Volendam, dove l’eredità di Cruijff sopravvive. Con i gioielli dell’Inter

by Matteo Lignelli

Appena un po’ più a nord di Amsterdam, Volendam è un piccolo villaggio di pescatori che si affaccia sul lago IJsselmeer. Secondo gli olandesi, è qui che viene custodita l’eredità di Johan Cruijff. O almeno una parte, quella di filosofo del calcio.

Il Volendam vorrebbe cambiare la cultura delle academy di calcio, il modo in cui oggi viene coltivato il talento, partendo da quel che Cruijff ha fatto con le giovanili dell’Ajax quando ha provato a rilanciare il club, partendo dalla base, dopo la crisi tecnica ed economica dei primi anni Dieci del duemila. Oggi nella piccola società che scende in campo con splendide maglie arancioni lavorano alcuni dei suoi più stretti collaboratori di quei tempi. L’allenatore è Wim Jonk (ex Inter), allora capo dell’academy dell’Ajax, il direttore sportivo è Jasper van Leeuwen e il responsabile del vivaio Ruben Jongkind. Ad Amsterdam hanno cresciuto gente come De Ligt o van de Beek.

Dopo anni di programmazione, questa è stata la stagione della raccolta. Fino a inizio marzo il Volendam aveva perso una sola partita e comandava la Eerste Divisie, la seconda serie olandese, poi è incappato in un ciclo di sei gare senza vittorie (tre sconfitte e tre pari) che hanno ritardato la festa. L’FC Emmen li ha pure scavalcati, ma venerdì 22 aprile, dopo aver battuto 2-1 il Den Bosch è stata promossa in Eredivisie. Un trionfo che parte, anche, dal forte legame con l’Inter.

La Velvet revolution

Nel villaggio, ha spiegato Jongkind, «c’è una cultura diversa. I tifosi vogliono vedere i ragazzi del posto in prima squadra. Ne sono orgogliosi. Hanno un’idea simile a quella dell’Athletic Bilbao». Tutto molto bello, se non fosse che ci sono meno di 25mila abitanti e la vicina Amsterdam attrae i più promettenti.

Eppure i dirigenti sostengono che nessun’altra società olandese ha valorizzato così tanti giovani negli ultimi anni. Puntando a una nuova Velvet revolution, l’indirizzo che provarono a dare all’accademia dell’Ajax puntando sullo sviluppo del talento individuale. In un clima, hanno spiegato, «più sereno e meno politicizzato». «Quando siamo arrivati abbiamo trovato la squadra in fondo alla classifica. C’erano problemi dal punto di vista finanziario, organizzativo e commerciale. Non avevamo risorse perciò dovevamo essere creativi, e Cruijff diceva sempre che se vuoi migliorare un club devi iniziare dal settore giovanile».

«Ci stiamo concentrando sulla crescita del singolo proprio come all’Ajax – ha aggiunto Jongkind in una recente intervista –  quindi  non pensiamo al risultato e facciamo giocare ragazzi di 16 o 17 anni. Dobbiamo dar loro delle possibilità, dell’ossigeno». Nel reclutamento, comunque, non manca un po’ di scienza: «Cerchiamo di scovare quei calciatori dei club dilettantistici che sono stati trascurati nonostante il loro potenziale, e da noi stanno facendo molto bene. Abbiamo anche un altro segreto, con uno scouting capillare proviamo a individuare i bambini promettenti che sono nati nella seconda metà dell’anno, spesso vengono ignorati perché ci mettono più tempo a svilupparsi. Con pazienza, però, possono sbocciare».

Il legame con l’Inter

Gaetano Oristanio ha 20 anni, è nato a Vallo della Lucania e viene dalle giovanili dell’Inter (qui la nostra intervista). Può giocare dietro le punte o sull’esterno. È uno dei volti più brillanti della cavalcata del Volendam, con 33 presenze e 6 reti. È in prestito. Jongkind dice che è un «attaccante naturale» però lo stanno impiegando come numero 10 «così da aiutarlo a sviluppare anche le capacità di un centrocampista». Un’attenzione al particolare che piace al direttore sportivo nerazzurro Piero Ausilio, rimasto impressionato già dalla cura che gli olandesi avevano messo nella valorizzazione di Samuele Mulattieri (30 gare e 18 reti in Olanda), in prestito per il 2020/21. Non a caso quando è rientrato a Milano è stato girato al Crotone ed è diventato protagonista in Serie B. Sono gli stessi frutti che sperano di raccogliere con Oristanio e con il portierino Filip Stankovic, figlio di Dejan, pure lui prestato al Volendam. E chissà, magari pure con altri ragazzi. Stavolta però in Eredivisie.