Taty Castellanos, dalle lacrime al record di Milito. In 14 giorni

by Mattia Zupo
Valentín Castellanos

Come cambia la vita in 14 giorni. Dalle lacrime nello spogliatoio e la chiusura dei propri account social per aver fallito un gol al Camp Nou a tu per tu con Ter Stegen, ad eguagliare un connazionale come Diego Milito con un poker al Real Madrid. Lo sa bene Valentín Castellanos, per tutti El Taty, 25enne attaccante del Girona che ha rifilato 4 gol ai Blancos di Ancelotti nella 31a giornata de LaLiga, qualcosa che era riuscito a Lewandowski in Champions e al Principe nello storico 6-1 del Zaragoza in Copa del Rey nel 2006, mentre in campionato non accadeva dal 1947 con Esteban Echevarria del Real Oviedo.

Dalla capitale del vino a Santiago per riconciliarsi suo padre

Dal Barça al Real, da ‘villain’ a eroe. Una storia nata nell’Argentina centro-occidentale, in provincia di Mendoza, che è conosciuta come la capitale del vino. Cresciuto nel Barrio Santa Ana di Guaymallén con 4 fratelli e una sorella, all’età di 5 anni Valentin ha iniziato a tirare i primi calci al pallone. A scoprirlo è stato Leopoldo Luque, compianto attaccante campione del mondo nel 1978, che ha insistito perché lo iscrivessero nella Escuela de fútbol de Banco Nación, nonostante i suoi compagni avessero tutti 8 anni. Villa Nueva, Independiente Rivadavia, alcuni provini andati male con River Plate e Lanús, anche a causa di un fisico leggero e per questo quando è tornato a casa ha chiesto a sua madre di pagargli l’iscrizione a una palestra. L’esordio in Prima Squadra nel campionato regionale mendocino per Castellanos è arrivato a 15 anni con la maglia del Leonardo Murialdo quando giocava da esterno, poi ha attraversato la cordigliera delle Ande per trasferirsi a Santiago. Dopo 3 settimane di prova, nel 2015 il classe 1998 ha firmato con la U de Chile e lì ha ritrovato il padre Diego, che da 7 anni aveva lasciato l’Argentina per vivere nella capitale cilena.

Chi è Valentín Castellano, i tatuaggi e il sogno Selección

La svolta della sua carriera però è arrivata in Uruguay. Dopo alcuni mesi con poca continuità in Cile, nel 2017 Castellanos è stato acquistato dal Torque, con il ds German Brunati che era rimasto impressionato dopo averlo visto in uno spezzone di gara in Copa Sudamericana contro i brasiliani del Corinthians. Da una big del calcio cileno alla seconda divisione uruguaiana per 300.000 dollari, da esterno a centravanti grazie all’intuizione di Pomelo Marini che decise di cambiargli ruolo dopo alcuni risultati negativi. 5 gol in 30 partite complessive con la maglia degli uruguaiani, che hanno contribuito alla prima storica promozione del club di Montevideo nella massima divisione. Con l’acquisizione della società da parte del City Group, Castellanos nel 2018 si è trasferito in MLS, al New York City per raccogliere l’eredità di David Villa e dove viene allenato da Domenec Torrent, ex braccio destro di Pep Guardiola. «Penso che sia un ragazzo che giocherà in Europa. È pronto per compiere il passo successivo nella sua carriera. Adesso, resta solo da vedere dove», le parole pronunciate dall’attuale allenatore del Manchester City. 58 gol in 133 presenze nelle 4 stagioni giocate nel campionato statunitense, del quale è stato anche il capocannoniere. Numeri e prestazioni che avevano attirato l’attenzione della nazionale cilena e di quella a stelle e strisce. Puntuale però è arrivata la chiamata di Fernando ‘El Bocha’ Batista, attuale ct del Venezuela ed ex allenatore dell’Argentina Sub-23 che prese parte al Pre-Olimpico in Colombia nel 2020, dove però era un’alternativa a Gaich e Julian Alvarez.

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Un leone, il sole di maggio, la frase ‘giuriamo di morire con gloria’ dell’inno nazionale, il significato del nome di sua madre Marilu, poi un altro testo in cui si legge ‘la mia famiglia è tutto’, e un orologio che segna l’ora dell’esordio in Primera con la U del Chile: questi sono i tatuaggi che riempiono il suo corpo. La sua grande passione oltre al mate. Senza aver mai giocato professionalmente in patria, quel torneo in cui si è laureato campione 3 anni fa è anche la sua unica esperienza con la maglia albiceleste, che sogna di tornare a vestire. «La Selección è importante, ma devo andare per gradi. So quanto sia difficile arrivarci, per il livello di giocatori che ci sono. Siamo i campioni del mondo e questo è importante, ma nessuno mi toglie questo sogno: lottando e lavorando per farmi trovare pronto quando arriverà quel giorno», queste le sue parole a Olé dopo il poker al Real Madrid, che lo portano a quota 12 reti in stagione, la prima in Europa per il mendocino arrivato a Montilivi la scorsa estate con la formula del prestito dal New York City. Scaloni avvisato quindi, mentre Guardiola avrà preso appunti in vista della semifinale di Champions e chissà magari anche per il futuro.