Una ‘coccolina’ per ogni squadra: in curva a Bologna c’è uno chef

by Alessandro Lunari

Il Sogno Europa, ma non solo. Nella curva del Bologna c’è uno ‘chef’ che prepara una ‘coccolina’ ispirata ad ogni squadra avversaria.

Si chiama Andrea, in arte ‘Piotry’. In realtà, non è un cuoco ma un medico. E non è neanche di Bologna, ma è veneto: «Mi sono trasferito qui per l’Università. Ho iniziato ad andare al Dall’Ara in quegli anni e piano piano mi sono innamorato del Bologna».

Con lui c’è Filippo, bolognese doc, sempre presente in curva. Dal 2016 ha creato con Andrea il gruppo ‘DSP’, ‘Dadoni Sempre Presenti’. Sono circa 20 in totale.

 

Ma cos’è la ‘coccolina’? E quel sogno Eur…

Ad ogni partita, Filippo fotografa e pubblica la ‘coccolina’ di Piotry. «Tutto è partito da dei pacchetti di noccioline e patatine. Li portavo per non comprarli al bar». Poi l’idea: «La ‘Coccolina’ non è un pasto vero e proprio, ma un modo per coccolarsi a fine primo tempo e placare la fame». In questi anni sono state tantissime le creazioni di Andrea per i suoi amici.

All’inizio non c’era una vera e propria fonte d’ispirazione, ma solo la sua creatività. Poi, è nata l’idea di creare la ‘coccolina’ in base alla squadra avversaria. Non c’è una regola fissa: «O mi lascio ispirare dalla regione di provenienza oppure cerco un collegamento con la squadra. Un simbolo, un soprannome: mi diverto tantissimo». E fa tutto da solo: «L’unica che può avere delle anteprime è mia moglie, anche perché preparo tutto in casa».

Per i DSP è diventato un vero e proprio rituale. E il bello è che nessuno sa cosa ci sia fino al 45’: «Ogni tanto facciamo anche il ‘totococcolina’, ma nessuno indovina». Piotry si organizza con anticipo in base ai match, confeziona tutto e va allo stadio. Ogni tanto lo fermano gli steward: «Non è che hai una coccolina in più?».

La Coccolina più buona? «I paccheri ripieni di uova strapazzate, guanciale e pecorino. Una sorta di carbonara oppure il babà». Però ammette: «Quelli li ho presi in pasticceria eh». Piotry cucina e Filippo lo aiuta ad allestire il tutto e in curva i vicini ogni volta rimangono stupiti… e affamati.

Il Bologna di Motta stupisce. E la gente, come Piotry o Filippo, sogna: «Quell’obiettivo lì non si può neanche pronunciare. Però, magari… una bella trasferta di Conference League a Bratislava per una ‘coccolina straniera’. Anche se il sogno è andare ad Astana in Kazakistan». Spazio alla creatività.

Un po’ come contro il Lecce. Piotry ha preparato un hot dog con maionese e ketchup. E perché? «Da piccolo simpatizzavo per il Lecce perché nello stemma ha una lupa, ma io credevo fosse un cane. E da qui ‘Hot-Dog’: ecco sì, la coccolina può nascere anche per una cavolata del genere. Il pasticciotto era troppo banale. Poi con la maionese e il ketchup ho ripreso il giallo e il rosso del club». Una coccola mica male. E ora con la Fiorentina, cosa bolle in pentola?