Villarreal, baila Moreno: l’equilibrista nel sottomarino giallo

by Alessandro Lunari

Provate ad aprire Twitter e cercare Gerard Moreno. «Letale». «Sempre lui». «Ti amo». «Che giocatore». «La mia campagna per dargli pallone d’oro comincia oggi». Questi, nelle serate di Europa League, sono fra i commenti più gettonati sul condottiero che ha trascinato il Villarreal in semifinale a braccetto con Paco Alcacer. I due, con 6 reti a testa, sono la coppia più prolifica della competizione alla corte di Unai Emery, semifinalista di Europa League per la sesta volta in carriera (c’era riuscito anche con Valencia, Siviglia ed Arsenal) in attesa di scendere dalla metro londinese per incrociare il suo passato, i Gunners del successore Arteta. La squadra spagnola è ancora imbattuta nel suo viaggio europeo, con 10 vittorie e un pareggio nella fase a gironi.

Gerarchie

Dal Submarino Amarillo è emerso un attaccante miracoloso, capace di trasformare in oro ogni pallone toccato con il piede mancino. Con 17 reti segnate nel 2021, Moreno nei primi 5 campionati d’Europa è secondo solamente a Lewandowski (22), Messi e Mbappé (19). I rigori segnati in stagione? 11 su 11. Tutti. Anche ad assist non siamo messi male: il catalano è a due passi da Giuseppe Rossi, che con Nilmar ha formato un altro binomio vincente prima della clamorosa retrocessione nel 2011. Insieme a Riquelme-Forlan, senza dimenticarsi di Santi Cazorla, possono entrare in punta di piedi anche Paco e Gerard. Provando a scalare le gerarchie, piano piano. Beh, piano mica tanto.

Continuità

L’avventura di Moreno comincia dalle gradinate ripidissime del Cornellà-El Prat, dal settore giovanile dell’Espanyol. La sua squadra del cuore, dove è tornato tra il 2015 e il 2018 e dove vorrebbe chiudere la carriera da calciatore. Adocchiato dal Villarreal, preferito anche al Real Madrid, dopo la trafila nelle squadre C e B arriva a giocarsi le prime carte tra i grandi proprio nella stagione della risalita in Liga. Nell’annata 2013/2014, mentre in maglia gialla segnano a raffica Uche, Giovani dos Santos e Jeremy Perbet, Gerard va in doppia cifra con il Maiorca in Segunda Division. Rientrato al Madrigal, fa da sparring partner nella stagione che consacra Vietto nel calcio europeo. Se la fortuna ha un po’ abbandonato «Lucky» Luciano, lungo il percorso di Gerard non è mai mancata la continuità. Anzi, negli anni lo ha ripagato con gli interessi.

Equilibrio

Nel 2015 fa ritorno a Barcellona, per vestire nuovamente la maglia dell’Espanyol, per due stagioni è il miglior marcatore: nel 2017/2018 mette a segno il 44% dei gol complessivi. Visione di gioco, cinismo e qualità da vendere valgono la «recompra» del Villarreal, che tre anni dopo averlo ceduto sceglie di riemergere dall’acqua e riprenderselo per una ventina di milioni (incassati dalle cessioni di Rodri e Samu Castillejo). Agile a smarcarsi e snodato sulle gambe, quasi sempre cinico e a tratti visionario, Moreno ha imparato a essere decisivo tanto sotto porta quanto fra le linee, con assist al bacio e lanci lunghi tipici di un trequartista. Fondamentali sono stati gli anni con Calleja, ritrovatosi a dover ridistribuire sul campo una squadra piena zeppa di punte. Lui e Toko Ekambi spalleggiano Carlos Bacca segnando più del colombiano, imparando a sfornare assist dal maestro «paquirrín» Cazorla. Giocare qualche metro più indietro ha reso Gerard Moreno un giocatore fondamentale per finalizzare e impostare. Sa smarcarsi con classe, flirta col pallone quanto basta per farti perdere l’equilibrio. Lui non lo perde mai.

Baila Moreno

Gerard è il portavoce nel centro-destra del campo, dove riceve e smista in media quasi il doppio dei palloni (29) rispetto al compagno di reparto (18), lui finalizzatore di professione. Luis Enrique un pensierino sul numero 7 «amarillo» l’ha già fatto da tempo. Con la Spagna ha messo a referto 5 gol e 4 assist in 10 partite, alternandosi a Morata e spalleggiato a turno da Ferran Torres, Dani Olmo, Oyarzabal, Ansu Fati e Bryan Gil. La metà dei suoi dribbling vanno in porto (49%), la metà dei suoi tiri finiscono in porta (45%). Senza scomodare campagne social per assegnargli il pallone d’oro, all’età di 29 anni e con 25 reti all’attivo in stagione, forse il suo nome è passato sotto traccia per troppo tempo. Non a caso gioca in un sottomarino giallo, abituato a vivere a pelo d’acqua. Baila Moreno, sotto la linea del pallone. Scalare le gerarchie nel segno della continuità, senza mai perdere l’equilibrio, parole chiave nel racconto di un giocatore fatto e pronto per una grande squadra. Ammesso e non concesso che non lo sia il Villarreal. ¡Venga ya!