Quattro svincolati d’oro a caccia di occasioni

by Francesco Pietrella
Svincolati

Sergenti, maghi e vecchi calciatori… contesi. Quattro storie di svincolati di lusso a caccia di sfide.

Quattro storie di svincolati di lusso

Artem Dzyuba

L’addio allo Zenit lo fotografa alla perfezione. Fatevi un giro sul suo profilo Instagram. Uno degli ultimi post lo ritrae con una maschera di Deadpool, marchio di fabbrica per far divertire i tifosi e il figlio. Artem Dzyuba ha detto ‘dasvidania’ allo Zenit dopo 105 gol e 10 trofei, campione di Russia per 4 anni di fila, calciatore russo dell’anno 2019.  Icona di San Pietroburgo e della nazionale. Nel 2021 ha festeggiato il titolo vestendosi come un supereroe, ora è tra gli svincolati. In carriera, poi, si è reso protagonista di una sfilza di ‘dzyubate’, colpi di testa alla Artem Dzyuba, come rubare un portafoglio a un compagno, masturbarsi in un video o esultare in faccia a Roberto Mancini, che lo bollò come Balotelli 2.0. Una partitella innocente fu il pretesto per mettere Artem fuori rosa. Mancio gli disse di andare in porta, lui si rifiutò e scattò la lite. «Dovete cederlo, non lo voglio». Prestito secco all’Arsenal Tula. La storia da film inizia qui, perché il “Sergente”  cerchia col rosso la gara con lo Zenit. C’è un però: una clausola contrattuale gli impedisce di giocare contro l’ex squadra, ma Artem paga 150 mila euro di tasca sua, scende in campo, segna ed esulta in faccia al Mancio, che commenta sconsolato: “È surreale”. Ebbene sì. 

Adnan Januzaj

La Real Sociedad l’ha salutato con il soprannome che più gli si addice: «Cinque anni di magia, grazie Adnan». Januzaj è sempre stato estro, imprevedibilità, il culto dell’inaspettato. Dal 2017 ha segnato 45 gol nei Paesi Baschi, ma c’è stato un tempo in cui era contesto da 5 nazionali. Belgio in virtù del passaporto (è nato a Bruxelles nel 1995), Kosovo, Serbia o Albania per i genitori, Turchia per i nonni. Il Manchester lo prese dall’Anderlecht a 16 anni pagando 300 mila euro, Moyes lo fece esordire in prima squadra, lui segnò una doppietta contro il Sunderland dopo pochi giorni. Giggs, infine, gli consegnò la sua storica maglia numero 11. Perfino Ferguson restò estasiato: «Januzaj è un giocatore magnificamente completo». Adnan non ha retto il peso dei Red Devils dispensando talento intermittente in giro per l’Europa, dal Dortmund al Sunderland. Dopo cinque anni a San Sebastian dovrà trovarsi una nuova squadra. E altre magie. 

Isco 

Il secondo violino più talentuoso che c’è sul mercato. Pare che la Roma abbia affondato il colpo per portarlo al Colosseo, chissà se andrà a segno. Isco, intanto, ha salutato il Real dopo 51 gol 19 trofei in nove anni, nessuno di questi come protagonista assoluto. Isco, soprattutto nelle ultime 3-4 stagioni, è sempre stato un attore non protagonista della casa Blanca. Uno in copertina solo ogni tanto. Ronaldo, Benzema, Modric, ora Vinicius, di nuovo Karim, Rodrygo, lui mai. Quando si sente parlare di Isco esce sempre fuori la storia del talento, del ‘Mago’, del calciatore con mezzi tecnici paurosi ma a volte, forse troppe, fini a se stessi. Tra il 2015 e il 2018 gli anni migliori, con 11 squilli siglati nel 2016/17, secondo miglior score della sua carriera dopo Malaga. Toglietegli tutto, ma non il pallone: «Voglio averlo sempre tra i piedi. L’ho sempre chiesto. Da bambino, per la strada de las Flores, in Andalusia, i vicini mi conoscevano perché andavo in giro così». 

Remy Cabella

Il viaggio di ritorno non è stato bello come quello d’andata. Remy Cabella, l’ultimo degli svincolati che abbiamo scelto, aveva scelto Montpellier dopo il fuggi fuggi generale dalla Russia, isolata dopo l’entrata in guerra, ma non è andata bene. Cinque partite, trecento minuti scarsi, nessun gol e nessun assist. Il bello è che dieci anni prima era stato uno dei protagonisti del titolo vinto. Giroud capocannoniere, Rene Girard in panchina, Cabella fantasista. Nel 2014 è volato a Newcastle per 10 milioni, ma senza brillare. Dopo un paio di stagioni tra alti e bassi (male Marsiglia, bene a Saint-Etienne), ha scelto i soldi del Krasnodar. Il patron è Sergej Galitsky, uno che ama le auto e gli yacht di lusso. Il suo Quantum Blu ha ormeggiato per diverso tempo al porto di Nizza per 16mila euro al mese. Ha una sala cinema e 27 persone di equipaggio. Dopo l’invasione dell’Ucraina le sue stelle hanno salutato il Paese, compreso Cabella, che però non ha trovato ciò che sperava. Chissà se si rifarà.