Südtirol, Zaro: «Io difensore-goleador a sorpresa, stiamo vivendo un sogno»

by Lorenzo Cascini
Giovanni Zaro

Le mani sulla testa e il sorriso che si apre. Quasi incredulo. «Se mi avessero mai detto che un giorno avrei fatto una doppietta in Serie B, mi sarei fatto una risata». Invece Giovanni Zaro – difensore centrale del Südtirol – sabato 18 marzo contro la Spal ne ha infilati due per davvero. Uno per tempo. «Non ho dormito per due notti di fila, non penso che mi ricapiterà mai più in carriera». Difensore goleador a sorpresa, tra l’altro in una partita decisiva per centrare l’undicesimo risultato utile consecutivo in B. «Stiamo vivendo un sogno».  Ma ci arriveremo. 

A quasi 29 anni, il presente ci dice che il Südtirol è terzo da solo in B a meno uno dal Genoa secondo. Sentimenti da alta classifica, specchio di un percorso quasi senza macchie. Tre sconfitte nelle prime tre, poi l’arrivo di Bisoli e la svolta. «Ricordo il primo discorso. Ci disse che eravamo forti e che dovevamo solo prenderne consapevolezza». E tre giorni dopo con il Pisa arriva la prima vittoria. «La aspettavamo, ci ha sbloccato. È stato come premere una leva, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo resi conto di potercela giocare con tutti. Ovviamente non avremmo mai pensato di essere così in alto a marzo». Questione di sguardi e fiducia nei propri mezzi.

«Siamo sempre rimasti con i piedi per terra, ma adesso ci crediamo»

La seconda svolta arriva dopo la sosta di natale. A dicembre ne perdono due, al Ferraris contro il Genoa e in casa contro il Modena, poi da gennaio non sbagliano più. Sette vittorie e quattro pareggi, tra cui alcune fondamentali. «Due su tutte. Venezia e Pisa, entrambe in trasferta. La prima addirittura al novantesimo».  Momento spartiacque. «Sai è anche vero che vincere aiuta a vincere. Noi siamo sempre rimasti con i piedi per terra, ma adesso ci crediamo. Non vogliamo fermarci. Ci giochiamo le nostre possibilità, guardiamo avanti e sogniamo in grande». Idee chiare e occhi ben aperti.

Zaro, gavetta e testa all’obiettivo: «Un piano B? Mai»

Giovanni Zaro è uno di quei ragazzi che si inquadrano con uno sguardo. Serio, preciso e con la testa sulle spalle. Nella vita come in campo. «Sono uno che non ha mai mollato. Il mio viaggio nel calcio parte dalla primavera dell’Inter, poi subisce tante deviazioni fino alla B». Testa dritta all’obiettivo. «Non ho mai avuto un piano B, neanche quando le cose andavano meno bene. Quando giochi in D non è sempre facile, passi momenti difficili in cui non è semplice trovare la forza per andare avanti». Lo raccontano anche i suoi tatuaggi. «Ne ho due a cui tengo molto. Nel primo ci sono le iniziali della mia famiglia. Gli devo tutto, mi sostengono sempre». Per anni lo hanno seguito, facendo chilometri anche solo per un abbraccio. «Soprattutto mio padre e mio fratello, mentre mia madre ancora si agita. Il secondo tatuaggio invece è la data del campionato vinto con la Pro Patria. Un momento che porterò sempre con me».  

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«Ci sono tante squadre forti, noi dobbiamo compensare con la grinta»

Sul futuro non si sbilancia. «È presto per parlare di traguardi. La Serie B è tosta, ci sono tante squadre forti e tanti campioni. Noi dobbiamo compensare con la fame e con la grinta». L’importante sarà non smettere di correre veloce. Parola di uno che se ne intende. «Io di campioni ne ho visti tanti, pensa che sono cresciuto allenandomi con Milito, Sneijder e Zanetti…» Qui apre il cassetto dei ricordi. «Era uno spettacolo, sembrava il paese dei balocchi. Quella squadra era piena di fenomeni, ogni tanto in allenamento ti fermavi e restavi a bocca aperta. ‘Ma come fanno?’. Ti sentivi catapultato su un altro pianeta. Poi realizzavi che ti stava succedendo davanti agli occhi».

Un po’ come dopo la doppietta contro la Spal, secondo e terzo squillo del suo campionato. Non ci ha dormito qualche notte, poi ha realizzato che era tutto vero. Come il Südtirol, ormai consapevole di essere lì e doversela giocare finché ci sarà anche la più scarsa delle possibilità.