Walid Cheddira, le origini: «Con tanto lavoro e umiltà è diventato grande»

by Redazione Cronache
Walid Cheddira

«Difficilmente troverai una foto in cui non sorride. Tranne quando insegue la palla, ovviamente». Bruno Di Napoli sorride, di riflesso. Si parla di Walid Cheddira, suo assistito, capocannoniere e rivelazione della Serie B col Bari. Già cinque gol in campionato, 10 se conti anche la Coppa Italia. Dati alla mano, è il capocannoniere del calcio professionistico italiano. Nessuno ha segnato più di lui, eppure fino a qualche mese fa di Cheddira si metteva in luce la somiglianza con Luigi Di Maio. Un vero peccato. Focaccia e panzerotti. Ualino – diminutivo di Pasquale, in dialetto barese – è già l’idolo del San Nicola: «Uno dei suoi più grandi pregi è l’umiltà, ma anche la disponibilità. È un ragazzo socievole. Non lo diresti, ma fa molta autocritica, si mette molto in discussione – spiega Di Napoli a Cronache – ti racconto questo. Capita che restiamo ore a commentare un singolo movimento o azione in cui avrebbe potuto fare meglio». Perfezionismo: «Il suo exploit? Wal ha da sempre un grande culto del lavoro. Era lecito aspettarsi qualunque cosa da lui». Pure il Mondiale in Qatar col Marocco?

 

Walid Cheddira, gli inizi: «Lo sport è sacro»

Walid Cheddira nasce il 22 gennaio 1998 a Loreto, nelle Marche. Ha il calcio nel sangue, suo padre Aziz è stato un calciatore dilettantistico in Marocco: «Walid è cresciuto in un ambiente intriso di calcio – spiega Aziz a Cronache – gli abbiamo trasmesso questa passione. In famiglia lo sport è sacro, in particolare il calcio. E pure suo fratello Mohamed fa il calciatore». E ancora: «Sin da piccolo, Walid gioca in attacco. Fa da sempre la punta centrale. Poi naturalmente si adatta, sia da esterno destro che sinistro. Dipende dall’allenatore. Ha un suo modo di giocare ma presta attenzione a cosa gli chiede il mister». Dov’è il segreto? «Ha fame. Ha sempre la stessa fame. Lavora ogni giorno per migliorarsi, impara qualcosa in ogni allenamento. È giusto che uno così non si ponga limiti», commenta Di Napoli. Lo interrompe Aziz: «Walo si è innamorato del Bari e il Bari s’è innamorato di lui. Sapevo che avrebbe fatto un ottimo campionato, ma così è bellissimo».

 

Marche, il Parma, l’exploit a Bari

Walid Cheddira inizia a Loreto, poi sempre nelle Marche alla Sangiustese. Fa due anni di Serie D, tra 2017 e 2019, segna 10 gol ciascuno. «Il calcio è questo – continua Di Napoli a Cronache – devi saper aspettare le condizioni ideali per sfruttare il tuo momento. Non sempre le due cose coincidono. Ma se perseveri e lavori con passione e umiltà, le occasioni si moltiplicano». Non tutto il percorso di Walid Cheddira è però rose e fiori. Nel 2019 firma col Parma, che lo gira in prestito ad Arezzo: Walid gioca per la prima volta in Serie C, ma non segna. Zero gol. L’anno dopo, invece Cheddira è a Mantova e torna a segnare: 9 in 38 partite: «A Mantova è cresciuto molto, merito di mister Troise». Nel mezzo, due presenze a Lecco. Infine, a luglio 2021, Cheddira si trasferisce a Bari. Altro prestito, il quarto: «Tutto grazie a Ciro Polito, lo seguiva a tempo. Lo voleva all’Ascoli l’anno prima, ma io e Wal abbiamo ritenuto fosse più giusto restare a Mantova e crescere ancora un po’». È una scelta che paga. A fine stagione, il Bari viene promosso in Serie B e Walid Cheddira è un’ottima sorpresa: 7 gol, 3 assist e due rigori procurati. Dopo una splendida stagione, i Galletti avviano la trattativa col Parma. Cheddira diventa barese a titolo definitivo.

Suq, Ziyech e tanto amore

Proprio ieri sera, in amichevole, il Marocco ha battuto il Madagascar, 1-0. Il gol lo segna Walid Cheddira. Con buona pace del c.t. Mancini, che ha forse adocchiato Walid prima che lui stesso dichiarasse «le origini non si dimenticano». La sua famiglia è di Beni Mellal, 210mila abitanti al centro del Marocco, tra una fortezza e un’oasi, una piazza sede del mercato e il suq. Tra Abdelhamid Sabiri e Ziyech, tra Munir ed En-Nesyri, c’è pure Walid: «Lui è nato in Italia, ma sia io che sua madre siamo marocchini, perfettamente integrati – precisa Aziz a Cronache – Walid ha frequentato la scuola fino all’università, ma non ha mai dimenticato le tradizioni del suo Paese. Prova per il Marocco un amore semplice ma caloroso. Lo stesso che prova per l’Italia, che è il paese in cui è nato». E in cui sta segnando più di tutti quanti, nel Bari finora imbattuto.