a cura di Cosimo Bartoloni, Giacomo Brunetti, Andrea Consales, Matteo Lignelli e Francesco Pietrella

Cinque storie della Tunisia.

Non hanno mai superato i gironi. L’ultima volta, al Mondiale, nel 2018.

 

Come arriva al Mondiale, Kadri?

 

Delle 5 africane qualificate al Mondiale, l’unica a non aver mai superato i gironi è la Tunisia. E il c.t., il 50enne Jalel Kadri, insieme a John Herdman del Canada, è l’unico c.t. del torneo a non aver giocato in nessuna prima divisione di qualche Stato. «Se non superiamo il girone, mi licenzierò», ha detto. A gennaio, Kadri conquistò tutti battendo la Nigeria in Coppa d’Africa: impresa, gol di Msakni, con 7 calciatori e il c.t. Kebaier assenti perché positivi al Covid-19. Ora ha qualificato a scapito del Mali le Aquile di Cartagine. Il modulo è lo stesso di Kebaier, il 4-3-3. Punti di forza? In difesa Mohamed Dräger, titolare a Lucerna ma flop all’Olympiakos. A centrocampo, chiavi in mano a Ellyes Skhiri del Colonia, quindi via col tridente: Khazri, Sliti e Youssef Msakni, 32 anni, il “Messi del deserto” seguito nel 2012 dal PSG. Alla Ligue 1 preferì il Qatar e ora gioca all’Al-Arabi.

 

 

Il Genoa di Scoglio, e di quei cinque tunisini

 

A febbraio 2001, il Genoa del presidente Scerni è quartultimo in Serie B. Il tecnico Bruno Bolchi si dimette e il posto va a Franco Scoglio, che però allena dal ‘98 la Nazionale tunisina. Che porta al Mondiale 2002, ma senza di lui: Scoglio a febbraio 2001 torna in Italia per salvare il Genoa. Ci riesce, così nell’estate 2001 – memore del suo passato – porta sotto la Lanterna cinque tunisini: il 35enne portiere Chokri El Ouaer, il difensore Khaled Badra, due centrocampisti (Imed Mhadhebi e Raouf Bouzaiene) e un trequartista, Hassen Gabsi. Non c’è lieto fine: a dicembre 2001, Scoglio lascia i rossoblù. Inizia lo smantellamento: El Ouaer e Badra vanno via a gennaio, gli altri entro l’estate 2003. in cinque fanno 156 presenze. Da allora, nel Genoa non hanno più giocato tunisini. E nel 2005 Scoglio è scomparso in diretta tv: «Morirò parlando del Genoa», aveva profetizzato.

 

 

Calcio e politica: “amici” del Qatar

 

Sono oltre 30mila i tunisini che vivono e lavorano in Qatar, paese con cui i rapporti sono ottimi pure perché sono entrambi stati musulmani. Per dirne una, Msakni gioca all’Al-Arabi, in Qatar, come Ferjani Sassi (Al-Duhail). Tornando alla politica, le preoccupazioni sollevate dal Guardian nel 2021 sugli oltre 6500 operai morti in dieci anni di lavoro nei cantieri degli stadi, non erano all’ordine del giorno in Tunisia. Che a fine ottobre la BBC dava per possibile esclusa dal Mondiale dalla FIFA, preoccupata dalla possibile chiusura degli uffici federali paventata dal ministro dello sport Kamel Deguiche. Nulla di fatto. Nel mentre, il Qatar è il secondo paese per investimenti diretti in Tunisia, la culla della Rivoluzione dei Gelsomini nel dicembre 2010, col suicidio di un giovane ambulante che si appiccò il fuoco davanti alla sede del governatorato di Sidi Bouzid.

 

 

Wahbi Khazri, da Ajaccio con furore

 

L’8 aprile 2018, all’Allianz Riviera, il Nizza di Lucien Favre, Balotelli, Pléa e Saint-Maximin ospita il Rennes di Sabri Lamouchi. Al ‘90’, al posto di Saint-Maximin entra Bassem Srarfi, folletto classe ’97 che non ha forse mantenuto le promesse (e oggi gioca in Belgio). Nel Rennes è titolare invece Wahbi Khazri, reduce da una stagione al Sunderland retrocesso in Championship con le riprese della serie tv di Netflix, Sunderland ‘Til I Die. Sliding doors con Srarfi: oggi Khazri è a Montpellier dopo quattro anni, dal 2018 al 2022, nel Saint-Étienne di cui era numero 10 e capitano e con cui l’anno scorso ha segnato 10 gol. Non sono bastati a evitare retrocessione e disordini dei tifosi. In Qatar, Khazri è la stella della Tunisia di cui – con 24 reti in 71 partite – è pure il secondo miglior marcatore di tutti i tempi. Nato in Corsica, diceva: «Sono felice, la Tunisia è una scelta di cuore».

 

 

I fratelli Rekik e Bronn, la difesa al potere

 

Dal 2019, la Tunisia inizia a corteggiare giocatori dalla doppia nazionalità come il danese Anis Ben Slimane del Brøndby, il francese Hannibal Mejbri cresciuto tra Monaco e Manchester United, oppure Omar Rekik. Lui ha 20 anni ed è dell’Arsenal ma in prestito allo Sparta Rotterdam. Sarà al Mondiale, senza suo fratello maggiore Rakim, nato nel ’94 a L’Aia, ex Manchester City e Marsiglia attualmente al Siviglia. Padre tunisino e madre olandese, i due fratelli Rekik potevano scegliere: Karim ha sempre scelto l’Olanda, con cui debuttò in gare ufficiali nel 2017 al fianco di van Dijk. Omar ha scelto la Tunisia ma giocò pure con l’Under18 olandese. Dal 2021 ha debuttato grazie al c.t. Kebaier e ora è ai Mondiali con la Tunisia. A differenza del fratello e al fianco di Dylan Bronn – nato a Cannes nel ’95, ex Metz oggi titolare alla Salernitana – che come lui ha scelto la Tunisia.