Viviano racconta: «Consigliai Skriniar a Chiellini. Dopo un anno…»

by Redazione Cronache

Emiliano Viviano, attualmente svincolato, si è così raccontato al sito Gianlucadimarzio.com.

STUDIO«Studiare mi piaceva, anche se non amavo stare troppo sui libri: mi sono fermato a metà dell’ultimo anno di Ragioneria. Avevo iniziato col Brescia a comportarmi da professionista e non riuscivo più a frequentare, ma non si sa mai un giorno potrei finir».

SPAL«Esperienza breve ma bella, sfido a trovare qualcuno che dica di non essere stato bene lì. Io poi ho continuato ad allenarmi, a gennaio qualche proposta l’ho avuta, ci sono cose che non mi hanno convinto a pieno e altre che non si sono concretizzate, così sono rimasto fermo intenzionato ad aspettare l’estate».

INTER«Nel 2011 andai in un’Inter che era stratosferica e con molta umiltà chiesi di essere ceduto: poi mi ruppi subito il crociato in allenamento, l’Inter però fu splendida e fece di tutto per farmi restare, mi rinnovarono il contratto. Arrivavo da sette/otto partite da titolare in Nazionale e volevo giocare».

RITORNO«Se torno alla Sampdoria? Io non sarei mai andato via, ora però la Samp ha un portiere bravo, in futuro chissà. Lì sono stato da Dio, società che funzionava bene, ambiente che non devo nemmeno dirlo: hanno una maniera diversa nel vedere e nel vivere il calcio, lo sta dicendo anche Ranieri che di esperienza ne ha un ‘pochino’».

CASSANO«Com’era Cassano da compagno di squadra? Io ho avuto quello migliore, in Nazionale durante le qualificazioni agli Europei del 2012, e poi quello tornato alla Samp che ha fatto più fatica: ma al di là di quello che poteva fare in campo Antonio spostava gli equilibri solo per la sua presenza. Era una roba pazzesca, dove gli altri vedevano centimetri di campo lui vedeva metri».

FIORENTINA«Mia figlia si chiama Viola… Si parla spesso di un calciatore che è tifoso, chi della Juve chi del Milan: io però ho fatto dieci anni di partite sugli spalti, tutte in casa e spesso fuori. Sono partito dalle giovanili, ero abbonato in Fiesole anche quando giocavo a Brescia. Pensare di passare da lassù, in curva, ad essere quello che gioca in campo: mi sembrava di essere in una dimensione parallela, nonostante a Firenze sia tornato con 250 partite alle spalle, ma il fatto di amare i colori viola non è stata una pressione, anche una partita con quella maglia era il massimo che potessi raggiungere».

NAZIONALE«Gollini titolare in azzurro? Ti dico di no solo perché c’è Donnarumma, ma è uno di quelli che mi piace di più nella maniera di parare: ma sono in tanti bravi, Perin che sta tornando, Sirigu che l’anno scorso è stato il migliore per rendimento. Mancini ha fatto la scelta giusta nel tutelare Donnarumma da tutto e tutti, ma dietro ci sono portieri forti».

SKRINIAR«A Chiellini Milan glielo avevo consigliato, dopo un anno che era all’Inter mi disse che avevo ragione: Skriniar é fortissimo, però mi permetto, visto che è un amico, deve mangiare ancora qualche panino».

BRUNO FERNANDES«Crescita totalmente aspettata, perché si vedeva che aveva qualità superiori: poi fare 33 gol da centrocampista non è da tutti, a Manchester in poco tempo ne ha già fatti due. Devi avere qualcosa a livello caratteriale per crescere così, anche se lui ha un carattere silenzioso: ma è molto umile, a Lisbona da capitano ha chiesto a me che ero ai margini dei consigli. Lo sento spesso, non è mai cambiato, sa da dove viene e cosa vuole fare».

FUTURO«Mi siederò in panchina e farò l’allenatore: due o tre anni fa pesavo più ad un ruolo dirigenziale, da direttore sportivo, ora però ho capito che voglio allenare. Dal punto di vista caratteriale credo di avere qualcosa per trasmettere delle idee: ho avuto tanti allenatori, giocato in tre paesi, servirà tempo ma penso che la mia strada sia quella».