Wembanyama, la migliore promessa della NBA, era un portiere

by Redazione Cronache
Victor Wembanyama portiere

Nella notte si è svolta la lotteria NBA più attesa degli ultimi 20 anni: sul piatto il cestista con più talento da poter prendere, il classe 2004 Victor Wembanyama. La lotteria ha sorriso ai San Antonio Spurs che avranno l’onore di chiamare per primi al prossimo Draft del 22 giugno. L’ultima con così tanta attesa è stata quella del 2003: protagonista? LeBron James. Wembanyama ha seguito la lotteria collegato da Parigi, dopo aver giocato l’ultima gara della regular season con i suoi Metropolitans Levallois. A bordo campo c’era anche Kylian Mbappé. «Avevo promesso a Wemby che sarei venuto, finalmente ci sono riuscito. So che è un giorno speciale per lui». I due hanno in comune molto, visto il passato – anche se breve – del ragazzo come portiere.

Prima del basket, Victor Wembanyama faceva il portiere

Dietro al legame tra i due fenomeni francesi, c’è di più. Come dichiarato in un’intervista dal cestista, prima di innamorarsi del basket Wembanyama ha giocato per alcuni mesi come portiere in una squadra vicino alla città dov’è cresciuto, Le Chesnay nell’Île-de-France, la stessa regione di Mbappé, che ha vissuto ha Bondy. L’altezza, probabilmente, faceva la differenza. Ma l’idillio con il calcio è durato ben poco. Dopo qualche settimana in una palestra di judo, la famiglia lo ha indirizzato verso la pallacanestro: allenato dalla madre e giocando nella squadra locale, l’Entente Le Chesnay Versailles.

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Una famiglia di sportivi e i guantoni nel basket

Lo sport era una questione di famiglia: la madre Elodie de Fautereau è stata cestista, mentre il padre Felix Wembanyama è un ex atleta di salto. Anche grazie alla propensione di Felix, il giovane Victor all’età di 10 anni ha sviluppato la corsa allenandosi con una squadra di atletica. Victor è stato precoce in tutto: un articolo di Sport Illustrated racconta che addirittura avesse imparato a leggere a 3 anni. Che sia un’esagerazione o meno, è chiaro che era un ragazzo precoce. E se poco dopo ha scoperto il calcio, certo i guantoni da portiere non lo hanno abbandonato neanche nel basket.

Quando a 10 anni, infatti, si è trasferito al Nanterre per far sul serio con il basket, ha incontrato Karim Boubekri: uno dei suoi primi allenatori. Gli allenamenti di Boubekri prevedevano 3 oggetti fondamentali: guanti da portiere, un sacchetto di plastica e una corda per saltare. Boubekri, che si autodefinisce «uno psicopatico» quando si tratta di perfezionare le abilità di un ragazzo, ha spiegato che chi si presentava senza uno dei 3 oggetti, era spedito subito a fare 30 giri di campo. I guanti aiutavano a sviluppare la precisione delle dita, mentre il sacchetto di plastica veniva legato intorno alla palla, costringendo i ragazzi a farla rimbalzare con forza. La corda serviva semplicemente per saltare. Wembanyama ha detto di lui: «Mi ha insegnato che cos’è il rigore». La disciplina, non i tiri dal dischetto che parava da ragazzo.