La rivincita di Lingard e Moyes: com’è cambiato il West Ham in zona Champions

by Redazione Cronache

di Leonardo Maldini

Se le ultime stagioni della Premier League hanno insegnato qualcosa ai club ambiziosi, è che per raggiungere il vertice le pretese sono alte. O serve una squadra da un miliardo di dollari (vedi il City) o un rivoluzionario tattico in panchina (vedi Klopp). La maggior parte delle volte servono entrambe le cose. E poi c’è il West Ham, in agguato al quarto posto in questa strana stagione, davanti ad ogni altra squadra londinese e davanti ai campioni in carica del Liverpool. Noto per i suoi affari di caccia e per le sue tattiche complesse, il West Ham è un club dove le cose vengono fatte con un approccio sostanzialmente meno moderno degli altri club in Premier, vuoi per tradizione o per mancanza di mezzi.

«Si guarda la classifica e ci si deve quasi strofinare gli occhi. Non è normale, West Ham al quarto posto. In questo periodo. L’anno scorso erano al quarto posto ma a partire dal basso».

Tony Cottee, ex West Ham, opinionista.

Di tutti gli sviluppi improbabili nella pandemia della Premier League, il più strano è proprio il West Ham, che non è mai finito tra le prime sei posizioni dal 1999, ma che ora lotta per un posto nella Champions League della prossima stagione. Ma sotto la guida di Moyes, non amato nei suoi 10 mesi al Manchester United (e anche durante il suo primo periodo agli Hammers), ha capito esattamente cosa ci vuole per avere successo in una stagione condensata e piena di impegni.

«Indubbiamente ora siamo oltre le aspettative. Quello che il West Ham non è mai stato solito fare è stato vincere costantemente o giocare bene in modo costante, questo è sempre mancato nella sua storia in Premier League».

David Moyes, conferenza stampa.

La carriera di David Moyes

La carriera di David Moyes è stata ‘rovinata’ dall’anno ad Old Trafford. Doveva essere una consacrazione, invece fu un macigno che avrebbe potuto affondare tutti, ma non Moyes. Certo, di tempo per riprendersi ce ne ha messo parecchio. Allo United avrebbe dovuto raccogliere l’eredità di Alex Ferguson dopo 20 anni di dominio, ma dopo nemmeno un anno fu esonerato. Iniziò così il tormentato viaggio alla ricerca di squadre che potessero credere in lui. Con la Real Sociedad e con il Sunderland non è riuscito ad imporre le sue idee, ma il West Ham, nel 2019, ci ha visto lungo.
Eppure Moyes è stato l’allenatore dell’Everton per 11 anni, portando i toffees anche al quarto posto in campionato (miglior risultato dal lontano ’85) e riuscendo nell’obiettivo salvezza per tutti gli anni in cui è stato sulla panchina di Goodison Park. A Liverpool, sponda blu, si dice: «C’è stato un Everton prima e dopo Moyes».
Un’esperienza ventennale, fatta di alti e bassi, a totale servizio del West Ham: questa è stata l’idea del tecnico, arrivato nel 2017, e poi richiamato nel 2019 a Stratford. A novembre 2017 Moyes è chiamato a sostituire Slaven Bilić sulla panchina del West Ham, dopo un ultimo posto con il Sunderland, ma alla fine della stagione non viene confermato sulla panchina degli hammers. Al suo posto viene preso Pellegrini, ma nella stagione 2019-2020 la squadra ottiene appena 19 punti nelle prime 19 giornate e rimedia quattro sconfitte casalinghe di fila, chiudendo il 2019 al diciassettesimo posto in classifica. Pellegrini viene esonerato il 28 dicembre, dopo la sconfitta in casa contro il Leicester City. Al suo posto viene richiamato David Moyes, che conduce i suoi alla salvezza grazie al sedicesimo posto finale.
Quello che sembrava solamente un traghettatore diventa il fautore di questo West Ham quarto in classifica ed in lotta per la Champions League.
Il calcio di David Moyes si è evoluto parecchio. Nonostante fosse conosciuto in Inghilterra come uno stile di gioco complicato e fatto di schemi, Moyes al West Ham ha portato parecchie novità. Basti pensare che Il West Ham è la squadra che segna da più vicino alla porta (15 yards, 12 metri circa) in tutta la Premier League.

