2010) che i rossoneri non vincevano a San Siro con Daniele Orsato arbitro – era stato un 5-2 al Genoa di Gasperini (!), in cui il Milan aveva usufruito di ben tre calci di rigore. Ma adesso attenzione, perché dopo quell’illusorio 3-0 all’Atalanta il Milan incappò sei giorni dopo in un rovinoso 4-3 al Mapei Stadium di Reggio Emilia, quattro gol di Berardi…

Alla prossima settimana con le Statistiche Inutili della Serie A.