Un mix di sorprese…

Da Fabianski a Masuaku, da Ogbonna a Soucek, da Fornals a Lingard e Michail Antonio, guardando la rosa del West Ham si nota che mancano i grandi nomi. Una squadra costruita per la salvezza può veramente lottare con le big del calcio inglese? La risposta che la Premier, ormai da anni, ci fornisce è che tutto è possibile. Forza fisica e qualità sono al servizio di David Moyes.
La forza fisica in Inghilterra è un must. Non a caso Moyes ha voluto alla sua corte uno dei centrocampisti con più tackles riusciti e contrasti aerei vinti in Europa: Tomáš Souček.
Il ceco era di proprietà dello Slavia Praga, club con il quale ha fatto anche 13 presenze in Champions (con due gol) e 5 in Europa League. Tomáš Souček ha catturato le attenzioni degli addetti ai lavori. È il capocannoniere del West Ham con 9 gol, solo uno in più di Lingard, arrivato a febbraio. Soucek ha giocato sempre da titolare in Premier League in questa stagione e fino a febbraio non era mai nemmeno stato sostituito, a testimonianza dell’impatto fisico che ha avuto nella lega e del buon lavoro che riesce a fare agli ordini di Moyes. Soucek è anche il giocatore che vince più duelli in tutta la squadra (6 a partita) ben oltre sopra al secondo, Dawson, che ne vince 2,5 di media. Qualunque cosa accada, una parte massiccia degli obiettivi che raggiungeranno in questa stagione sarà grazie a Declan Rice e Tomáš Souček a centrocampo. I due hanno assicurato una solidità nel cuore del centrocampo e sono stati fondamentali per i risultati di West Ham finora.

[Fonte: RDF Tactics]
La statistica sopra riportata è fondamentale: nella formazione titolare del West Ham 5 titolari su 11, gli incontristi, vincono più della metà dei contrasti e duelli con gli avversari. Dawson, centrale difensivo, vince di media il 70%, dato fondamentale per un difensore, che testimonia la solidità difensiva se si pensa che l’altro difensore, Ogbonna, (Moyes è solito schierarsi a 3), ne vince il 57%.

… e Jesse Lingard

1 gol in tutta la Premier League dello scorso anno, 18 in 133 presenze con lo United, numeri non esaltanti per uno che di mestiere gioca dietro le punte: Jesse Lingard non sembra più lo stesso. Con il West Ham Lingard sta avendo numeri impressionanti: 9 partite, 8 gol e 4 assist dal 3 febbraio, giorno dell’esordio a Goodison Park.
In questo momento Lingard è tra i 5 giocatori offensivi più in forma delle Premier League, sotto solo a mostri sacri come De Bruyne, Gundogan, e Pogba. Lingard ha una media 3.95 tiri-creazione di azioni per 90 minuti questa stagione, la migliore della sua carriera.
È anche più del doppio del suo record di carriera per porta in 18 ogni 90 (1,76).
Lingard porta palla in media per 140 metri a partita ogni 90, più di quanto abbia fatto in tutte le gare con lo United quest’anno. Questo dato testimonia la fiducia che sente e che la squadra, insieme a Moyes, gli trasmette. Interessante il dato sui dribbling: Lingard ne prova 4,26 a partita, realizzandone il 2,06: praticamente ogni due dribbling salta un uomo.
Ciò è in gran parte dovuto ad alcuni fattori, sia filosofici che tattici: Moyes permette ai suoi registi e fantasisti di giocare liberamente in fase offensiva, e la fiducia che Lingard si sente addosso gli permette di rischiare e tentare la giocata che, come raccontano i numeri di gol e assist, spesso gli riesce. (dati: Whoscored)

Il West Ham può veramente finire in Champions League?

La Premier League ci abitua a queste sorprese, ma per arrivare in fondo ora non basta l’entusiasmo, serve stabilità. La stagione sta andando bene ma per ora la vicenda si è complicata per l’infortunio a lungo termine a Declan Rice. L’inglese è uno dei centrocampisti più completi della Premier League e un titolare della Nazionale dei tre leoni, ma non sarà a disposizione di Moyes fino a maggio. Perdere uno come lui scuote la parte centrale del gioco e potrebbero aver bisogno di più di quello che può fornire Lingard al momento per mantenere il loro posto tra i primi quattro.
Il West Ham ha un calendario abbastanza morbido da qua alla fine e verosimilmente può arrivare quarto anche se perde le due partite più difficili sulla carta (Chelsea ed Everton, entrambe in casa).
Gli hammers sono già pronti per quella che sarà la loro migliore stagione in Premier League, avendo infranto la barriera dei 60 punti solo una volta nella loro storia. Ciò è avvenuto nel 2015-16, quando Slaven Bilic li ha portati a 62 punti e al settimo posto (il West Ham è arrivato quinto nel 1998-99, ma a quel tempo bastarono 57 punti). La squadra di Moyes avrà bisogno di più di 70 punti per finire tra i primi quattro, quindi avranno bisogno sia del loro miglior punteggio totale di sempre sia del loro miglior piazzamento in assoluto nell’era della Premier League.

Se il West Ham dovesse arrivare in Champions potrebbe essere il coronamento di una carriera ventennale di David Moyes, uno dei primi candidati di quest’anno a diventare PL Manager of the Year.